Non sappiamo quando né come ne usciremo da questo difficile periodo. Possiamo solo dire, con ragionevole certezza, che ne usciremo. Abbiamo bisogno di tante cose per uscirne.
Certo, non abbiamo bisogno:
· di sentire chi si lamenta continuamente perché non può andare al mare, o a fare le vacanze. Facciamogli vedere le foto di quei bambini che, in terra di Siria, non conoscono altro che guerra. Facciamogli vedere le ferite inferte dai torturatori libici a chi cerca un futuro migliore. Facciamogli vedere gli occhi pieni di terrore di quelle donne abusate, che non riusciranno più a dormire tranquille, né a vivere il sesso in modo sereno;
· di sentire gli alibi di chi dice che volentieri darebbe una mano agli altri ma bisogna stare attenti perché l’indice di contagio del covid 19 e cioè l’RT è ancora sopra l’1. Senza voler fare gli eroi ci sono molti modi di aiutare chi ha bisogno, senza correre eccessivi rischi. Basta guardare fuori dalla porta di casa, senza necessariamente chiuderla a doppia mandata, alzando il volume della televisione per non sentire;
· di vedere che siamo tutti esperti di virologia, di amministrazione della sanità, di gestione dell’emergenza e che queste capacità riusciamo a svolgerle preferibilmente seduti sul divano con il telecomando in mano;
· di sentire che c’è chi vede con terrore la divisa del Generale Figliuolo, perché pare che getti un’ombra golpista sull’emergenza covid. Ma, durante le emergenze dovute ad alluvioni o terremoti, le divise degli alpini hanno sempre rappresentato un sollievo per le popolazioni colpite. A me non interessa se il Commissario Straordinario è un militare o meno; quel che mi interessa è che sia all’altezza del compito assegnatogli. E questo lo sapremo a posteriori, non giudicandolo a priori;
· di una ripresa bulimica, esagerata, iperbolica, insensata. Quando l’economia potrà riprendere a funzionare, quando i consumi riporteranno nelle tasche i guadagni di un tempo c’è da sperare che questa economia non giri come una trottola impazzita;
· di vedere aumentare l’inquinamento come prima o, peggio, più di prima. Le foto dei cervi a bordo strada, delle meduse nei canali di Venezia sono certo immagini legate ad una situazione contingente e che non rappresenteranno la normalità futura. Ma vedere il cielo più pulito non mi pare che rappresenti un dramma, se non per il fatto che dipende da una pandemia;
· di sentire che c’è chi intesse le lodi del personale sanitario, che ringrazia la Sanità pubblica senza rendersi conto che ha consentito a governanti, sia a livello locale che nazionale, di ridurre drasticamente i suoi finanziamenti. Puntare ad una sanità d’eccellenza non vuol dire solo utilizzare macchinari all’avanguardia ma anche puntare ad un’assistenza di prossimità, alla prevenzione, all’educazione sanitaria, alla riabilitazione in centri specializzati ma anche accessibili;
· di politici che strumentalizzano il malcontento;
· di agitatori digitali che sui social vomitano rabbia e sciocchezze.
Mi fermo per non annoiare. Tutti ci auguriamo che questi anni ci servano per capire gli errori commessi e per non ripeterli ma anzi per correggerli.
Ma se ciò che vorremo seguire in futuro sarà il nostro egoismo, il nostro tornaconto senza pensare che un piccolo sacrificio finalizzato all’interesse comune ci potrà evitare probabili sacrifici ben più grandi in futuro, allora sarà stato tutto inutile.
Quel piccolo sacrificio si chiama partecipazione, responsabilità, moderazione. Si nutre di piccole cose, di umanità, disponibilità. Piccole cose che, se viste con occhi diversi, così piccole non sono. Abbiamo potuto verificarlo in questi mesi quando anche una semplice passeggiata ci sembrava una cosa bellissima.
Quel piccolo sacrificio, che poi sacrificio non è ma è cambio di mentalità, si tratta di comportamenti quotidiani, di piccoli obiettivi che però occorre attuare in modo perseverante…come il lavoro delle api sulle piccole margherite.
Gianfranco Conforti
Volontario di MenteInPace
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Béatrice (domenica, 18 aprile 2021 11:46)
Condivido pienamente.
Grazie Paco per avere espresso il pensiero di molte persone che cercano di "guardare fuori dalla porta di casa" e sperano tanto che quando usciremo finalmente da questa Pandemia, saremo veramente tutti un po' "migliori", più altruisti, solidali e ricchi dentro.