23° INCONTRO NAZIONALE “PAROLE RITROVATE”. Il resoconto delle tre giornate

 

Si è da poco concluso il nostro 23° Incontro nazionale che quest’anno, come sapete, si è tenuto a Pavia da giovedì 12 a sabato 14 ottobre. È importante far arrivare a tutti gli amici che non erano a Pavia, quello che abbiamo condiviso in tanti (sicuramente più di 600) nei 3 giorni pavesi, ricchi, come sempre, di emozioni, di gioie quanto di dolori, ma accompagnato dal nostro mantra incrollabile, fiducia e speranza!!!  

 

Renzo De Stefani

Referente nazionale del movimento “Le Parole Ritrovate”

 

È la prima volta che abbiamo tenuto il nostro Incontro nazionale in una città dove non avevamo una base ‘forte’ di Parole ritrovate: sicuramente una scommessa che abbiamo affrontato, come è nel nostro DNA, convinti che comunque fosse andata sarebbe stato un successo! E sicuramente la partecipazione decisamente numerosa (favorita dalla centralità di Pavia rispetto alle regioni del Nord dove Parole ritrovate è più radicata) e la ‘qualità’ complessiva degli interventi hanno coinvolto sicuramente i partecipanti in una 3 giorni ricca di tantissimi interventi, ciascuno a modo suo, testimone di un fareassieme che si mostra vitale e capace, anche in tempi non proprio ‘felici’ per la salute mentale italiana, di suscitare entusiasmi e tanta voglia di essere partecipi e protagonisti.

 

Il numero inconsueto di interventi è stato in qualche modo favorito dal fatto che l’Incontro, nella giornata di venerdì – tradizionalmente la più frequentata - si è tenuto in 2 sale separate, novità assoluta per Parole ritrovate, cosa che ha comportato un numero totale di interventi davvero da record! I gruppi che hanno parlato sono stati 25, gli interventi singoli o di piccolo gruppo più di 60, gli interventi liberi più di 30.  E tutti abbiamo chiaro che il sale di Parole ritrovate sta nel riuscire a far parlare, anche se per pochi minuti, il maggior numero di persone possibile!

A fronte di queste good news abbiamo sicuramente ‘patito’ il fatto che l’organizzazione locale era, soprattutto in chi la dirigeva, digiuna di cosa fosse Parole ritrovate, cosa che sicuramente non ha compromesso il bilancio dell’Incontro sotto il profilo della sua qualità complessiva, ma ha complicato l’articolato lavoro che si svolge dietro le quinte e che se non corre sulle stesse lunghezze d’onda complica la vita di quei pochi di noi che si sono trovati a doversi confrontare su questi aspetti. Ma qui mi fermo perché non è l’aspetto che qui interessa e che riprenderemo nelle prossime videoconferenze in cui rifletteremo sull’incontro in tutti i suoi aspetti.

E veniamo a dar conto di come sono andate le varie sessioni della nostra 3 giorni.

 

Giovedì 12 ottobre pomeriggiocome da molti anni il giovedì pomeriggio è dedicato alle storie di recovery di tutti gli utenti che lo desiderano. Ogni anno ascoltiamo sempre più spesso storie che, inizialmente vissute nel dramma della malattia arrivato improvviso, un poco alla volta hanno ritrovato la strada della vita, ne hanno ripreso in mano il volante, hanno saputo interpretare quei percorsi di recovery che oggi, in tutto il mondo sono la chiave di volta per riprendere responsabilità, dignità, presenza attiva e riconosciuta nella comunità. Abbiamo ascoltato una ventina di storie e se ce ne fosse stato il tempo avremmo voluto sentirne tante di più! Abbiamo avuto la visita del Vescovo di Pavia che è intervento dopo aver ascoltato alcune storie di recovery e che ha saputo coglierne con umanità certa il valore e il significato.

