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OTT - (Reuters Health) – Per studiare il rapporto tra alimentazione e sintomi della depressione, Heather Francis. Insieme ai suoi colleghi
della Macquarie University di Sydney, Francis ha reclutato, 76 uomini e donne di età compresa tra 17 e 35 anni. Tutti presentavano dei sintomi di depressione e ansia e consumavano una grande
quantità di grassi e zuccheri.
I partecipanti sono stati divisi in due gruppi.
Quelli del primo sono passati ad un’alimentazione più sana, quelli del secondo hanno continuato a mangiare come
prima. Il gruppo che ha cambiato dieta ha ricevuto istruzioni da un dietologo attraverso un video di 13 minuti i cui contenuti si basavano sulla Guida australiana all’alimentazione sana del
2003 e sul modello di dieta mediterranea.
Venivano date istruzioni per aumentare l’assunzione di verdure a cinque porzioni al giorno, frutta a due o tre porzioni al giorno, cereali integrali a tre porzioni
al giorno, proteine magre a tre porzioni al giorno, latticini non zuccherati a tre porzioni al giorno e pesce a tre porzioni a settimana.
Il programma ha anche raccomandato il consumo giornaliero di tre cucchiai di noci e semi, due cucchiai di olio d’oliva e un cucchiaino di curcuma e cannella
ciascuno. Ai partecipanti è stato anche detto di ridurre i carboidrati raffinati, gli zuccheri, le carni grasse o trasformate e le bevande.
Il gruppo che ha modificato la dieta ha anche ricevuto programmi e ricette di
pasti campione, oltre a una scatola di prodotti alimentari, tra cui olio d’oliva, burro di noci naturale, noci, mandorle, semi di girasole, cannella e curcuma.
Dopo tre settimane di una dieta più sana, i sintomi della depressione sono
diminuiti, mentre sono rimasti elevati nel gruppo di persone che ha mantenuto l’alimentazione abituale. Coloro che hanno mantenuto un’alimentazione salutare per tre mesi hanno continuato a
sentirsi meglio.
“La depressione è un disturbo di tutto il corpo, non solo un disturbo del
cervello”, commenta Francis. “Essa è associata a una risposta infiammatoria cronica.Una dieta povera favorisce l’infiammazione sistemica ed è anche un fattore di rischio per la
depressione.”
Fonte: PLoS ONE
2019
Carolyn
Crist
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular
Science)
tratto da quotidianosanità.it
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=77725&fr=n
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