LE PAROLE RITROVATE: il 20° Incontro nazionale è appena finito (Renzo De Stefani)

Carissime & Carissimi

il 20° Incontro nazionale di parole ritrovate è finito da poco e il vostro 'antico' segretario è qui ad aggiornare gli assenti di come abbiamo festeggiato questo ventesimo compleanno! E non posso che dire bene bene bene!!!

 

Giovedì, come da qualche anno, abbiamo ascoltato ricche storie di recovery tutte improntate al fareassieme e al contributo che Parole Ritrovate ha offerto a vite che si stavano consumando nel dolore e nell'isolamento. Difficile non cogliere come queste storie ci dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto in tante parti d'Italia il mondo della salute mentale, grazie anche al nostro movimento, ha rimesso in moto qualità di vita e presenze nel mondo che fino a pochi anni fa erano assolutamente impensabili. Naturalmente questo non cancella le tante, troppe, aree 'desertiche' che vedono il mondo della salute mentale italiano ancora lontano dal saper offrire a tutti, ma proprio a tutti, quei 'diritti di ripresa', quei percorsi di recovery che ancora mancano in troppe famiglie, in troppe persone che vivono abbandonate in mondi dove le nostre parole d'ordine, la fiducia e la speranza, non trovano cittadinanza e il fareassieme è un approccio del tutto misconosciuto.

Ha chiuso il pomeriggio di giovedì il tradizionale incontro con una realtà estera. Quest'anno è andata in scena la Svizzera, con un gemellaggio che da 5 anni vede venire nel Servizio di salute mentale di Trento giovani studentesse del corso di laurea in infermieristica di Lugano per dei tirocini di 3 mesi. Una bella storia nata per caso quando alcune studentesse di Lugano, sentito parlare del fareassieme di Trento e dei suoi UFE, hanno chiesto insistentemente di potervi fare il loro tirocinio in salute mentale. A parlarne Magda Chiesa bravissima direttrice del corso di laurea e 2 studentesse che ci hanno raccontato con quanto entusiasmo hanno vissuto la loro presenza a Trento e come sia stata un'esperienza che ha portato loro competenze professionali e ancor prima umane. A confrontarsi con loro le tutor trentine che le hanno seguite e Laura, una UFE che ha 'insegnato' alle ragazze svizzere, cosa significhi un'utente che, a fianco dei professionisti, mette a disposizione quel valore fondamentale che passa attraverso il proprio sapere esperienziale. Un'ora che è volata e che è stata particolarmente apprezzata dai presenti in sala molto colpiti da come il fareassieme e gli UFE sono saliti in cattedra in un contesto ad alto tasso di professionalità.

 

Il venerdì si sono succedute esperienze un po' da tutta Italia, ancora una volta a commuoverci e entusiasmarci nell'ascoltare tante piccole grandi storie in cui il fareassieme giorno dopo giorno ha cambiato la vita di tante persone e delle loro famiglie che stavano affogando nel disagio. Non è mancato, come era inevitabile, qualche racconto dove le ferite erano ancora aperte e l'aspettativa era quella di trovare, nel confronto con chi aveva già fatto un bel tratto di cammino, la strada per uscire dal tunnel. Gianna, una mamma di Roma, ha commosso tutti riportandoci a una dimensione di dolore e di solitudine che da 20 anni la accompagna nel difficile rapporto col figlio, poco o nulla sostenuta dai Servizi e in difficoltà grande a trarre da altri genitori gli stimoli giusti per ritrovare senso e dignità alle loro vite. In tanti hanno interloquito con mamma Gianna nella certezza di ritrovarla il prossimo ottobre, con gli occhi sorridenti, a raccontarci che il loro mondo aveva cominciato a ritrovare il bandolo della matassa.

 

E siamo arrivati alla mattinata del sabato dedicata alla presentazione 'ufficiale' del ‘nostro’ libro. Il vostro segretario ne ha riassunto i contenuti a cui sono seguiti gli interventi di alcuni tra i tanti che vi hanno scritto i propri contributi, assieme a quanti hanno ancora voluto portare la loro voce. Importante il contributo di 2 rappresentanti di altri mondi del disagio (alcol e nefrologia)  desiderosi di aprire fronti di collaborazione col mondo di Parole Ritrovate per portare nei loro mondi le nostre peculiarità, a partire dagli UFE.

Hanno partecipato a tutto l’Incontro, come ormai di consuetudine, una rappresentanza di 19 brasiliani, provenienti in larga parte dallo Stato del Rio Grande do Sul con cui è in essere una collaborazione che ci vede protagonisti da quasi 15 anni! E a maggio 2020 probabilmente saremo noi ad andare in Brasile a innaffiare la pianta del fareassieme che in quel paese sta prendendo piede alla grande!

