Comitato per la Salute Mentale - Piemonte
Audizione della IV Commissione del Consiglio Regionale – 21 aprile 2016
Signori Consiglieri, grazie per il tempo che ci dedicate.
Mi chiamo Carla Soldi, sono stata incaricata a rappresentare i malati di mente e i loro famigliari. Li
rappresento come madre di un malato. Ho un figlio che si ammalò nel 1980, aveva 20 anni, studiava
medicina, era uno sportivo, un bravo nuotatore. In quegli anni di piena bufera antipsichiatrica non si riuscì a
farlo curare, dovemmo arrangiarci da soli: rimase in casa con noi per altri 30 anni.
Fondai la DI.A.PSI Piemonte e conobbi centinaia e centinaia di famiglie della Regione, ascoltai le loro
sofferenze ed i loro problemi. Problemi enormi di gestione del malato, problemi di lavoro, di sopravvivenza,
di isolamento, problemi di tenuta della famiglia. Troppo spesso senza supporto le famiglie si disgregano ed
il disagio mentale si allarga come un contagio creando grossi problemi sociali.
Mio marito ed io, pur avendo sempre lavorato nella sanità, ci trovammo impreparati e spiazzati davanti alla
malattia, questa sconosciuta. La malattia mentale è infatti la grande sconosciuta, incompresa, generalmente
confusa con l’insufficienza mentale o con handicap mentali di varia natura. Si tratta invece di malattia, che
si presenta con forme e gravità molto diverse, dalle più tenui alle più devastanti e invalidanti. E’ più diffusa
di quanto si creda, colpisce subdolamente ogni ceto sociale ed ogni età, dalla persona più umile al dirigente
plurilaureato, dal bambino all’adolescente all’adulto.
Le cause possono essere di origine genetica, lesioni organiche, grossi traumi che la fragilità non ha
permesso di superare. Ne rimane coinvolta la mente, il pensiero, le sue connessioni e trasmissioni. E’
alterata l’ideazione e tutto si disorganizza: il percepire la realtà, il comportamento, il tempo, la relazione, la
personalità, le facoltà più elevate dell’uomo. Resta l’intelligenza, e la percezione della propria confusione,
non compresa, spaventa e crea crisi di panico e terrore. Provoca enormi sofferenze ed il malato cerca di
evadere e di proteggersi negando la malattia stessa ed il bisogno di cure.
Se non curate adeguatamente e con tempestività queste malattie sfociano nella cronicità e via via anche
nella demenza.
La complessità della malattia richiede interventi di cura multipli, ben diversi dal semplice assistenzialismo.
L’assistenza è anche un utile aiuto nelle marginalità quotidiane. Ma per riattivare processi mentali interrotti,
avviare una riorganizzazione del pensiero, una nuova quotidianità di vita occorrono trattamenti specifici,
differenti a seconda dei casi e delle persone, del vissuto, delle possibilità e dei limiti, della cultura.
Trattamenti non solo farmacologici (oggi del tutto prevalenti), ma psicologici, riabilitativi, di
risocializzazione. Trattamenti fra loro integrati, secondo un progetto individuale, predisposto dal CSM, che
richiede personale specializzato, responsabile, con buona formazione professionale ed esperienza. E richiede
anche una seria valutazione degli esiti .
Son necessari luoghi adatti e tempi lunghi, senza traumatici e intempestivi spostamenti nell’illusione di
risultati veloci, irraggiungibili in pochi anni: le ricadute sono distruttive e vanificano lavoro e costi di anni.
La psichiatria oggi richiede una revisione generale sotto aspetti multipli, organizzativi, di interventi, di
residenze. La Regione sta avviando tale revisione e spero che il Documento prodotto dal nostro Comitato sia
di contributo per impostare direttive efficaci. Una programmazione efficace richiede la conoscenza, la
valutazione e la quantificazione dei reali bisogni che la malattia comporta. In seguito ne deriverà
l’individuazione degli interventi, le scelte, le priorità, i costi. Solo con un Osservatorio Permanente
Regionale costituito da professionisti (psichiatri, psicologi, educatori..), da utenti e da famigliari si può fare
chiarezza su tutto questo e partire da punti fermi per una programmazione ben strutturata.
La Regione ed il mondo professionale devono comprendersi per convergere nella ricerca delle soluzioni
più adeguate, economicamente compatibili, evitando possibili errori, abusi e costi inutili.
La Regione vanta nella Sanità eccellenze invidiabili, ma la psichiatria resta dimenticata e sottovalutata. E
non è giusto.
E’ in gioco il recupero umano e sociale delle persone, la loro dignità nella società civile di oggi.
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LOYDI Villegas (mercoledì, 31 agosto 2022 00:46)
Grazie Dra.Carla per su valioso lavoro è aporto para aiutare a tutte le persone che hanno questo tipo di malattia che i genitori devono cavarsi di soli Grazie per compartiré sua esperienza familiare