SE CI PENSO
Se ci penso eravamo
povera gente
eppure
non lo eravamo.
Si andava dal lattaio
con la bottiglia
di vetro e
dal panettiere con
le lire contate
“Mi dia 50 lire di pane”.
Si avvolgevano le uova
nella carta di giornale
vecchio e
si facevano le palle compresse
per la stufa a legna.
Mio padre lavorava in Polizia
mia madre lavorava in casa.
Tutti lavoravamo, la carne
la domenica, bollito.
E il lunedì risotto.
Ma la SCUOLA!! Uh la SCUOLA
era la prima cosa!
E i libri foderati di giornale
o carta da zucchero
e i quaderni neri a bordi rossi.
E i “subrich” di patate
nella padella di ferro
nera.
E 3 uova divise per 4.
¾ a testa
E l’insalata dell’orto…
E “una casa avevi tu”…
Mio padre spalava
la neve
per farci andare
a scuola,
mia madre cucinava
sul “putagè”
una colossale profumata
minestra
di trippe e noi
bambini
facevamo esercizi di manualità
sottile
pelando patate, raschiando carote,
tagliando cipolle
con lacrime salate
mescolate a moccio
e tabelline
ripetute a memoria.
Se ci penso eravamo
gente ricca.
Concetta Stuppia
Volontaria di MenteInPace
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Brunelli Susanna (giovedì, 24 novembre 2022 08:19)
Molto bella, ho fatto un tuffo nella semplicità del passato, un po' nostalgica, ma ci sta per ricordarci e riflettere su dove ci troviamo ora rispetto al passato.
Grazie!
Paola e Mario (sabato, 03 dicembre 2022 09:42)
Bellissima poesia che mibha fatto pensare a tante cose del passato., un passato che suscita sempre nostalgia.... Ricordo ancora i giorni felici in cui avevo diritto alla "pesca" dolce merenda che da qualche anno è tornata di moda!