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COMUNICATO STAMPA - CON PREGHERA DI PUBBLICAZIONE
LA REGIONE PIEMONTE ABBANDONA I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI!
DOPO LA STRAGE NELLE RSA, SCIPPATI 30 MILIONI DI EURO DI SOLDI DELLE CONVENZIONI SANITARIE
RISORSE LEA USATE COME BONUS E RISTORI CONTENTINO SUL DOMICILIO PER LA MINORANZA
«Una misura illegittima. Che usa 30 milioni di euro di risorse dei Livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie Lea, dedicate obbligatoriamente al pagamento delle quote sanitarie dei malati non autosufficienti in Rsa, come sussidi economici a pioggia e non per la cura dei pazienti».
È il commento Fondazione promozione sociale onlus all’approvazione del disegno di legge n. 128 avvenuto oggi in Consiglio regionale del Piemonte.
Il provvedimento regionale è ingannevole fin dal titolo, che indica come destinatari delle «Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali» gli «anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche» e attinge per la somma di 30 milioni di euro al capitolo di bilancio destinato alla «Tutela della salute - programma 01 Servizio sanitario regionale finanziamento corrente per la garanzia dei Lea - titolo 1 spese correnti».
Non uno dei soldi stanziati, in realtà, andrà in prestazioni Lea o in risorse ai malati/persone con disabilità non autosufficienti e altri utenti dei servizi. Si tratta di soldi che dovevano essere spesi per quote sanitarie in Rsa (cioè per garantire il pagamento del 50% della retta dei pazienti da parte delle Asl) e che verranno invece erogati sotto forma di aiuto economico, direttamente nelle casse dei gestori privati. Mentre i rimborsi di mascherine e prodotti per l’igienizzazione degli ambienti sono assolutamente legittimi e condivisibili, ma dovevano essere forniti con le risorse stanziate dal Governo.
Per sostenere l’attività delle strutture occorreva che la Regione usasse le risorse Lea per attivare nuove convenzioni agli utenti. Invece, come ricordato dagli stessi gestori privati, la Regione Piemonte ha chiuso l’anno 2020 con un taglio di quasi 50 milioni di euro sulla spesa storica destinata alle quote sanitarie per i malati non autosufficienti (219 milioni di euro a fronte dei 267 del 2018).
Perché la Regione non l’ha fatto, dato che, come dimostra il provvedimento, i soldi ci sono?
Non si sarebbe raggiunto il vero risultato di questo provvedimento: tagliare le convenzioni per i malati non autosufficienti, e usare i soldi destinati alle prestazioni Lea per altri capitoli di
spesa. I rimborsi e aiuti alle imprese private, oggi. Domani, chissà.
A fronte degli almeno 4.000 morti nelle Rsa piemontesi, di una situazione di negazione delle cure e carenza cronica del personale (infermieri, operatori socio-sanitari…) nelle Rsa (molto spesso al di sotto dei già insufficienti standard di legge), della chiusura ormai lunga un anno delle strutture a visite dignitose e ai controlli dei parenti dei degenti, a fronte degli oltre cento fascicoli aperti dall’Autorità giudiziaria nelle sole Procure di Ivrea e Torino, il Consiglio regionale del Piemonte approva lo scippo di 30 milioni di euro di risorse ai malati non autosufficienti.
Il misero “contentino” dato alle cooperative che gestiscono le prestazioni domiciliari – che non è riconoscimento della valenza sanitaria della loro attività, ma puro conto ragionieristico delle spese sostenute in periodo di pandemia – ha forse convinto alcuni componenti della minoranza.
Non chi si batte per promuovere e difendere i diritti dei malati non autosufficienti e delle loro famiglie.
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