 

Venerdì 13 ottobre mattinaanche qui la tradizione si è ripetuta e si sono succeduti gli interventi dei gruppi convenuti a Pavia. ‘Aiutati’ dall’avere 2 sale in cui far correre in contemporanea interventi diversi abbiamo potuto dar voce a 25 gruppi, espressione di 10 regioni italiane. Il doppio di quello che di solito riuscivamo a fare negli Incontri in una sala unica. Realtà ricche ed entusiaste. Ed è l’entusiasmo del raccontarsi che fa di Parole ritrovate un format unico nel panorama della salute mentale italiana. Abbiamo ritrovato vecchi amici che non vedevamo da anni, abbiamo ascoltato le ultime iniziative nate in tante città italiane, abbiamo in particolare gioito per la presenza di alcuni gruppi che per la prima volta partecipavano a un nostro Incontro. E la prima si sa è sempre la più bella! Una carrellata molto importante perché da un lato ci fa vedere che Parole ritrovate sono presenti in tante realtà d’Italia e che avere l’occasione di ascoltare e scambiarsi esperienze, dà sempre a tutti l’occasione di cogliere stimoli nuovi, attraverso i quali, se mai l’avessimo perdute, ritrovare la fiducia e la speranza che sono la linfa vitale di Parole ritrovate, che nel nostro approccio del fareassieme trovano cittadinanza piena! 

Abbiamo anche dato voce a non poche esperienze in qualche modo espressione di progetti ‘nuovi’ e/o aperti a mondi non solo della salute mentale. A Pavia una bella esperienza che coinvolge il mondo della disabilità e lo rende protagonista di pratiche sportive, dal nuoto alle bocce. A Voghera una Banca del tempo che ha coinvolto i suoi soci, espressione della cittadinanza attiva, col mondo della salute mentale, delle sue ricchezze e dei suoi bisogni. Ancora a Pavia le iniziative messe in campo dalla Casa del Giovane, la realtà più vivace della città, in tema di salute mentale, anche grazie a una presenza importante di ESP, che si spendono nel portare la propria esperienza nelle scuole, nell’essere di supporto ad altre fragilità presenti in città, a coinvolgere l’imprenditoria locale in progetti lavorativi che accompagnano la persona nel mondo del lavoro ‘reale’. Una new entry da Alba dove sta nascendo un progetto che vuole accompagnare in percorsi fortemente individualizzati e orientati alla recovery quegli utenti della salute mentale, della neuropsichiatria e del Sert che finora sono stati ai margini di percorsi di cura che li vedessero protagonisti. Il tutto con la presenza fortissima di una associazione di familiari locale che ne sta diventando il motore propulsivo. E infine la presenza di un gruppo di fareassieme, attivo da anni, in quel di Barletta-Andria-Trani, che non si era mai fatto conoscere dalla famiglia italiana del fareassieme e che abbiamo accolto con particolare gioia!

 

Venerdì 13 ottobre pomeriggioquest’anno in maniera più strutturata rispetto al consueto, abbiamo cercato di dare voce a interventi legati a quattro argomenti particolarmente importanti per Parole ritrovate: l’abitare, il lavoro, i farmaci e il fareassieme.

Si sono succeduti quasi 50 interventi che hanno testimoniato su questi temi portando esperienze, anche molto diverse tra loro, ma tutte collegate dal filo rosso del valore che nel nostro mondo assume sempre il sapere esperienziale e ancora una volta dai valori imprescindibili del fareassieme.

Impossibile citarli tutti, ma alcuni merita ricordarli. Alcuni cori ci hanno mostrato come attraverso il canto e la musica, specie quando arrivano a eventi aperti alla popolazione generale, sono strumenti ‘forti’ contro stigma e pregiudizio. Per la prima volta si è parlato, attraverso le esperienze di molti utenti, di farmaci. Non per demonizzarli, ma neppure per farne la carta fondamentale di un buon percorso di cura. Ne è uscito l’orgoglio di avere fatto un percorso che, se pur lentamente, ha portato in alcuni casi a ridurli prima, a toglierli poi. Molto numerosi gli interventi sul lavoro, a testimonianza di quanto in un percorso di recovery il lavoro sia parte fondamentale. Interventi che in alcuni casi hanno raccontato di come sia stato straordinariamente importante ritrovare spazio e dignità nel mondo del lavoro profit. Ma anche di come sia importante iniziare un percorso che parte da un avvicinamento al mondo del lavoro, senza ancora esserci entrati a pieno titolo. Ma avendo chiaro che l’obiettivo non è la borsa lavoro a vita. E naturalmente interventi che raccontano frammenti di vita che hanno trovato in attività/iniziative di fareassieme il catalizzatore per riprendersi in mano la propria vita. Pieni di dolce determinazione e di quella recovery che Parole ritrovate da sempre ha sposato! ‘Ospite’ graditissima una delle storiche fondatrici di Parole ritrovate, Elena Van Westerhout, milanese doc che dopo alcuni anni di ‘latitanza’ è tornata tra noi entusiasmando un po’ tutti rievocando la nascita di Parole ritrovate, iniziata nel 2000 quasi per gioco e un po’ alla volta diffusa un po’ in tutta Italia e anche in alcuni paesi esteri. Grazie Elena di essere tornata a casa!