 

Non può mancare una sottolineatura sulle consuete serate che accompagnano da sempre l’Incontro nazionale. Sono state ricche sia sul fronte dei contributi espressivi, teatrali e canori, sia sul fronte della presentazione di 4 esperienze di fareassieme dai quattro angoli del mondo. Kenya, Brasile, Serbia e Giappone in modi diversi ci hanno raccontato le loro esperienze di fareassieme, tutte in vario modo collegate al fareassieme di Parole ritrovate e di Trento in particolare. Anche qui un'ora ricca di emozioni e di orgoglio per quello che con certosina pazienza in tanti abbiamo costruito in giro per il mondo. 

 

Esaurito il racconto, se pur sintetico del nostro 20° Incontro - e ben vengano vostri contributi che farò girare nella prossima mail - vi segnalo alcuni punti che ci aspettano a breve e che discuteremo nel prossimo Incontro di coordinamento nazionale che si terrà a Bologna sabato 9 novembre, dalle 10.00 alle 15.00 

Nell'ultimo coordinamento del 21 settembre abbiamo affrontato alcuni argomenti che sono sul tappeto da tempo o che si sono fatti avanti con la pubblicazione del libro e abbiamo fissato per sabato 9 novembre il prossimo incontro. Come sempre nella sede dei gruppi di auto mutuo aiuto al Roncati di Bologna, che si trova tra Viale Pepoli e Via Isaia. Chi non ci è mai stato può telefonare a Roberto Cuni per avere le giuste indicazioni, cell. 3491673276. 

Ecco i principali temi all'ordine del giorno. 

1) Riprendere il confronto sulla città dove faremo il prossimo Incontro nazionale nell'ottobre del 2020. Da anni ci sono 2 correnti di pensieri: c'è chi ritiene che sia giunto il tempo di rendere l'Incontro nazionale itinerante, cambiando ogni anno città per offrire a più realtà gli stimoli che un nostro Incontro nazionale porta dove si tiene; c'è chi invece pensa che Trento sia ormai diventato un punto di riferimento dove gli habitué tornano con un piacere particolare e dove anche i 'nuovi' si trovano a respirare un clima difficile da ricreare altrove. Dopo tanto discutere prenderemo finalmente una decisione!

2) Informazione e riflessioni su una proposta che è andata maturando negli ultimi mesi, prima in modo molto informale, poi in maniera più strutturata, circa l'organizzazione ad aprile del 2020 di una 2 giorni sul 'supporto tra pari'. In Italia le prime esperienze di supporto tra pari significative sono nate 15 anni fa a Trento con gli UFE, che si sono poi diffusi ad altre realtà legate al nostro movimento. Negli ultimi anni, se pur con nomi diversi, pratiche di 'supporto tra pari' si sono diffuse in molte regioni italiani e stanno costituendo una delle realtà più innovative nel mondo della salute mentale italiana. Arriviamo in ritardo rispetto a molte realtà estere, ma stiamo recuperando il tempo perduto! Parole ritrovate, per il ruolo che ha avuto e per le realtà che vi fanno riferimento, è una delle realtà che si farà promotrice dell'evento, al momento assieme al Servizio sanitario regionale dell'Emilia e Romagna e alla Rete degli utenti della Lombardia (RUL). A Bologna avremo modo di approfondire cosa ci aspettiamo da questo importante evento e con quali obiettivi andremo a costruirlo assieme a chi sarà della partita. Certamente il primo punto su cui ragionare, che è anche l'obiettivo principale scontato, è quello di riunire tutte le esperienze di 'supporto tra pari' presenti in Italia e trovare quei comuni denominatori che possano dare forza, visibilità e contrattualità ad una esperienza che rischia di frammentarsi su binari ‘troppo’ diversi e perdere il proprio fortissimo potenziale. Due giorni quindi per mettere un po' di ordine, senza sicuramente la volontà di appiattire le singole peculiarità che in questi anni sono nate, ma senza neppure assistere indifferenti al diffondersi di approcci al supporto tra pari che non riescono a trovare dei punti comuni su cui costruire un'esperienza nazionale che possa rendersi presente e forte in tutta Italia. Una bella responsabilità a cui Parole ritrovate non può non dare un suo importante contributo.

3) E ancora il 'nostro' libro! Le presentazioni si stanno moltiplicando e dobbiamo farci sopra un ragionamento, favorirne la disseminazione, individuare un format che ci aiuti. È  un impegno sicuramente nell'aria e non dovrebbe essere difficile trovare le strade migliori.

