È di recente pubblicazione il libro dal titolo PAROLE PER RICOMINCIARE (Edizioni MenteInPace, B-Graf Centrostampa, Racconigi, aprile 2014, € 10,00) che raccoglie alcuni scritti, frutto del Laboratorio di Scrittura Creativa organizzato dal Laboratorio Siddharta e dall’Associazione MenteInPace di Cuneo e condotto da Luciano Jolly e Giovanna Garbarino. Abbiamo pubblichiamo le due prefazioni nel numero di marzo; in questo numero pubblichiamo l’introduzione.
Per l’acquisto rivolgersi al numero 0171.634573.
Ricordiamo che il libro verrà presentato al pubblico:
5 Maggio 2014, dalle ore 17,30 alle ore 19,30, presso il Salone d’Onore
municipale del Comune di Cuneo;
16 Maggio 2014, dalle ore 17,30 alle ore 19, presso la Biblioteca Civica “Anna Frank” di Borgo S. Dalmazzo (CN).
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Dopo 11 mesi di attività, possiamo oggi descrivere la passione che ha animato il Laboratorio di Scrittura Uriel, settimana per settimana.
Abbiamo riscoperto tra noi l’entusiasmo, quell’emozione che è sparita dal mondo contemporaneo, subissata dal cinismo, dall’affarismo, dalla doppiezza nell’uso della parola. Per 11 mesi abbiamo avuto la strana sensazione di trovarci in mezzo a delle persone vere. Eravamo abituati a rappresentare dei ruoli. I partecipanti al Laboratorio di Scrittura erano persone di tutte le età, tutti i sessi, tutte le condizioni mentali. C’era la signora serafica, il tormentato, il “gatto scorticato”, la studentessa svogliata davanti al cibo, il pensionato, la sudamericana, il ridanciano. C’erano l’ex carcerato e qualche consumatore di droga, c’era l’agiatezza e c’era la disoccupazione. Il Laboratorio veniva così a rappresentare uno “spaccato” della società italiana.
Ci siamo incontrati la prima volta nel febbraio 2013, ed stato subito l’incanto: sapevamo di avere uno scopo comune, ci intendevamo. Non potendo trasformare il mondo, ci accontentavamo di trasformare le parole.
Per 11 mesi abbiamo lavorato il lessico come in una bottega artigianale si lavora il legno o il metallo. Le sottoponevamo ad un processo di scelta e di depurazione. Le sceglievamo con quell’amore paterno, o materno, che si ha per i figlioletti appena nati. Le tornivamo. Nel diluvio di parole stanche che cade sul mondo di oggi, cercavamo di restituire alla parola lo splendore perduto: una piccola luce di verità.
Ma il senso, lo cercavamo dentro di noi. Nella nostra interiorità abbiamo trovato ogni genere di ingredienti: la voglia di scherzare, le insensatezze che la società riversa sulle nostre spalle, il paradosso, gli errori individuali, l’armonia, il dolore, le occasioni mancate, la voglia di risorgere.
Ognuno ha riflettuto sul proprio destino, sul perché la nostra storia esistenziale si è presentata proprio così, e non altrimenti. Qualcuno ha intravisto le porte d’oro della divinità. In altri gli occhi si sono fissati sul vuoto. Ci siamo chiesti: chi sono io nel fondo, chi è che partecipa in me a questo Laboratorio? Dopo qualche settimana hanno cominciato ad apparire i primi testi. Il primo moto è stata la sorpresa.
Ma come: quelle parole così piene di significato, così tremanti, così nuove per il mondo, appartenevano proprio ad una persona con due occhi, due orecchie, due gambe e due braccia normali? Abbiamo cominciato a capire che ognuno di noi possiede molti più gioielli, dentro di sé, di quanti il mondo gli riconosca.
Il Laboratorio permetteva a queste pietre preziose, a questi metalli rari, di salire a galla e mostrarsi al mondo. Allora è stata festa. La lettura dei testi era seguita in silenzio. Invano un insegnante della scuola pubblica sognerebbe un’attenzione così “religiosa”. Il fatto che il proprio scritto sia ascoltato dal collettivo, sia approvato e apprezzato, produce un indicibile senso di liberazione. Si pensa per la prima volta: “Ho un pubblico, sono degno/a di interesse!”. Un Laboratorio di scrittura creativa è uno fra gli attrezzi per far rinascere l’autostima. A chi è oppresso da sensi di autodenigrazione, offre la possibilità di guardare con un occhio diverso la propria personalità.
Con il passare dei mesi si sono sviluppati nuovi rapporti tra i partecipanti. Per esempio ci si scambiava favori. Si faceva la spesa per chi non poteva. Chi era senza auto, veniva accompagnato. Durante l’estate abbiamo mangiato insieme nel parco della Pinetina. Questo insieme di attività ha creato un gruppo solido, appartenere al quale dà un senso di gioia.
Qualche testimonianza lo conferma: <Ho incontrato molte persone splendide, che mi hanno fatto cambiare il modo di vivere> (Carmen). <Attraverso l’ascolto, sento vibrare l’umanità degli altri sulla mia stessa frequenza, e imparo che il conflitto è una possibilità per raggiungere l’intesa e la pace> (Dida). <Mi auguro che in futuro nuove persone si aggiungano al gruppo, e spero nella comunicazione senza ceti sociali diversi> (Roberto). <La mia è stata una metamorfosi straordinaria da farfalla in aquila> (Francesco). <Ho cercato un corso di scrittura, e ho trovato una sorpresa inaspettata: si scrive, ma si stringono anche rapporti nuovi. Non so se continuerò questa esperienza, ma certo sono molto lieta di averla vissuta> (Simonetta). <Conosco ora un nuovo modo di concepire, di intendere la scrittura: più profondo, più dignitoso e fluido, più penetrante e anche nobile, forse> (Meo). <Luce in tempi bui, dove si rischia di cadere ovunque. Ogni giovedì mi sono ricaricata di conoscenza, condivisione e voglia di vivere> (Roberta).< La struttura ha avuto per me, il grande merito d’impedire che demoni deliranti e devastanti si impadronissero dei miei pensieri, lasciassero tracce sulla mia psiche e mi turbassero oltremodo> (Ornella).
Trattandosi di un gruppo umano, il conflitto non può esserne sempre assente. I limiti sono quelli denunciati da tutti i libri di saggezza: le pretese infantili dell’Io. Ma le rare volte che si è presentato un conflitto, non si è fatto nulla per alimentarlo. Al contrario il gruppo ha scelto la via della pace: trattative, diplomazia, accettazione, ascolto. Per questa via le cose che appaiono difficili si semplificano. Il conflitto perde virulenza, si narcotizza: ritorna la serenità.
Credo che il frutto più bello del Laboratorio non consista tanto nei testi che seguono, che compongono PAROLE PER RICOMINCIARE e che pure raggiungono in tanti casi un livello estetico interessante. Quanto nei diversi rapporti umani che incominciano a delinearsi nel gruppo e sono basati sul reciproco aiuto.
Poiché la bellezza delle parole - altamente inquinate nel mondo odierno – non è in grado di accompagnare, da sola, l’evoluzione della nostra umanità individuale. Non si nasce umani: lo si diventa (o non lo si diventa) vivendo.
Luciano Jolly
Conduttore del Laboratorio di scrittura creativa
Laboratorio Siddharta-MenteInPace
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