Riceviamo alla nostra casella di posta elettronica menteinpace@libero.it e volentieri pubblichiamo.
Più di un milione di cittadini italiani (anziani malati cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer o di
altre demenze senili) hanno diritto immediato alle cure socio-sanitarie e le ricevono da subito se loro o i loro
famigliari le richiedono nel modo giusto!
Quanti lo sanno? Pochissimi. Per questo bisogna "far girare" l'informazione.
Non spezzare la catena: invia questo messaggio ai tuoi contatti. E poi,
informa le persone malate o i loro parenti che conosci, parlane con gli amici, i
colleghi, in famiglia, perché l'applicazione concreta del diritto è una questione
che riguarda tutti per situazioni che domani potrebbero colpire ciascuno di noi.
COME OTTENERE CON SUCCESSO SICURO UN CONTRIBUTO PER LE CURE A CASA
OPPURE IL RICOVERO CONVENZIONATO IN RSA
PER I PROPRI PARENTI ANZIANI MALATI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI E
MALATI DI ALZHEIMER COME STABILITO DALLE LEGGI
Gli anziani malati cronici non autosufficienti e le persone malate di Alzheimer o colpite da
altre forme di demenza senile hanno il diritto immediato non solo alle cure delle loro
patologie durante la fase acuta (pronto soccorso, ospedale, casa di cura privata), ma anche
nella fase di stabilizzazione attraverso cure a casa o in struttura prestate dal Servizio
sanitario nazionale. Le diffusissime liste d'attesa che costringono questi malati ad aspettare
anni prima di essere curati non solo sono illegittime, ma si possono aggirare in molti casi –
vedi sotto - con il semplice invio di alcune lettere raccomandate (costo totale circa 20 euro).
Infatti, salvo decisione diversa degli interessati e dei loro congiunti, gli anziani malati non
autosufficienti non possono essere dimessi dagli ospedali e dalle case di cura private
convenzionate: la Sanità (non gli assistenti sociali!) deve garantire che le cure proseguano
a domicilio - se i familiari sono volontariamente disponibili - o presso le Rsa, Residenze
sanitarie assistenziali. Le lettere raccomandate servono appunto per opporsi alle dimissioni
ed ottenere che le cure continuino. In tutte le migliaia di casi in cui è stata fatta
l'opposizione, l'esito è stato favorevole!
Nei casi di ricovero in struttura, il 50% della retta è per legge a carico del Servizio
sanitario nazionale; la quota rimanente la paga il paziente, oppure se non ha risorse
sufficienti (lui solo, non i parenti!) interviene economicamente il Comune.
Per saperne di più consulta il sito www.fondazionepromozionesociale.it oppure telefona al
n. 011.8124469
Fondazione promozione sociale
Torino
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Evan Hafer (domenica, 22 gennaio 2017 01:49)
Amazing! Its genuinely amazing article, I have got much clear idea concerning from this piece of writing.