Segnalata da Silvana Palleria,
DiAPsi Savigliano-Saluzzo-Fossano
"Mi chiamo Marta, ho 32 anni. Mio padre soffriva di disturbi mentali. All’età di 37 anni, quando io stavo per compiere il mio undicesimo anno, lui si è tolto la vita. Ma questo io l’ho scoperto solo molto più tardi, sei anni dopo. Ho conosciuto la vostra associazione (COMIP, Children Of Mentally Ill Parents ndr) attraverso una testimonianza di Stefania su Radio1 Rai, ho sentito che qualcosa ci accomunava e che avrei dovuto leggere il suo Quando Mamma O Papà Hanno Qualcosa Che Non Va.
Ho iniziato a leggerlo con grande curiosità, ma pensando che comunque fosse troppo tardi per me, ormai adulta. Invece tra le pagine ci ho trovato pezzi di me stessa: l’incomprensione per la difficoltà di comunicazione e la paura di chiedere spiegazioni, il mio sentirmi sola e diversa dagli altri coetanei, la sindrome della perfezione. E’ stato come se quel piccolo libro mi avesse aperto gli occhi su tanti aspetti di me che non avevo capito.
Per sei anni ho pensato che mio padre fosse morto per un incidente, senza però crederci fino in fondo. Quando mi è stato poi raccontato come erano andate davvero le cose, per me, sedicenne, era ormai troppo tardi e troppo difficile trovare la forza di chiedere a chi mi stava intorno “Ma tu sapevi?”; da quel momento poco è cambiato, tutti hanno continuato a non parlarmi della sua malattia e della sua morte. E nella mia testa la malattia mentale faceva paura, paura soprattutto che la stessa malattia fosse anche in me, paura di avere qualcosa di sbagliato e inguaribile.
Leggere il libro di Stefania mi ha fatto capire, dopo tanti anni, di non essere sola e mi ha dato la forza di parlare: ho chiesto a mia madre di raccontarmi tutto, ho ascoltato, rivissuto la malattia di mio padre, dallo scatenarsi dei primi sintomi proprio dopo la mia nascita al rifiuto delle cure fino alla decisione finale del suicidio. Questa volta non con paura ma con consapevolezza, comprensione e amore verso i miei genitori per la difficile battaglia che hanno dovuto affrontare.
Ringrazio con tutto il cuore Stefania che con il suo libro mi ha dato questo coraggio; ascoltare la verità stato difficile, duro, straziante, ma era quello che dovevo fare e l’ho fatto. Ho pianto la morte di mio padre forse davvero per la prima volta.
Per questo, se potrò anche io aiutare l’associazione COMIP a portare il suo messaggio a più persone possibile ne sarò felice.
All’inizio della pandemia, quando nella mia testa, come in quella di molte altre persone, c’era tanta paura e confusione, ho iniziato a dipingere, un’attività a cui mio padre si dedicava con molta passione me che io ho sempre rifiutato di coltivare.
Vi invio una foto del libro fatta nello studio dove dipingo ed un’immagine di un acquerello che ho fatto l’anno scorso e che ritrae me e mio padre nell’estate del 1990. Dipingere mio padre è stata un’emozione molto forte".
Marta - Veneto
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