Notizia segnalata da Rossana Costa-Giani
Volontaria di MenteInPace
Grande affluenza di pubblico, giovedì 24 marzo, al cinema Lanteri di Cuneo per la prima di due serate con la proiezione dei film "Grazie al cielo" e "Cosi sia".
Volute dalla Diocesi di Cuneo, il Cinema Lanteri a Cuneo e il settimanale La Guida e introdotte da Don Carlo Sebastiano Vallati giovedì 31 marzo ore 21.00 sarà la volta del film “E il copione? Il copione dov’è? Dentro di noi, signore. Il dramma è dentro di noi”.
Di seguito vi invito a leggere una breve sinossi .
Trattare il tema della malattia mentale attraverso il documentario cinematografico non è impresa da poco, per la complessità che comporta e per la delicatezza delle storie coinvolte. Questo mio ultimo lavoro vuole essere uno strumento per comprendere e capire la malattia mentale al di là dei preconcetti e dei pregiudizi. A più di 40 anni dalla Legge 180 o Legge Basaglia che il 12 maggio 1978 decretava la fine e la chiusura dei manicomi o case di costrizione mi piace ricordare cosa diceva lo psichiatra Franco Basaglia: « Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione. »
I protagonisti sono gli utenti del servizio psichiatrico dell’Asl Cn1 ospiti del Centro diurno di Ceva: uomini e donne fra i quaranta e i sessant'anni, persone che quotidianamente devono lottare per evitare di essere sopraffatti da una realtà parallela che non permette loro di godere a pieno ciò che il mondo reale offre. E’ il racconto di se stessi in forma biografica, i loro deliri, le stranezze, le composizioni poetiche, la voglia e il desiderio di esprimersi. L'obiettivo è di avvicinare il pubblico al tema e permettere, a chi usufruisce del mezzo cinematografico, di mettere in evidenza risorse creative, ma anche le qualità strettamente filmiche e poetiche. Unico set utilizzato è stato quello del Teatro Marenco di Ceva. Davanti allo specchio del camerino ogni utente del Centro lo vedremo in fase di vestizione e nell’intento di truccarsi in un personaggio che lui stesso ha scelto. In questo tempo dedicato ai preparativi, dietro le quinte di un ipotetico spettacolo, ognuno racconterà i sogni, le aspettative, le paure. In un secondo momento i personaggi saliranno sul palco nell’intento di provare parti dello spettacolo. In realtà saranno nient’altro che libere espressioni: canto, recitazione, interpretazione, dove agli occhi dello spettatore i protagonisti appariranno attori di un vero spettacolo. Il finale vedrà gli attori-pazienti salire sul palco del teatro e ponendosi uno di fianco all’altro, dandosi la mano, faranno l’inchino rituale di fine spettacolo, rivolgendo lo sguardo in direzione della platea vuota e senza pubblico. Il vero e unico spettacolo è quello nascosto, nel retroscena, quello della vita raccontata a se stessi riflessi in uno specchio.
Remo Schellino
regista
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