Il collettivo di attivisti che lotta per la salute mentale durante la pandemia
Dopo un anno di pandemia la nostra salute mentale è messa a dura prova. La Brigata Basaglia è un collettivo di attivisti di Milano offre supporto psicologico a chi si sente smarrito a causa delle restrizioni e dell’isolamento sociale
Non è un segreto che la pandemia da coronavirus abbia messo a dura prova la salute mentale degli italiani — così come la capacità di risposta da parte dei servizi di cura. A confermarlo sono le recenti rilevazioni della Società Italiana di Psichiatria: a fronte di circa 900mila italiani che usufruiscono regolarmente dei servizi di salute mentale, fa riscontro un sommerso non trascurabile (pari a 4,5 milioni di persone) che, pur avendone potenzialmente bisogno, non riesce ad avere accesso ai servizi di cura.
Per rimettere in sesto i Dipartimenti di Salute mentale (Dsm) e soddisfare la domanda crescente da parte di persone di ogni fascia d’età, servirebbe un aumento di spesa pubblica considerevole, pari a circa 3 miliardi. I problemi, però, non riguardano soltanto i pazienti, ma anche la penuria di professionalità adeguatamente formate: mancano all’appello 2mila psichiatri, 1.500 psicologi, 5mila infermieri, 1.500 terapisti della riabilitazione psichiatrica e altrettanti assistenti sociali.
Statistiche impietose che, purtroppo, non dovrebbero stupirci: da oltre vent’anni, l’Italia non investe una quota adeguata del suo budget sanitario per la salute mentale. Nel 2001 i presidenti delle Regioni si sono impegnati a destinare almeno il 5% dei fondi sanitari regionali alla sua tutela, ma da allora quell’obiettivo non è mai stato raggiunto: la media nazionale è inchiodata ancora oggi a poco più del 3,5%, con differenze significative da regione a regione. E anche il Pnrr, che avrebbe potuto rappresentare un’occasione importante al riguardo, non presenta alcuna previsione di spesa esplicitamente dedicata alla salute mentale.
Per fortuna dove non arriva Stato arrivano le reti di solidarietà. Come la Brigata Basaglia, un collettivo di attiviste e attivisti che dall’aprile dello scorso anno si occupa di aiutare le persone che stanno sperimentando difficoltà psicologiche a causa dell’isolamento sociale. “Il progetto è nato nell’ambito delle brigate volontarie per l’emergenza promosse da Emergency, che dallo scorso anno distribuiscono pacchi alimentari a famiglie in difficoltà”, racconta a Rolling Stone Luciana De Angelis detta “Lula”, psicologa, attivista e co-fondatrice della Brigata Basaglia. “Ricevevo in continuazione telefonate di persone che chiedevano aiuto, ma non sapevo bene come aiutarle. All’inizio inviavo dei brevi video con delle piccole ricette per stare meglio: creare calendari per ottimizzare i tempi, dare il giusto spazio al riposo, insomma, l’abc del benessere; ma non era sufficiente. Così ho pensato di rivolgermi a Emergency per estendere l’attività delle brigate anche alla cura del benessere psichico”.
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