APPELLO PER LA SANITÀ PUBBLICA E PER GLI OPERATORI DELLA SANITÀ

Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione un appello in difesa della sanità pubblica.

Dopo la deludente legge di Bilancio e gli scioperi proclamati dai sindacati di categoria, alcune associazioni (per lo più di livello nazionale) hanno pensato di predisporre un breve documento per esprimere la vicinanza ai professionisti del Ssn  e per iniziare a fare rete con le molte associazioni che in varie regioni italiane denunciano la crisi del Ssn.

Si  tratta di un appello non riferito esclusivamente alla salute mentale, ma ogni adesione è importante per dare peso all'iniziativa.

Ci farebbe piacere contare sull'adesione anche delle associazioni della salute mentale, di livello locale, regionale o nazionale.

Qualora vogliate aderire all'iniziativa, potete rispondere a questa mail indicando chiaramente il nome dell'associazione aderente.

Vi ringrazio per l'attenzione.

A presto,

 

Nerina Dirindin

nerina.dirindin@unito.it

Università di Torino - Scuola di Management ed Economia

Docente del corso di "Economia e Organizzazione dei Sistemi di Welfare"

 

DA Nerina Dirindin

 18/11/2024 23:02

A menteinpace@libero.it

 

 MENTEINPACE ADERISCE ALL'APPELLO

 

 

APPELLO

Non possiamo restare in silenzio

La società civile a fianco dei professionisti della sanità pubblica

 

Da troppo tempo il Servizio sanitario nazionale, un patrimonio fondamentale per un paese civile, non riceve la giusta attenzione. Da troppo tempo osserviamo, spesso impotenti, una grande indifferenza nei confronti del progressivo indebolimento della sanità pubblica.

Eppure, negli anni, il Ssn ha contribuito a raggiungere risultati importanti per la salute di tutti noi, riconosciuti a livello internazionale. Ad esempio, i dati Ocse dimostrano che in Italia la mortalità evitabile grazie a interventi sanitari tempestivi ed appropriati è circa il 30% in meno della media UE, la sopravvivenza a 5 anni per molte patologie oncologiche è superiore alla media europea, le differenze nell’accesso ai servizi in base alla condizione socioeconomica sono inferiori alla media dei paesi europei. Ma tali risultati non possiamo darli per scontati.

Al contrario, i dati attuali dimostrano – e le persone sperimentano – la profonda crisi del sistema. Dopo la pandemia, nonostante gli insegnamenti (troppo presto dimenticati) e le promesse (mai mantenute), la situazione è sempre più preoccupante.

L’Istat riporta che nel 2023, il 4,5% degli italiani rinuncia alle cure a causa delle lunghe liste di attesa (in forte aumento rispetto al 2,8% del 2019), il 4,2% rinuncia per motivi economici e l’1% per la scomodità del servizio. Lo sviluppo dell’assistenza territoriale, specie per le persone anziane, continua a segnare il passo. Gli italiani stanno riscoprendo la paura – propria del secolo scorso – di ammalarsi non solo per le sofferenze che ne discendono ma anche per i costi che potrebbe comportare.

Oggi il pericolo incombente è la perdita del Ssn (per come l’abbiamo conosciuto dopo la sua istituzione) attraverso la privatizzazione dell’assistenza sanitaria.

La sanità pubblica garantisce ancora a tutti una quota di attività (urgenza, ricoveri per acuzie, interventi salvavita), mentre per il resto (visite specialistiche, accertamenti diagnostici, piccola chirurgia, riabilitazione, assistenza residenziale) il Ssn arretra, e i cittadini sono costretti a rinviare gli interventi o a ricorrere ai servizi a pagamento. Le lunghe liste di attesa e, più in generale, la difficoltà ad accedere a prestazioni sanitarie e sociosanitarie stanno così abituando la popolazione a non considerare più la sanità pubblica il primo riferimento in caso di malattia, e stanno facendo riemergere un timore che da decenni era scomparso: la paura di non avere abbastanza soldi per potersi curare.

La copertura per le cure dei malati cronici (ormai la parte preponderante degli assistiti) è ad un limite da Paese del Terzo Mondo, con le famiglie lasciate sole e lo sviluppo dei servizi territoriali e di prossimità – che abbiamo visto essere determinanti nella pandemia – è al palo dopo dichiarazioni roboanti

I professionisti della salute – risorse fondamentali, perno di ogni organizzazione di servizi alla persona - sono sempre meno numerosi e sempre più demotivati, mentre dopo la pandemia avremmo dovuto proteggerli e riconoscerne il valore. Nell’attuale scenario, è inevitabile che gli operatori siano sottoposti a una pressione insostenibile che si traduce in una fuga dal pubblico, soprattutto dai luoghi di maggior tensione, come l’area dell’urgenza. Le retribuzioni debbono essere adeguate ai livelli europei (pena la continua “esportazione” di professionisti) e devono essere garantite condizioni di lavoro sostenibili.

Le risorse messe complessivamente a disposizione sono sempre meno adeguate rispetto ai bisogni di assistenza della popolazione; i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono messi a rischio in molte regioni e l’autonomia differenziata potrebbe ampliare ulteriormente il divario tra Nord e Sud d’Italia.

E la Legge di Bilancio per il 2025-2027 non prevede il rafforzamento del personale, non interviene per contrastare la crescente demotivazione dei professionisti, propone ulteriori aumenti delle risorse per i privati, dispone aumenti del FSN sempre inferiori a quelli del Pil (fino a scendere nel 2030 al 5,6% del Pil, livello MAI COSì BASSO prima d’ora!) e tali da produrre disavanzi consistenti nei prossimi anni.

Il Servizio Sanitario Nazionale è l’emergenza ma dobbiamo constatare che tutto il sistema di Welfare, dalla scuola, all’Università, alla cultura, all’assistenza sociale, alle politiche per la casa sono sostanzialmente abbandonate e rischiano il tracollo.

Di fronte a tale situazione non possiamo restare in silenzio.

Le associazioni promotrici del presente appello, tutte appartenenti alla società civile, denunciano lo stato di crisi del Ssn, richiedono interventi per interromperne il declino, ribadiscono la necessità che la salute diventi una vera priorità anche nell’allocazione delle risorse disponibili e sono a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e di difesa della sanità pubblica.

 

Associazione Salute Diritto Fondamentale

Associazione Giovanni Bissoni

Laboratorio salute e sanità - LABOSS

Salute Internazionale

Associazione Prima la Comunità ETS

Associazione Alessandro Liberati-Cochrane

Fondazione Gruppo Abele

Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

CIPES - Centro d’Iniziativa per la Promozione della salute e l’Educazione Sanitaria

APS Ve.R.So - Veneto Ricerca Sociale

Associazione Camminare Insieme OdV

Ve.La - Veneto Laboratorio

Fondazione Casa dell'Ospitalità ETS

Covesap - Coordinamento veneto per la sanità pubblica

Associazione Treviso civica

MenteInPace - Forum per il ben-essere psichico OdV - Cuneo

ACLI *

ARCI *

UISP *

Caritas *

Alleanza per le Case della Comunità *

Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie * network che riunisce 19 associazioni

Rete Salute Welfare Territorio *  rete di 6 associazioni

SOS Sanità *

Fondazione Maratona Alzheimer *

 

 

* Da confermare

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Commenti: 1
  • #1

    Ivana Tallone (martedì, 19 novembre 2024 20:49)

    Aderisco

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