Il Convegno che si è svolto sabato 17 ottobre 2015 presso la Sala Convegni “Regina Montis Regalis” del Santuario di Vicoforte. “Dentro come stai? Capirsi per relazionarsi. Abbattere i muri per una salute della mente”, si apre con il saluto del Vescovo di Mondovì Mons. Pacomio, del Sindaco di Vicoforte Dott. Roattino e del Direttore Generale dell’ASL CN1 Dott. Magni.
“Non c’è cura se non quando siamo in comunicazione con l’altro…”così il Dott Risso – Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL CN1 - ha introdotto i lavori, citando Eugenio Borgna. L’urgenza di un dialogo sulla salute mentale è attuale: da stime 2010, il 38% circa della popolazione europea soffre nel corso della vita di disturbi psichici e secondo l’Università di Torino 1,5 milioni circa di piemontesi ne soffre. Dati ancora più allarmanti riguardano i giovani: ai pronto soccorso psichiatrici piemontesi un paziente su tre è adolescente (aumento di disturbi psichiatrici maggiori e suicidi in adolescenza).
Gli interventi del mattino vengono coordinati dal Dott. Milordini, Direttore del SC Psichiatria di Savigliano, e dalla Dott.ssa Pallavicino, collaboratrice del quotidiano “La Stampa” di Torino.
“Il disagio psichico oggi ed il suo impatto su famiglia e giovani”, l’intervento da parte della Dott.ssa Morsucci, ha evidenziato come - in una società sempre più riduzionista - gli adolescenti siano alla continua ricerca di nuove identità e di riconoscimento da parte del gruppo dei pari. Molto gira intorno al concetto di corpo, che spesso è vissuto come qualcosa di estraneo alla persona, ed alla costituzione di una nuova immagine di se.
Emerge quindi la percezione del corpo come "altro" che può essere attaccato e manipolato attraverso diete estreme e/o gesti autolesivi. Per fronteggiare il profondo senso di inadeguatezza e per mantenere le caratteristiche del gruppo, anche a livello sociale, si ricorre ad un continuo utilizzo della "connessione" intesa come utilizzo dei social network. Tutto ciò può generare oscillazioni dell'umore, inadeguatezza, labilità emotiva e depressione.
Si può riassumere tale condizione con una citazione dello psichiatra Pietropolli Charmet: "da adolescente edipico, afflitto da sensi di colpa, si è giunti ad un adolescente narciso molto fragile" (Pietropolli Charmet, Fragile e spavaldo. Ritratto dell’adolescente di oggi, 2010)
Secondo l'OMS il 20% degli adolescenti soffrirebbe di disturbi mentali; il suicidio è la terza causa di morte. Il 75% dei giovani usa e/o abusa di sostanze e alcool prima dei 25 anni in Italia e in Europa (Ministero della Salute 2014). L'OMS inoltre identifica nei disturbi mentali una delle sfide più ardue del XXI secolo. Previsioni ancor più credibili alla luce della crisi economica che - ha evidenziato il Dr. Dovis, delegato regionale Caritas Piemonte - è condizione di disagio: i giovani sono i più esposti alla vulnerabilità psicologica, così come molte famiglie normali che mancando il lavoro fanno i conti non solo con il non-reddito ma soprattutto con perdita di identità e vissuti di esclusione. L'affacciarsi di queste nuove povertà ha generato la necessità, per Caritas, di istituire un osservatorio delle povertà e delle risorse, per monitorare l'incremento dei poveri e per proporre risposte concrete di solidarietà.
L’intervento del Dott.Larghero, Direttore del Master in Bioetica della Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale di Torino, ha contestualizzato le tematiche nello “spirito” contemporaneo, caratterizzato da una pedagogia della non-sofferenza. In un’epoca in cui la tecnica è entrata nella quotidianità di ognuno, aprendo possibilità ed incrementando aspettative, restano aperti interrogativi che rimandano a domande sull’esistenza e sulla sofferenza a cui tuttavia la scienza non può dare risposte: riscoprire il significato dell’esistere e la forza della fragilità è la vera sfida dell’oggi.
"La sofferenza mentale tra resistenza e resa. Una riflessione bioetica". Così è intitolato l'intervento del dr Larghero, che dopo un primo excursus sulla bioetica e sui temi di cui si occupa mettendo a confronto il riduzionismo ed il personalismo, ha affrontato il tema della fragilità umana alla luce della persona intesa come essere umano dignitario di una profonda considerazione. In una correlazione tra fragilità e sofferenza Larghero afferma che "dolore, sofferenza e malattia permeano la vita anche dell'uomo nel terzo millennio e costituiscono un'esperienza unica e straordinaria dal punto di vista fisico, morale ed esistenziale”.
