Chiamparino stanzia 20 milioni per il 2016 e altrettanti per l'anno successivo. "Così non lasceremo soli i Comuni e le famiglie". Prima vittoria del fronte di operatori e associazioni dei famigliari. Ora la riforma potrà essere approvata
La Regione Piemonte mette mano al portafoglio e, come peraltro annunciato qualche tempo fa, stanzia i fondi necessari per evitare che gli enti gestori di strutture [...]socio-riabilitative per pazienti psichiatrici (Comuni e consorzi) debbano sopportare i costi della quota non in capo al fondo sanitario, pari a circa il 60 per cento. Il provvedimento annunciato oggi dal vicepresidente Aldo Reschigna nella presentazione dell’assestamento di bilancio, fuga anche i legittimi timori paventati dalle famiglie dei pazienti sulle quali sarebbe potuta ricadere parte dei costi: "Il messaggio deve essere chiaro - ha spiegato Reschigna - con questo provvedimento dimostriamo la nostra volontà di non lasciare soli i Comuni e le famiglie". Venti milioni di euro per l’anno in corso, altrettanti per il 2017 e 5 per il 2018 quando l’uscita dal piano di rientro, imposto negli anni scorsi alla sanità piemontese, dovrebbe essere ormai avvenuta da tempo; uno stanziamento che non esclude un contributo delle famiglie - "lo chiederemo a chi potrà permetterselo" - ma che certamente garantisce maggiore serenità per la gestione di un servizio essenziale. “Con questo provvedimento garantiamo la certezza della copertura da parte della Regione di quel 60% della spesa che non è coperta dal fondo sanitario e copriamo ampiamente il periodo in cui il piano di rientro pone ancora dei limiti all’impegno di risorse in capo alla Sanità” commenta l’assessore Antonio Saitta che insieme al collega alle Politiche sociali, Augusto Ferrari ha portato a casa un risultato capace di rendere assai meno difficoltoso il percorso per l’approvazione della riforma della psichiatria. “Restano alcune questioni da chiarire, alcuni rilievi mossi al testo della delibera su cui ragionare, ma lo scoglio più grosso – osserva Ferrari – ovvero il rischio di un peso economico talvolta non sopportabile per Comuni e, ancor più, per le famiglie è stato superato”. Su questo aspetto va ricordato che già nel 2015 così come nel primo semestre di quest’anno la quota non sanitaria era già stata coperta dalla Regione, “oggi – precisa Saitta – abbiamo, però, un atto formale che fornisce tranquillità per i prossimi due anni e consente agli enti gestori una programmazione più certa e serena, oltre ad eliminare il rischio di esborsi economici a famiglie che già vivono le difficoltà che la malattia comporta”. Segnali positivi anche in vista della discussione, rinviata alla ripresa dei lavori, in Consiglio regionale della delibera sulla riforma della psichiatria. “L’aver programmato la copertura finanziaria per i prossime tre anni è un fatto nuovo rispetto al passato e dimostrazione di serietà nell’affrontare problemi anche complessi come questo” sostiene Davide Gariglio, capogruppo del Pd a Palazzo Lascaris che sul testo normativo aveva sollevato più di una perplessità, arrivando a chiederne e ottenere una riscrittura. Della delibera la maggioranza tornerà a discutere in una riunione prevista nel giro di due settimane al massimo, ma dopo la decisione di oggi la strada sembra in discesa. O, almeno, meno in salita di quanto è stata fino a ieri.
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