4) Missione India! Come molti di voi sanno gli amici di Prato, Lamberto Scali, psicologo da poco a riposo del Dipartimento di salute mentale e Luciano Giusti, anima della Polisportiva Aurora, da anni hanno un importante progetto in India, a Kochi nello Stato del Kerala, dove si sono spesi, con ottimi risultati, per umanizzare e rendere più vivibile un brutto vecchio manicomio. Ora sta maturando la possibilità di dar vita ad una comunità terapeutica improntata ai nostri principi e forse anche all'utopia possibile di dar vita con tutte le prudenze e le difficoltà del caso a un primo embrione di centro di salute mentale. L'India ha un sistema sanitario basato sulle mutue e sulle assicurazioni che garantisce i ricchi e penalizza i poveri. L'utopia degli amici di Prato è garantire risposte appropriate e dignitose a tutti, e noi di Parole ritrovate di utopie un po' ce ne intendiamo! Per capire la percorribilità del sogno una delegazione di Prato tornerà in India tra novembre e dicembre e ne farà parte anche il vostro 'antico' segretario che gli amici di Prato hanno invitato un po' come 'esperto' di salute mentale territoriale un po' come avamposto di Parole ritrovate. Perché se il progetto decolla Parole ritrovate potrebbe farsene, assieme ovviamente ai pratesi, parte attiva e partecipe. Insomma se son rose fioriranno e ne riparleremo al ritorno dalla 'missione' in India. E a proposito di missioni in questa avventura c'è la presenza delle Suore domenicane, capitanate da Suor Paola una forza della natura che a Prato, e non solo, si è spesa con le sue consorelle in tantissime iniziative col mondo della salute mentale. E in India dove hanno svariate missioni sono una 'potenza' riconosciuta e giocherebbero un ruolo fondamentale nella costruzione del progetto.

5) Varie ed eventuali. Lascio a chi legge fare altre proposte o riprendere temi toccati negli ultimi coordinamenti e non portati a compimento.

 

In chiusura vi ricordo che le Parole ritrovate trentine organizzano da quasi 10 anni corsi di formazione e giornate di sensibilizzazione sul fareassieme. In queste ultime settimane è stato ristampato e aggiornato il libretto che le presenta. Lo allego per le realtà, specie quelle nuove, che fossero interessate.

 

Vista l'importanza degli argomenti in ballo mi permetto di fare pressing sulla vostra presenza numerosa il 9 novembre. Come sempre noi crediamo che tutti possono portare un loro contributo e quindi più saremo più troveremo le risposte giuste alle sfide che ci attendono.

 

Baci tanti

Renzo 

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Commenti: 2
  • #1

    Roberta Foietta (lunedì, 11 novembre 2019 21:30)

    Il disagio mentale aumenta tra le persone. Occorre prenderne atto e creare sinergie per arginarlo, iniziando a cercare decisamente di abbattere lo 'stigma'. Chi ne è stato colpito, i famigliari, sono coloro che possono aiutare umanamente altre situazioni. Qui non ci sono da fare filosofie ma condividere un cammino spesso assai faticoso che solo chi ne ha fatto esperienza sulla propria pelle può capire. Da soli, con la vergogna e l'isolarsi non si va da nessuna parte. Insieme invece è un'altra cosa, lo sappiamo bene. È su questa strada che si troverà un po' di sollievo. Gli obbiettivi si perseguono insieme. Buona vita a tutti

  • #2

    Gianfranco Conforti (martedì, 12 novembre 2019 10:44)

    Concordo pienamente sul suo commento, sig.ra Roberta Foietta. E' la filosofia del movimento LE PAROLE RITROVATE e del FAREASSIEME. Buona vita anche a lei. Se è di Cuneo o nelle vicinanze la invito a mettersi in contatto con noi se le interessa.

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Il Grattavvinci è una parodia che si snoda attraverso tre città: Napoli, una Roma pienamente distopica e Cuneo, rivisitata attraverso uno dei più bei romanzi del grande scrittore e giurista cuneese Franco Cordero, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione. Al lettore il divertimento dei riconoscimenti e dei rimandi, in una sarabanda ilare e ironica, in un domani che, almeno in parte, è già oggi.

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Roberto Baravalle è nato a Cuneo nel 1948. È stato insegnante e si è occupato a lungo di arti figurative. Autore di numerosi testi critici e di vari racconti, ha scritto tre romanzi: Sold Out, Rusconi, 1990, Anni Strappati, Daniela Piazza, 2002 e Nero di Spagna, Nerosubianco, 2006. Nel 2005 è uscito con il Touring Club Italiano il reportage ¡Olé! Spagna d'oggi fra modernità e tradizione. Nel 2008, con Nerosubianco, ha pubblicato l’antologia Esercizi di memoria. Nel 2011, per Il Saggiatore, ha tradotto e curato un volume dal titolo Il volo oscuro del tempo che raccoglie un’ampia selezione delle memorie dell’editore poeta Carlos Barral.

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