Cosa intendono gli italiani quando parlano di salute? Quanti ricorrono al sostegno psicologico? E, in definitiva, come stanno gli italiani dal punto di vista del
benessere psicologico? Questi i temi analizzati partendo da due indagini inedite sullo stato di benessere psicologico degli italiani che saranno presentate durante la conferenza
nazionale “Psicologia e diritti universali” organizzata dal Cnop – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (vedi il programma) che si tiene a Roma, martedì 8 ottobre in occasione della Giornata nazionale della
Psicologia del prossimo 10 ottobre.
Per anticipare i contenuti della conferenza abbiamo intervistato David Lazzari dell'Esecutivo Cnop.
Dottor Lazzari, quali saranno i temi dell'edizione 2019 della Gioranata nazionale della Psicologia?
La Giornata Nazionale della Psicologia è alla sua quarta edizione e anno dopo anno si sta affermando come una significativa occasione di confronto tra la
professione psicologica e la società, un momento di riflessione su tematiche di interesse generale con le lenti della Psicologia e naturalmente un contenitore di eventi nazionali e locali
promossi dagli Ordini regionali. Quest’anno abbiamo scelto il tema dei diritti universali perché, nella attuale congiuntura nazionale e internazionale, ci è sembrato importante promuovere
una riflessione su questo.
Come verrà declinato il tema dei diritti in
chiave psicologica?
Il tema dei diritti, verso noi stessi e gli altri, va declinato non solo a
livello individuale ma relazionale e sociale. C’è un “io” al centro dei diritti, il riconoscimento della dignità, libertà e specificità personale ma c’è anche, inestricabilmente, un “noi”, basato
sul reciproco rispetto e riconoscimento. Il tema dei diritti è uno specchio della società e della sua capacità di trovare equilibrio tra la dimensione personale e sociale, tra l’Io, il Tu e il
Noi.
La Psicologia è al cuore della vita umana perché si occupa di soggettività ma
anche di comportamenti e relazioni, della modulazione soggettiva tra istanze biologiche e socioambientali. E i diritti diventano sostanza, aspetti della nostra esistenza, dentro questa
dimensione.
Sono legati alla nostra crescita personale, alla auto consapevolezza,
all’empatia, alla capacità di relazionarsi, di conoscere e rispettare noi stessi e gli altri.
Questi i temi della nostra riflessione. Abbiamo dei dati che ci mostrano il
peso di una crescita psicologica positiva o negativa per la qualità della nostra vita, il nostro benessere e salute che hanno molto a che fare con il tema dei diritti.
In che modo?
Un minore che vive esperienze psicologiche negative ha un aumento molto
importante di probabilità di avere problemi nella vita. Il suo diritto alla salute, e non solo, viene nei fatti compromesso. Ma anche il diritto alle cure viene limitato se non si guarda alla
persona, che non è solo biologia ma anche psicologia. Il punto è che con l’evoluzione della società da un lato e delle conoscenze dall’altro il tema dei diritti universali ha bisogno di
essere affrontato in modo nuovo, non delegandolo magari alla tecnologia come si è tentati di fare nelle discussioni astratte.
I dati che presentiamo al convegno dell’8 ottobre ci mostrano sia il peso
della dimensione psicologica nei diversi aspetti della vita umana sia l’evoluzione dei bisogni e dell’idea di benessere e salute che hanno le persone. Oggi sempre più si dà importanza al
ben-essere psicologico, come condizione cruciale per una esistenza piena e sana, per costruirla e difenderla nelle difficoltà.
Quindi se vogliamo difendere e promuovere i diritti umani dobbiamo occuparci
di questo e aggiornare i nostri modelli di tutela in generale e nei diversi ambiti applicativi.
Lei ha appena pubblicato un volume intitolato
“La Psiche tra Salute e Malattia”, ci sono riferimenti a questo tema?
Veramente nel libro sono raccolti i dati che supportano i ragionamenti che ho
qui sintetizzato. Credo che sia fondamentale conoscere e far conoscere le evidenze sul ruolo della psiche nella bilancia tra salute e malattia, che vuol dire più in generale negli equilibri
adattivi e qualità dell’esistenza. La società deve confrontarsi con questo tema in modo non retorico ma concreto e costruttivo. Si possono evitare molti disagi e sofferenze e anche risparmiare
risorse individuali e collettive.
tratto da quotidianosanità.it
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=77520&fr=n
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