DA quotidiano sanità
10/09/2024 – 23:03
Il suicidio è un grande problema di salute pubblica, che nel mondo fa circa 700mila morti e ha profonde conseguenze sia sugli individui che sulle comunità. A ricordarlo l’Oms, che celebra oggi la Giornata Mondiale della Prevenzione.
In Italia, secondo l'elaborazione del servizio di Statistica dell’Istituto Superiore di Sanità sulla base dell’indagine Istat sulle cause di morte, tra i residenti di età 15 anni ed oltre, nel biennio 2020-2021, si sono suicidate 7.422 persone (3.645 nel 2020 e 3.777 nel 2021) e, tra queste, gli uomini rappresentano il 78,5%, con il pensionamento che sembra essere un evento critico.
I dati italiani “Storicamente sia per gli uomini che per le donne la mortalità per suicidio cresce con l’aumentare dell’età” spiega Monica Vichi del Servizio tecnico scientifico di statistica che conduce da anni studi su tale tematica.
Per gli uomini si evidenzia un incremento esponenziale del tasso a partire dai 70-74 anni, soglia anagrafica che coincide o segue di poco l’età al pensionamento, che si è spostata in avanti rispetto al passato. L’uscita dal mondo del lavoro è un evento particolarmente critico, soprattutto per gli uomini, in quanto comporta una riduzione dei ruoli sociali e un conseguente restringimento dell’ampiezza e densità delle reti di relazione.
Nelle donne si osserva un lieve incremento nelle fasce di età giovanili. Se si considera il contesto europeo l’Italia ha una media di 5,9 decessi ogni 100mila persone molto più bassa dei 10,2 della media Europea.
L’Oms, ‘Cambiare la narrazione sul suicidio’ Il tema scelto dall’Oms per il triennio 2024-2026 è ‘Cambiare la narrazione sul suicidio’, con una call to action chiamata ‘Iniziare la conversazione’. Il tema sottolinea l’importanza di sensibilizzare la popolazione sulla riduzione dello stigma, e ad incoraggiare conversazioni aperte per prevenire il suicidio. “Cambiare la narrazione – scrive l’Oms – significa trasformare quello che percepiamo come un problema complesso, e passare da una cultura del silenzio e dello stigma a una di apertura, comprensione e supporto”.
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Tratto da: https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=124202&fr=n
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