Mi considerano matto…ma questo sono io. Forse vedo le cose in modo strano, ma la luce non mi manca: la voglia di vivere, ecco, a volte sì.
Troppi ostacoli sul cammino della mia vita… Doloroso è capire quasi tutto e non essere capito.
Mi sento osservato quando passo in mezzo alla gente; mi sento debole, impotente…ma una misteriosa forza mi tiene insieme.
Qualcuno ha detto che ho due volti opposti…e a volte provocano caos nella mia memoria…oppure una luce di genialità.
Vi sembra possibile tutto ciò?
Davanti a una frusta potrei provare timore…paura…ma dentro a una festa potrei trovarmi al settimo cielo.
Devo sempre stare all’erta perché lunghe ombre rivelano false immagini, sembra una fiaba…Il matto è necessario nella società perfetta; il deviante è comodo nella società perfetta. La fame, la solitudine, l’abbandono…sono devianza nella società perfetta?
Sono arrabbiato perché anch’io ho un’anima…come voi!
Per questo…io rivendico il mio pezzo di pane.
Roberto Pacifico
Da “Panem Vestrum”,
opera teatrale della Compagnia di Teatro Sociale GLI INTRONAUTI
Tratto da: Paolo Balmas (a cura di), INTRONAUTI, voci da un teatro fuori di scena, Tipolito Europa, Cuneo, 2020, pagg. 45-46
Si può richiedere il libro INTRONAUTI all'indirizzo ipaziaintro@gmail.com, indicando il numero di copie desiderate e l'indirizzo di spedizione, se fuori Cuneo.
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