«In un mondo in cui c’è un’attenzione spasmodica alla prestazione e in cui tutti devono “vincere” per forza – scrive Ludovico Arte, dirigente scolastico a Firenze -, mi sembra importante che la scuola mandi un messaggio: si può sbagliare. Di più, si deve sbagliare se vogliamo imparare e crescere. Tutti, adulti e ragazzi, dovremmo accogliere le nostre debolezze e i nostri errori… »
DA Newsletter Comune-info
26/08/2024 - 11:03
Per questo, vorrei far nascere, se ci riesco, una “Scuola di Fallimento”, basata su pochi principi teorici e poi fatta di incontri con persone che possono raccontare storie di fallimento. Nella scuola, innanzitutto, ma anche nello sport, nel lavoro, nella vita. Perché in fondo siamo tutti dei falliti. Un messaggio che vorrei mandare soprattutto ai ragazzi per evitare che si ripeta, ad esempio, che una ragazza prenda quattro Tachipirine per paura di sbagliare un’interrogazione, come è successo nella mia scuola. Naturalmente racconterò anche le mie storie di fallimento, che pure, apparentemente, sono una persona realizzata.
Sto cercando un nome per la scuola. Forse la potremmo dedicare a Nino, il protagonista della canzone di De Gregori invitato a non aver paura di tirare il calcio di rigore. O chiamarla Diabolica, per affetto verso i ragazzi che non solo sbagliano, ma perseverano nell’errore perché le loro storie di vita li portano a fare così e forse dovremmo fare di più per conoscerle e comprenderle.
Ne parlerò con i miei insegnanti e i miei studenti. Però se, nel frattempo, qualcuno volesse fornire su questa pagina spunti o storie di fallimento interessanti da proporre nel percorso che faremo, li accolgo volentieri. Grazie.
Ludovico Arte
dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico per il Turismo Marco Polo di Firenze
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