“Il nostro Servizio sanitario nazionale ha prodotto risultati importanti, riconosciuti a livello internazionale, ma da molti anni stiamo assistendo a un suo
progressivo indebolimento. Siamo ancora in tempo a intervenire, ma dobbiamo farlo al più presto perché troppi fattori stanno spingendoci lungo percorsi irreversibili”. Inizia con queste parole la
piattaforma da cui nasce la nuova Associazione Salute Diritto Fondamentale che è stata presentata oggi a Roma e che intende diventare un nuovo avamposto di confronto e
dibattito per tutelare il diritto alla Salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.
“Non si tratta solo del rallentamento della nostra economia, del peggioramento del quadro economico internazionale e delle difficoltà della finanza pubblica,
fattori che per ora mettono a rischio il previsto (piccolo) aumento delle risorse destinate al Ssn per il prossimo triennio. Contribuiscono ad aggravare lo scenario alcune ipotesi all’ordine del
giorno del Governo, in grado di mettere in seria discussione i principi di uguaglianza e solidarietà alla base del nostro sistema sanitario, oltre che della nostra convivenza civile. Si tratta
della flat tax e dell’autonomia regionale differenziata, due riforme che potrebbero provocare una contrazione del welfare e un aumento delle diseguaglianze nell’accesso all’assistenza sanitaria.
Un vero e proprio azzardo per un Paese con livelli di esclusione sociale e rischio di povertà superiori del 28% alla media europea”. E a queste due riforme in cantiere l’Associazione affianca
anche il crescente peso della sanità integrativa: È illusorio pensare che fondi sanitari, assicurazioni e welfare aziendale costino meno e siano più efficaci”
“Le difficoltà – si legge nel documento - esistenti richiedono invece
interventi capaci di avvicinare il sistema a tutti i cittadini senza incidere sui suoi principi fondamentali, con una visione strategica, un approccio innovativo, una rinnovata attenzione alla
qualità della relazione con i pazienti, per rilanciare e ringiovanire le politiche per la salute”.
Ma a spiegarci meglio le finalità della neonata Associazione sono proprio le
tre donne da cui nasce l’idea: Livia Turco, Rosy Bindi e Nerina Dirindin.
“Ci sono state tante iniziative per i 40 anni del Ssn e si è
ribadita la sua importanza e valore ma nella realtà si fanno tanti complimenti alla sanità, ma poi alla fine viene lasciata sempre sola. Il tema, de facto, è sparito dall’agenda e c’è bisogno di
politiche che la rimettano al centro perché nei fatti è fuori” sostiene l’ex Ministro della Sanità Livia Turco che denuncia come i dati siano eloquenti: “da troppi anni il finanziamento è inadeguato, l’accesso ai
farmaci e alle cure è sempre più difficile per le fasce più vulnerabili della popolazione e a tenere su la baracca sono rimasti solo gli operatori che però sono in grave
sofferenza”.
E in questo quadro di responsabilità Turco non esclude il nuovo Governo: “Il
problema è generale, ripeto, rispetto al Governo attuale Grillo si dà da fare ma non saprei proprio dire qual è la politica del governo per la sanità, diciamo che non c’è un disegno ma piuttosto
misure tampone. E poi ci sono provvedimenti che creano preoccupazione come gli scarsi investimenti in sanità, la Flat tax e il regionalismo differenziato che fanno solo del male al
Ssn”.
“Con la nostra associazione – ha concluso - desideriamo invitare i cittadini
alla partecipazione per difendere un bene prezioso come il nostro Ssn attraverso una formazione sui temi oggetto del dibattito compresa la sanità integrativa”.
“Non ci siamo voluti fermare alle celebrazioni del 40°
anniversario della 833. Abbiamo sentito il dovere di richiamare la politica e i cittadini sui rischi che sta correndo oggi il Ssn”, ha affermato l’ex Ministro della
Sanità, Rosy Bindi.
“La Sanità pubblica – evidenzia - è un bene prezioso da tutelare e bisogna
creare consapevolezza nei cittadini perché c’è il rischio di assistere a una mutazione genetica del sistema senza rendersene conto. Il Ssn sta subendo dei duri colpi, attraverso il
sottofinanziamento, la nascita di un secondo pilastro non regolamentato, la Flat tax e il regionalismo differenziato che ne stanno minando le fondamenta e rischiano di dargli il colpo di grazia.
Speriamo di essere ancora in tempo e per questo abbiamo deciso di lanciare un campanello d’allarme”.
“Vogliamo parlare a tutti – precisa - per creare una mobilitazione delle
coscienze. Il nostro documento parla chiaro ed esemplifica la nostra scelta di campo. Desideriamo quindi aprire un confronto chiaro a livello politico perché la 833 è stato un grande fatto di
democrazia e noi non vorremmo che la sanità pubblica in Italia morisse senza che ciò avvenga in modo democratico”.
“Occorre richiamare il Paese su queste emergenze e attraverso la nostra
associazione diventare un punto permanente di dibattito e formazione perché se siamo arrivati a questo punto è perché negli anni passati, a partire da noi stessi, non abbiamo fatto abbastanza.
Oggi non c’è una linea politica ma anche la parte politica cui apparteniamo ha trasformato la sanità in una Cenerentola e noi desideriamo invertire la rotta”.
“Il Ssn sta soffrendo perché negli ultimi anni ha ricevuto dei duri colpi. E
il rischio è che oggi ne arrivino altre che potrebbero essere quelle definitive. E per questo ci sentiamo in dovere di intervenire”
“I problemi non sono solo di finanza pubblica ma sono frutto di
una scelta deliberata e strisciante di una cultura neoliberista che vede tutto il Welfare solo come un costo e che appena può lo indebolisce”. Sostiene l’ex senatrice Nerina Dirindin.
“Oggi – rimarca - abbiamo la preoccupazione sul regionalismo differenziato
perché è una riforma senza paletti che farò aumentare ancora di più il divario Nord-Sud. Poi abbiamo la Flat tax dove c’è il rischio che i soldi per farla li prendano dal Welfare, a partire dalla
sanità. E terzo c’è il crescente sviluppo della sanità integrativa che purtroppo abbiamo agevolato fiscalmente come se si trattassero di beni che si rivolgevano all’intera collettività, cosa che
non sono perché si rivolgono a fasce particolare della popolazione”.
“Non mi sento di dare un giudizio su questo Governo anche se non nutro molta
speranza – precisa – il problema è che da troppi anni l’atteggiamento di tutti i governi nei confronti della sanità pubblica è sempre stato di disattenzione. Quest’ultimo Governo avrebbe voluto
fare il ‘salvatore, ma non sono non ce la fa ma non ha neanche la possibilità di avviare un vero e proprio percorso”.
Luciano Fassari
tratto da quotidianosanità.it
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=75742&fr=n
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Bonato Francesca (martedì, 24 settembre 2019 15:41)
Plaudo alla costituzione di questa associazione. Dalla lettura del documento trovo assente l’analisi del perché la Sanità pubblica, dopo un grande progetto, sostenuto anche da una sociale e culturale, avviò dei servizi sanitari, compreso anche il welfare sociale, di grande qualità, riconosciuta anche a livello internazionale. Credo fondamentale che si analizzino, in modo profondo, le cause che hanno portato, a grande velocità, la morte della vitalità dei servizi sia sanitari che sociali. Apprendere dall’esperienza, è il primo passo per poter evitare altri errori. Grazie