NON SI CAMBIA LA SALUTE MENTALE SENZA COINVOLGERE GLI UTENTI

foto di ROSANNA TINTORI

Mostra collettiva Fotografica “Cuneo Celata Cuneo Svelata” (a cura di Veruschka Verista)

 

Non si cambia il modello organicista della salute mentale senza un piano concreto di intervento che coinvolga gli utenti

 

Articolo segnalato da Susanna Bernelli,

del Movimento nazionale Le Parole Ritrovate, Verona

Marcello Maviglia e Laura Guerra

Per un uso mirato e critico degli psicofarmaci e il passaggio al modello psicosociale occorre la creazione di centri specializzati per la sospensione degli psicofarmaci, la formazione degli psichiatri e del personale sanitario sui metodi di una sospensione metodica, efficace e sicura.

Occorre il coinvolgimento degli utenti, dei familiari e degli esperti per esperienza.

 

Rischi dell’abbandono del modello Basagliano

In questi ultimi mesi si è scatenato nel panorama della salute mentale italiana, e potremmo dire mondiale, un vero e proprio “shock” sul quale si è dibattuto molto sui media e social a livello internazionale.

Ci riferiamo al proposto cambiamento di leadeship del sistema della salute mentale di Trieste e del Friuli, che prelude al dissolvimento del modello psico-sociale basagliano e alla sua sostituzione con un paradigma bio-psico-sociale, che in realtà, come si può dedurre dalle notizie sull’indirizzo teorico della nuova leadership, sarà probabilmente quello della psichiatria costruita  su principi organicisti che derivano dalla “scienza corporativa”, fondata su concetti “pseudo-biologici” che, come tali, non sono stati mai provati.

Senza dilungarci sul soggetto, è necessario ricordare che, mentre c’è amplissima evidenza dell’enorme importanza dei determinanti psico-sociali della salute mentale sul benessere fisico e psichico delle persone, per quanto riguarda il modello bio-medico o organicista non si rileva alcuna evidenza di beneficio a medio e lungo termine, nonostante l’immensa mole di ricerca, sponsorizzata soprattutto da Big Pharma.

 

Psicofarmaci: trattamento dei sintomi ma non delle cause della sofferenza psichica

 

In sostanza, il fatto che gli psicofarmaci annullino o diminuiscano i sintomi di disagio emotivo a breve termine, non equivale a dire che ne curino la causa.

A questo proposito, la psichiatra inglese Joanna Moncrieff afferma che non si può parlare di un modello medico-psichiatrico, perché questo implicherebbe la chiara evidenza di una causa biologica che in realtà non c’è.

Quindi, più correttamente, si dovrebbe parlare di un modello farmacologico che si limita alla comprensione dei meccanismi d’azione e degli effetti degli psicofarmaci, senza identificare le vere cause del disagio emotivo.

E forse, è proprio in questo concetto che può essere identificato il significato e il pericolo della trasformazione del sistema della salute mentale triestina e friulana: l’abbandono della vera scienza basata su dati solidi, che evidenziano le cause psicologiche, relazionali e sociali del disagio emotivo, per abbracciare un modello organicista essenzialmente pseudo-scientifico, che mina le basi stesse dell’approccio basagliano.

Allen Francis, noto psichiatra americano, in un articolo apparso recentemente sulla rivista Lancet e ripreso da MAD IN AMERICA, ha messo in risalto che nell’ambito del modello triestino:

“I pazienti sono cittadini trattati con dignità e rispetto; la loro inclusione nelle attività quotidiane della comunità ha una grande valenza terapeutica; il contatto con la comunità crea un tessuto sociale di integrazione; i pazienti stanno meglio quando si sentono liberi e possono utilizzare i loro punti di forza”.

Proseguendo sul tema, afferma:

”Trieste promuove la salute mentale mettendo in primo piano le relazioni interpersonali, il coinvolgimento della famiglia, il miglioramento delle condizioni di vita e le opportunità di lavoro e svago. Il trattamento involontario, l’isolamento e le “porte chiuse” vengono eliminati in un sistema che accoglie e ha premura dei bisogni individuali”.

Allen Francis, sebbene in passato abbia contribuito alla quarta edizione del DSM (manuale statistico e diagnostico) di psichiatria, che ha favorito lo slittamento progressivo  della psichiatria mondiale verso l’orientamento organicista, si è schierato, dopo un processo di revisione delle evidenze scientifiche ed aver apprezzato realtà alternative come quella di Trieste, su posizioni che riconoscono nei percorsi terapeutici psicosociali l’approccio più benefico e positivo ai problemi di salute mentale.

 

PER LEGGERE L’ARTICOLO INTERO

CLICCA QUI

 

 

Scrivi commento

Commenti: 0

23° INCONTRO NAZIONALE

LE PAROLE RITROVATE

PAVIA

12-13-14 ottobre 2023

PER IL PROGRAMMA DELLE GIORNATE E PER PRENOTARE I PERNOTTAMENTI

CLICCA QUI

MENTEINPACE

BILANCIO E RENDICONTO DI CASSA ANNO 2022

MENTEINPACE - BILANCIO 2022
Rendiconto di cassa a data 31-12-2022
MIP - RENDICONTO CASSA 2022.pdf
Documento Adobe Acrobat 500.2 KB

Video Spot di MENTEINPACE

ADRENALINA PURA!!

regia di 

Andrea Castellino

---------------------------------------

 

 

ZONA FRANCA 

è un laboratorio di inclusione sociale, in cui si sperimentano forme alternative di partecipazione, protagonismo ed espressione.

 

È ideato e prodotto dalla Cooperativa Proposta 80 

in collaborazione con l’Associazione Culturale Kosmoki 

e dagli

utenti del Servizio di Salute Mentale del Dipartimento di Salute Mentale di Cuneo.

 

Collaborano al progetto Città di Cuneo, Cooperativa Momo

MenteInPace

DiAPsi Cuneo 

Casa del Quartiere Donatello.                       

VISITA IL SITO DI “ZONAFRANCA”

CLICCA QUI

ZONAFRANCA

è anche su FACEBOOK

CLICCA QUI

--------------------------------------------

NEWSLETTER DI MENTEINPACE

per riceverla

     scrivi una mail a      menteinpace@libero.it

----------------------------------------------

 

GUARDA LE NOVITA' della

CASA DEL QUARTIERE DONATELLO

http://www.casadelquartieredonatello.it

---------------------------------------------------------

Renzo De Stefani

LA PSICHIATRIA DEL FAREASSIEME

Valori e pratiche orientate alla “Recovery”

Erikson editore

 

La Psichiatria del fareassieme è un manuale di salute mentale molto diverso dai testi che di solito si trovano sull’argomento: non ci sono capitoli sulla psicopatologia, sui principali disturbi psichici, sui trattamenti più in voga. L’approccio del fareassieme mette al centro, nei fatti e non solo nelle parole, utenti e familiari. Medici, operatori, utenti, familiari e cittadini sono coinvolti alla pari nei percorsi di cura e nella co-progettazione e co-produzione di tutte le attività, i gruppi e le aree di lavoro del Servizio. Un approccio dove si impara a «pensare e a lavorare» assieme, valorizzando la presenza, il sapere esperienziale, le risorse di tutti.

PER ORDINARLO

CLICCA QUI

----------------------------------------------