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La questione che vorrei affrontare, in questo breve articolo, nasce da un interrogativo: alla luce delle scoperte fatte nell'ambito della psicologia infantile, e degli inevitabili mutamenti nella relazione interpersonale tra madre-neonato, nella fase primaria della vita, a causa del covid-19, si sta seriamente valutando se le ultime indicazioni del Ministero della Salute in materia possano recare danni psicologici alla coppia madre/neonato?
A partire dagli anni sessanta, la concezione che si ha dei neonati muta straordinariamente, la percezione cambia radicalmente, si aprono nuove frontiere alla loro conoscenza e si scopre che essi non sono "attivati" dalla madre ma da una primaria attività endogena che deve coordinarsi con quella materna, ossia, in armonia con una delle funzioni base del cervello di scoprire e ordinare le informazioni, sono spinti da una motivazione intrinseca a ciò, e sono automotivati a scoprire le regolarità, a generare aspettative ed agire in base ad esse. (L. Sander, 1977). Prende forma una nuova e diversa concettualizzazione, il neonato è visto come parte attiva nel rapporto con la madre , nei termini di un "sistema diadico". Questa nuova prospettiva paradigmatica obbliga gli studiosi - tutti di formazione psicoanalitica (Beatrice Beebe, Daniel Stern, Allan Schore, Alan Fogel, Joseph Lichtenberg, Colwyn Trevarthan, Edward Tronick e Louis Sander) - a ideare metodiche adatte ad osservare empiricamente la relazione simultanea tra madre e bebè, impegnati nella regolazione del rapporto interpersonale. Prendono forma studi e ricerche che confluiranno nell'infant research; attraverso le lenti di questo paradigma scientifico si guarda ad un "neonato interattivo".
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Se adagiati pelle contro pelle sul suo addome, sotto al seno, poco dopo la nascita, rimangono serenamente in uno stato vigile per 20-30 minuti, poi iniziano una sequenza, (uguale per tutti), che comincia con lo schioccare delle labbra e poi con il perdere la saliva ( bava) dalla bocca. Si muovono in avanti verso il seno non lavato, la testa si gira da una parte all'altra, fanno rimbalzare il naso sul seno, spostandosi verso il capezzolo, aprono così abbondantemente la bocca quando è vicino, strofinandolo in modo che l'areola diventi gonfia, tirano dentro profondamente il capezzolo in una posizione che è ottimale per iniziare la poppata. Se questa sequenza, che porta alla poppata, ha inizio entro la mezz'ora dopo la nascita, avviene, straordinariamente, una secrezione di ossitocina che determina una vasocostrizione nella madre che ha la funzione di controllare l'emorragia postpartum e ridurre il dolore.
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Un filone di ricerca ancora in auge e pertanto fecondo riguarda la voce della madre. I bebè mostrano un irresistibile passione per la prosodia del maternese. (Marie-Christine Laznik, 2012). Per chi non lo sapesse, il maternese o motherese è la lingua che tutte Ie madri del mondo usano per parlare con i neonati. (…) Sicuramente, qualche volta vi sarà capitato di udirlo. Sul piano prosodico il maternese si caratterizza per un registro della voce più elevato di quello solito, una gamma ristretta di contorni intonativi - ma dalle modulazioni e variazioni di altezza molto esagerate - di forme melodiche lunghe, dolci e con ampie escursioni.
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Ultimamente, a causa del coronavirus, gli uomini si sono dovuti attrezzare a comunicare a distanza usando la tecnologia che quest'epoca mette a disposizione. Pare che i neonati poco o per nulla tollerino i mezzi che non assicurano una presenza diretta della madre.
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I neonati non chiedono una relazione perfetta con la madre, si aspettano, invece, che essa sia semplicemente "sufficientemente buona". Essi, sanno dare valore al fatto che la madre non potrà sempre rispondere al loro pianto in modo ottimale; Sanno, poi, approfittare di questi momenti di " disgiunzione" per arrivare a negoziare stati reciproci con sufficiente flessibilità senza irrigidimenti nello schema. L'incontro tra i neonati e la madre richiede l'integrazione sia di attività in correlazione fra loro (pianto e risposta in sincronia), sia l'indipendenza di attività non in correlazione fra loro (pianto e non risposta ottimale), la disgiunzione. Dunque è fondamentale che ci sia questo "movimento oscillatorio" tra stati di corrispondenza e stati di non corrispondenza e che l’esperienza riparativa sia innescata congiuntamente dalla coppia che organizza le disgiunzioni: più forte è l’esperienza di riparazione riuscita, più forte sarà probabilmente la tolleranza della rottura. Tuttavia questo oscillare deve avere una sua "musicalità", il ritmo deve svolgersi all'interno di un sistema preciso perché si sviluppino motivi come modi per definire le emozioni, modi di “essere con”, modi di fare esperienze di relazione, che nell’insieme sono modelli di aspettative di coordinamento del ritmo.
Nel documento recante il titolo "OGGETTO: COVID-19: indicazioni per gravida-partoriente, puerpera, neonato e allattamento. Ministero della salute del 31/03/2020" le disposizioni del ministero della salute prevedono: << a. Se la madre presenta un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato vengono transitoriamente separati, in attesa della risposta del test[...]; b. Se il test risulta positivo, madre e neonato continuano ad essere gestiti separatamente; c. In caso di separazione del neonato dalla madre si raccomanda l’uso del latte materno spremuto o donato.[...] d. Nei casi di infezione materna grave la spremitura del latte materno potrà non essere effettuata in base alle condizioni generali della madre.[...] e. Neonati positivi per SARS- CoV-2 necessitanti di Terapia Intensiva Neonati e lattanti di peso < 5 kg con positività confermata per SARS-CoV-2 e necessità di terapia intensiva neonatale devono essere trasferiti presso Centri di Terapia Intensiva Neonatale identificati, con l’attivazione del Sistema di Trasporto Neonatale in Emergenza (STEN)>>.
Le disposizioni del ministero della salute messe in atto a causa del covid-19 potrebbero essere pericolosamente "contra naturam". Sono procedure che prevedono separazioni ( nel caso la mamma risultasse positiva al covid-19), seppur transitorie, ma di grande effetto per il nascituro (capaci di far deviare dall'opportuno sviluppo emotivo e cognitivo) e di incontri con la madre mediata da dispostivi come mascherine chirurgiche mentre si è allattati con un altissimo rischio di compromettere la relazione, in un momento della vita in cui la qualità del legame è fondamentale per la crescita. Se proprio deve prevalere la scelta biologica, e quindi non è possibile disattendere le disposizioni sanitarie, almeno, è fondamentale che siano coinvolti osservatori esperti. Esperti in psicologia dello sviluppo infantile che sappiano cogliere quei segnali che possono scaturire da questa situazione difficile - e poter tempestivamente intervenire - ed evitare che il neonato, sopraffatto, ricorra a modalità autocentriche che possono seriamente influenzarne lo sviluppo attraverso, ad esempio, l'auto-contenimento con I'immobilità o il movimento continuo del corpo, con la contrazione della muscolatura o con I'aggrappamento ad elementi inanimati dell'ambiente; focalizzandosi su stimoli visivi o tattili, deviando da un incontro con "l'orizzonte materno".
Tratto da www.psychiatryonline.it
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