La memoria
di lavoro – ovvero la capacità di ricordare e gestire le informazioni necessarie per compiere una scelta – gioca un ruolo importante nella
possibilità di sviluppare comportamenti disadattivi come la dipendenza da stupefacenti e la ludopatia, o anche disturbi d'ansia o fobici. È quanto emerge da un nuovo studio
realizzato da ricercatori dell’Università
di Bologna.
I risultati della ricerca – pubblicati
sulla rivista del gruppo Nature Scientific
Reports – mostrano come gli individui con una memoria di lavoro più sviluppata siano in grado di gestire
in modo più mirato i tanti stimoli ambientali che ci circondano e che inevitabilmente influenzano le scelte che compiamo ogni giorno. Vedere il logo di una barretta di
cioccolato, ad esempio, può spingerci a mangiare anche se non siamo affamati: chi però ha una maggiore memoria di lavoro si concentrerà su quella specifica barretta, mentre chi ha una memoria
di lavoro più debole sarà portato ad una più generica ricerca di cibo. Una scoperta, questa, che può rivelarsi utile per mettere a punto nuove
forme di prevenzione e nuovi trattamenti per far fronte al problema
delle dipendenze.
MECCANISMI DI APPRENDIMENTO
Tutto parte dai due
meccanismi basilari di apprendimento che si attivano quando dobbiamo compiere una scelta:l’apprendimento
strumentale e l’apprendimento
pavloviano. Il primo ci permette di collegare una determinata azione all’ottenimento di una ricompensa: ad esempio, premendo il tasto verde ricevo una caramella. L’apprendimento
pavloviano, invece, ci permette di prevedere le conseguenze associate alla presenza di segnali esterni: ad esempio, una luce rossa lampeggiante può comunicarci che dobbiamo metterci al
riparto da un pericolo imminente.
Questi due meccanismi non agiscono in modo isolato; al contrario, le conoscenze acquisite possono
essere utilizzate in modo integrato quando dobbiamo prendere una decisione: uno schema molto
utile per facilitare e velocizzare le scelte quotidiane, ma che in alcuni casi può
rivelarsi pericoloso. "Meccanismi del genere sono spesso sfruttati ad esempio nelle strategie
di marketing, per influenzare le scelte dei consumatori", spiega Sara
Garofalo, ricercatrice dell'Università di Bologna e prima autrice dello studio. "Ma possono avere anche
importanti ripercussioni in campo clinico, alimentando condotte patologiche come la dipendenza da sostanze e il gioco d'azzardo, o aggravando i disturbi d’ansia o
fobici".
IL RUOLO DELLA MEMORIA DI LAVORO
Per indagare la maggiore o minore propensione degli individui ad essere guidati dagli stimoli ambientali nelle loro scelte, gli studiosi si sono
concentrati sul ruolo della memoria
di lavoro: una capacità cognitiva fondamentale nel processo decisionale, strettamente associata alle abilità
attentive, logiche e di pianificazione del comportamento che permette di mantenere in memoria un certo numero di informazioni e manipolarle per il tempo necessario a svolgere il
compito richiesto.
La ricerca ha coinvolto cento
volontari ai quali è stata innanzitutto presentata una
scelta tra più risposte, due delle quali portavano alla vincita di una ricompensa in cibo (un caso di apprendimento strumentale). In seguito, sono state mostrate una
serie di immagini astratte associandone alcune alla vincita delle stesse ricompense (un caso di apprendimento pavloviano). Infine, la scelta iniziale tra più risposte è stata
riproposta mentre ai soggetti venivano mostrate anche le immagini “pavloviane”.
"Misurando la memoria di lavoro dei soggetti coinvolti – dice ancora Sara Garofalo – abbiamo rilevato che una
maggiore capacità di memoria di lavoro è associata ad una influenza
puntuale, e non generica, degli stimoli esterni verso un particolare tipo di ricompensa. In altri termini, in persone con alti livelli di memoria di lavoro, un richiamo esterno verso
una specifica barretta di cioccolato può sì indurre alla scelta di quella specifica barretta, ma non
è accompagnato da un più generico aumento della ricerca di cibo".
SCELTE E DIPENDENZE
Il riconoscimento di queste differenze individuali legate alla memoria di lavoro può portare ad importanti ripercussioni in campo clinico. La propensione,
legata ad una minore memoria di lavoro, a collegare gli stimoli ambientali con influenze generiche può essere infatti associata ad una
maggiore inclinazione a sviluppare comportamenti disadattivi come la dipendenza da sostanze stupefacenti e la ludopatia.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://magazine.unibo.it/archivio/2019/06/10/scelte-e-dipendenze-il-ruolo-della-memoria-di-lavoro
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)
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