Buongiorno a tutti,
questa è una storia tristissima, di una bellissima ragazza che ha percorso un po' di strada con me, ma quando l'ho lasciata era peggiorata (io penso sovente a quella povera ragazza).
Come al solito un padre e una madre che la adorano, un compagno molto presente e....una bambina.
Ricordo il giorno che l'ho conosciuta aveva solo gli occhi fuori dalle coperte, talmente rossi dal pianto che erano molto gonfi.
Mi guarda, piccolina, e mi dice: "scusa se non ho voglia di parlare, ma quando ero al secondo mese di gravidanza ho preso una forma di depressione, oggi la mia bimba è nata ma io non riesco a guardarla, non la voglio".
Un verdetto pauroso, detto da lei, ma io non posso crederci.
Ma come piccola, penso tra di me, sei in questo stato pietoso e mi dici: "non voglio la mia bambina"?
Io non ci credo, tra noi tanto silenzio, solo il rumore delle sue lacrime e la sua domanda che mi pone e mi strappa il cuore: "ma io guarirò mai, potrò guardare da sola la mia bambina?"
Ecco qua secondo me la chiave, non voglio fare la presuntuosa, ma penso: non è così, non è che non vuoi la tua bambina...tu la vuoi sopra ogni cosa ma hai tanta paura di fare la mamma.
A questo punto mi viene in mente un bellissimo angelo che guarda il cielo e aspetta... non so cosa... un aiuto miracoloso, forse...
I medici sono bravissimi, passano a vederla molto sovente e cercano ogni tipo di soluzione per aiutarla a smettere di piangere e riuscire a riposare, ma per lei nulla ha importanza, quella frase, quasi ossessiva, che mi ripete: "potrò mai guardare la mia bimba?".
Non dorme, non mangia, non si alza ... piange ... piange!!!!! Povera piccola vorrei prenderti in braccio e cullarti fino a quando i tuoi occhi, il tuo cuore prendono sonno, e continuerei a cullarti fino a quando trovi un po' di pace, vorrei avere la bacchetta magica... anche solo per un’ora vederti dormire serena.
Ho sentito parlare tanto in televisione della depressione pre-parto o post-parto ma quello che immaginavo era ben lontano da quella grande sofferenza.
Ricordo solo quegli occhi colmi di lacrime, nulla posso fare per lei, se non pregare che i medici trovino un farmaco giusto...per darle una spinta!!!! Tutto il resto povera piccola lo devi fare tu...
Una volta, un medico mi ha detto che abbiamo dentro una parte bambina di noi, e che dobbiamo prendercene cura, e ascoltarla.
Io non voglio ascoltarla, anzi non la sento, mi odio talmente tanto che è impossibile amarmi e essere amata.
Sentirsi inutili, incapaci fa parte del nostro essere, forse neanche io non ho fatto un figlio perché non sarei stata capace a prendermene cura, troppo presa dal pensiero di essere troppo grassa e inadeguata.
...già quanti farmaci prendiamo tutti i giorni, ma se non siamo noi che troviamo la forza non possiamo uscire da questo "pasticcio".
Si "pasticcio", il cervello comincia a viaggiare per conto suo, è una strana conclusione ma il cuore e il cervello cominciano a non collaborare più e ci si mette anche la parte fisica a staccarsi da tutto il resto, in parole povere ogni parte di noi comincia a fare quello che vuole.
Quello che prima era "amore" ora è paura, quello che era desiderio e passione ora è disperazione, quello che prima era felicità, ora è dolore. Ma è possibile che esista un male così oscuro che non ti permette più di vivere una vita "normale", se esiste una normalità?
Sebj
MenteInPace, Cuneo
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Paco (domenica, 26 ottobre 2014 10:29)
ho la fortuna di avere potuto comprare il quadro di cui ci parla Sebj. Trasmette tristezza...ma una tristezza dolce...autunnale con le foglie (vere) incollate dopo essere state raccolte ed il colore marrone come tonalità prevalente...Brava Sebj...sei proprio in gamba!