LE RECENTI INIZIATIVE SULLA SALUTE MENTALE (Gianfranco Conforti)

Nel mese di Giugno si sono verificati eventi interessanti per chi è attento alla salute mentale, come operatore, familiare, utente o volontario delle varie associazioni.

 

Inizio con il parlare della recente videoconferenza (svoltasi ieri, venerdì 2 Luglio) organizzata dall’associazione “Il Bandolo” di Torino, voluta allo scopo di creare “un coordinamento capace di dare più voce sia a livello  regionale che nazionale” tra le “Associazioni che si occupano di salute mentale”.

 

Inoltre il 12 Giugno il Movimento nazionale “Le Parole Ritrovate” ha organizzato un webinar a livello nazionale a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone e dove hanno parlato una trentina di relatori, principalmente utenti e familiari oltre che operatori. I temi trattati miravano a presentare gli aspetti da migliorare oltre a dimostrare che una psichiatria di comunità, dove prevale il “fareassieme”, può essere possibile. Proprio questo neologismo caratterizza questo movimento: mettere sullo stesso piano gli operatori con gli utenti ed i loro familiari, creando quella figura di Utente e Familiare Esperto che, nel rispetto delle rispettive competenze, si affianca agli operatori. Per mettere a disposizione quella conoscenza della patologia mentale che solo chi l’ha provata (direttamente o indirettamente) può avere.

 

Altro appuntamento, che ha avuto spazio anche sui mezzi di informazione nazionali, è stata la due giorni on-line voluta dal Ministero della Salute. Si è trattato della  2^ Conferenza nazionale per una Salute mentale di comunità, svoltasi il 25 e 26 giugno. Come ha sottolineato Nerina Dirindin, esperta del Ministro della Salute, tale conferenza “giunge a vent’anni di distanza dalla prima e viene realizzata a conclusione di un percorso di approfondimento sviluppatosi all’interno del Tavolo Tecnico istituito presso il Ministero della Salute”. Un lasso di tempo considerevole, per certi versi preoccupante visti i tagli alla sanità e la scarsa risposta delle regioni alle direttive nazionali in tema di salute mentale (e non solo). Lo afferma il ministro quando riconosce che negli ultimi decenni, l’attenzione dedicata alla sofferenza mentale non sempre è stata all’altezza; ne è conferma …l’attuazione del Piano di Azioni Nazionale per la Salute mentale (approvato in Conferenza Unificata il 24 gennaio 2013): i dati ci dicono che…solo il 49.5% degli obiettivi prioritari sono stati oggetto di provvedimenti a livello regionale (di recepimento o attuazione)”. Occorre perciò un cambio di passo, implementando le strutture psichiatriche, i posti letto ed il personale ma avendo chiaro che, come sottolinea Roberto Speranza, il disagio mentale…si cura nelle comunità”.

 

Eppure, malgrado la costituzione di “Tavoli”, l’organizzazione di conferenze, le parole spese in dichiarazioni, documenti, ordini del giorno, la disomogeneità del livello qualitativo dei servizi psichiatrici è sintomo di una scarsa cultura territoriale che soddisfi le necessità degli utenti e familiari. Sintomatica è la mozione, approvata recentemente alla Camera dei deputati all’unanimità, che impegna il Governo a rimuovere qualsiasi discriminazione verso la malattia psichiatrica se la si confronta con le parole di Alberta Basaglia, figlia di Franco e psichiatra ella pure, la quale afferma che stanno uccidendo l'eredità di mio padre”.

 

Cosa può fare, alla luce di tutto ciò, un’associazione che cerca di contrastare il pregiudizio contro la malattia psichiatrica e, più in generale, contro le diversità e le fragilità? Chiudersi in sé stessa, pensando ad iniziative concrete che creino una comunità umanamente accogliente fra i vari componenti per superare le solitudini fra i corpi e fra le menti? Certo cercare di operare nella dimensione locale può far sembrare più utile e decisivo il proprio contributo. E senz’altro lo sarà, visto che sia l’associazione MenteInPace che la Di.A.Psi di Cuneo, oltre alla Cooperativa sociale “Proposta 80” (capofila dell’iniziativa), sono soggetti partner del progetto "Restart & recovery", oltre alla Cooperativa Momo, al Comune di Cuneo ed alla Casa del Quartiere Donatello.

Tale progetto, che va da Aprile 2021 sino a Dicembre 2022, si inserisce nell’intento di costruire una psichiatria di comunità, che promuova “percorsi di miglioramento della Qualità di Vita delle singole persone” specie per quanto riguarda il sostegno alla domiciliarità, al lavoro ed alla socializzazione per gli utenti dei servizi. È un progetto ambizioso, fortemente sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

Punta chiaramente, come si legge tra le sue finalità, ad “implementare la salute mentale di comunità”. Questo potrà essere possibile solamente, come affermano i promotori, attraverso “una serie di azioni volte a rafforzare l’esistenza di una rete di soggetti che a diverso titolo già si occupano di salute mentale”.

 

Per questo penso che sia non solo utile ma indispensabile costruire e mantenere contatti con associazioni e/o soggetti che si muovono contro il pregiudizio psichiatrico e per una salute mentale di comunità, anche al di fuori dell’ambito locale. Questo non solo per contare di più nei confronti dei livelli amministrativi, specie regionali, ma anche per conoscere percorsi diversi e nuove iniziative che possono diventare nuovi stimoli.

 

Gianfranco Conforti 

 

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