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19/11/2020 09:28
A menteinpace@libero.it
Abbiamo il piacere di condividerle un video in cui il Prof. Giulio Perugi affronta l’approccio terapeutico appropriato al disturbo bipolare.
Perché i pazienti non sono tutti uguali.
Giulio Perugi dell’Università di Pisa mette subito in chiaro come "non esiste un approccio terapeutico unico per mantenere l’equilibrio nel disturbo bipolare". Siamo di fronte ad una condizione eterogenea, per la quale esiste una serie di approcci: "Esistono tanti approcci quante sono le varietà di disturbo bipolare”. Come limitare le complicanze di un approccio terapeutico sbagliato? La cosa fondamentale è tenere sempre presente un’ottica a lungo termine. Una situazione clinica piuttosto frequente, soprattutto nelle forme resistenti, è quella di scegliere interventi terapeutici che possono facilmente avere un effetto destabilizzante e produrre loro stessi cronicità. “Gli interventi efficaci in acuto di solito a lungo termine inducono un peggioramento del decorso e in molti casi una cronicizzazione”, spiega Perugi. Se da un lato esistono trattamenti efficaci in acuto che peggiorano il decorso nel lungo periodo, dall’altro ci sono trattamenti che in acuto fanno poco, ma nel lungo periodo sono efficaci. “Un esempio è la lamotrigina che, non ha un’efficacia sulle fasi acute del disturbo, ma che ha un’efficacia profilattica sulle ricadute depressive”.
Il video in pillole
Come mantenere l’equilibrio nel disturbo bipolare?
Il disturbo bipolare è una condizione eterogenea esistono tanti approcci quante sono le varietà di disturbo.
Esiste la possibilità di destabilizzare il disturbo con gli interventi terapeutici?
Gli interventi efficaci in acuto possono a lungo termine produrre un peggioramento del decorso e in molti casi una cronicizzazione.
Come limitare le complicanze di un approccio terapeutico sbagliato?
È fondamentale un’ottica di trattamento a lungo termine.
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