"L'interesse non è quindi rivolto solo all'analisi attraverso cui, secondo i luoghi, si declina l'approccio al problema salute-malattia-cura-guarigione, ma anche allo studio dei processi sociali e delle rappresentazioni simboliche con cui tali problematiche sono incorporate nei sistemi cognitivi". (Bernard Hourse)
Si sta cercando di ritornare ad un'umanizzazione della medicina che "si occupa di qualcosa che è molto più di un mero oggetto materiale, di un uomo-macchina da riparare: essa si occupa di una persona da curare...difendere il valore umanistico della medicina, non è quindi soltanto un'istanza morale, ma significa affermare il valore conoscitivo e pratico in tutta la sua pienezza". (Giorgio Israel. Per una medicina umanistica 2010)
Gli interventi del pomeriggio coordinati dal Dott.Raimondi – Referente Caritas e Pastorale della Salute Piemontese – si sono focalizzati su alcune esperienze nella direzione di una presa in carico comunitaria delle tematiche della salute mentale
A più di 30 anni dalla rivoluzione della legge 180, per iniziativa del Dott. De Stefani e della sua equipe, nasce a Trento un nuovo approccio alla salute mentale denominato “Fareassieme” che vede operatori, utenti e familiari lavorare fianco a fianco per vincere la malattia mentale.
Ispiratore de “Le parole ritrovate”, il movimento italiano del “Fareassieme” ne accompagna il diffondersi su tutto il territorio nazionale. Per dare visibilità alla battaglia contro lo stigma e i pregiudizi promuove eventi internazionali: la traversata dell’Atlantico in barca a vela, in 200 in treno da Venezia a Pechino, in 500 in Kenia per costruire una scuola nel poverissimo villaggio di Muyeye, il coast to coast da Boston a Los Angeles per presentare l’esperienza del “Fareassieme” in prestigiose Università e Centri di ricerca americani.
Trento diventa un polo di attrazione per decine di città italiane
L’esperienza del Movimento del FareAssieme di Trento (alla base della proposta di Legge 2233 in discussione al Parlamento), va nella direzione di un coinvolgimento alla pari di utenti, famigliari, operatori e cittadini nelle attività del Dipartimento di Salute Mentale e testimonia non solo politiche partecipate nell’ambito della psichiatria ma anche la loro efficacia nella riduzione dei costi. Tre UFE (Utenti Familiari Esperti) hanno portato la loro esperienza nel Convegno di Vicoforte; sono figure nuove nel panorama della sanità mondiale. Essi affiancano gli operatori, offrendo agli utenti e ai familiari in difficoltà il valore della propria esperienza, lo specchio di un percorso di cura riuscito, la fiducia e la speranza della guarigione.
Il Dott. Conforti presenta l’esperienza del Tavolo del Fareassieme di Cuneo che nasce nel 2012 attraverso un Convegno che si svolge nella sala di S.Giovanni e che vede protagonisti operatori e utenti di Trento, attraverso l’esperienza degli UFE (Utenti Familiari Esperti).
Gli UFE iniziano ufficialmente una stretta collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale della ASL CN1 nel 2015 attraverso un progetto che coinvolge le Associazioni provinciali del Tavolo del Fareassieme rispettivamente AMA, AVO, Caritas, DIAPSI, Ipazia e Mente in pace; una volontaria porta la sua testimonianza.
Il Convegno ha rappresentato l’occasione per la proposta agli amministratori locali di costituire un Osservatorio Provinciale sulla Salute Mentale con l’obiettivo di affrontare in modo congiunto - in un organismo che veda la partecipazione delle strutture psichiatriche, degli amministratori locali, delle direzioni dei consorzi socio-assistenziali, dei rappresentanti del volontariato, degli utenti e dei familiari - le criticità, le progettualità e le innovazioni in campo psichiatrico evitando la contrapposizione fra dimensione sanitaria e sociale.
La proposta è stata raccolta dal Sindaco di Cuneo Dott. Borgna, Presidente della Conferenza dei Sindaci, dal Dott. Magni, Direttore Generale ASLCN1 e dal Dott.Barbieri Presidente del CSSM, che hanno ribadito l’interesse a lavorare insieme sul territorio per affrontare le tematiche relative alla salute mentale.
L’invito iniziale del Convegno – mettersi in comunicazione gli uni con gli altri – è stato raccolto.
Dr. Brunetti Piercarlo
Dr.sa Cerutti Paola
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Gianfranco (lunedì, 16 novembre 2015 23:38)
Avendo partecipato all'interessante convegno, ben organizzato dalla Caritas di Mondovì, volevo segnalare l'intervento del Vescovo Mons. Pacomio. Non si è trattato di un semplice saluto di cortesia ma, a mio parere, ha colto nel segno pur parlando per pochi minuti, sottolineando che la psichiatria si trova sempre più davanti ad un scelta fra due strade: una è quella di un approccio accogliente verso il malato psichico, il diverso ed il sofferente; l'altra è quella della segregazione di chi disturba la tranquillità del materialismo. La paura, la diffidenza, lo stigma spesso portano anche operatori preparati ad acconsentire alla logica della segregazione, che tra l'altro comporta costi economici molto alti (Comunità ad alta sorveglianza, reparti ospedalieri, forze dell'ordine, operatori, ecc.). Occorre invece puntare, seppur non in modo ideologico ma pragmatico, a costruire una cultura comunitaria che accolga anche l'imperfezione.