Infine 3 momenti particolari. Il primario di Pavia, Pierluigi Politi, è stato intervistato da 2 utenti che hanno saputo porgli domande non scontate e che hanno mostrato come la salute mentale italiana, raccontata da uno psichiatra che non è l’ultimo arrivato, faccia vedere quanto viva tempi difficili. E quanto abbia bisogno di mondi vitali come quello rappresentato dal Movimento de Le Parole ritrovate.

Abbiamo ritrovato gli amici brasiliani, ospiti abituali dei nostri Incontri nazionali, attraverso un video ricco di testimonianze del fareassieme brasiliano, che in portoghese si chiama fazer juntos, e che è frutto di una collaborazione nata nel 2005 con Parole ritrovate italiane e che ha dato bellissimi frutti nello stato del Rio Grande do Sul e in particolare nella città di Ijui.

Ultimo evento del pomeriggio di venerdì una esperienza teatrale del Teatro delle Chimere di Pavia “C’era una volta la città dei gatti”. Tanta gente si è fermata a seguirla e gli applausi sono stati tanti e convinti!!!

 

Sabato 14 ottobre mattina: come di abitudine il sabato mattina ha visto correre 4 interventi ‘tematici’ legati a aspetti che Parole ritrovate ritiene di particolare importanza, tra cui i progetti internazionali che al momento sono più visibili.

Si è iniziato con uno stimolante confronto tra operatori e ESP (Esperti in Supporto tra Pari) per fare un bilancio, per quanto provvisorio, su come si declini nelle realtà italiane dove sono presenti il rapporto tra ESP e operatori. Ne sono venute fuori due riflessioni cardine. Una realtà che ancora è in sofferenza in tema di presenza degli ESP nei Servizi e di conseguenza un rapporto non sempre di reciproco riconoscimento tra ESP e operatori. Vero che c’è un coordinamento nazionale degli ESP, di cui Parole ritrovate è stata una delle due realtà fondatrici, che molto si sta dando da fare, ma siamo ancora all’inizio di una strada tutt’altro che scontata e che ci vede distaccati dalle realtà internazionali che da tempo hanno inserito a pieno titolo gli ESP nelle pratiche dei Servizi. Avanti tutta quindi con fiducia e speranza!

A seguire l’intervento di Enrico Giuliani, ormai amico abituale dei nostri Incontri, Responsabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) di Melegnano. Nell’SPDC di Enrico Giuliani da anni la pratica delle contenzioni è stata di fatto abolita come è successo in altri 20 SPDC italiani. Considerato che in Italia ci sono circa 330 SPDC e che solo in 20 non si pratica la contenzione il dato non è confortante, anzi!

Una buona salute mentale non può accettare, non può convivere con le contenzioni, l’atto in assoluto forse più devastante che un utente della salute mentale può subire. Enrico ci ha preso per mano e ci ha raccontato come nel SPDC di Melegnano si è riusciti ad abolirle attraverso alcuni passaggi fondamentali. Il primo creare un clima di lavoro che veda tutta l’équipe del Reparto convintamente unita nella scelta del no restraint. Il secondo formarsi in tutte le competenze che servono per affrontare la persona in crisi spendendosi nelle buone relazioni, strumento essenziale per evitare di arrivare alla contenzione. Il terzo munirsi di questionari capaci di inquadrare la situazione di ogni ospite del Reparto e di quanto sia a rischio di contenzione. E poi un passaggio fondamentale, il primo a dare il ‘buon esempio’ deve essere chi ha la responsabilità del Reparto. In pratica vuol dire che quando nel Reparto si è a rischio di contenzione, il Primario è sempre presente, giorno o notte non fa differenza. Allo stesso modo in cui un Primario chirurgo è chiamato quando si presenta un intervento di particolare impegno. A dimostrazione, fatti alla mano, che quando c’è cuore e testa, tutto è possibile, anche abolire il dramma della contenzione! Grazie Enrico e alla prossima!!! A seguire una testimonianza di Giuditta sulla propria esperienza di contenzione che ha profondamente commosso tutti i presenti. Grazie Giuditta!

A seguire l’incontro via Internet con gli amici giapponesi di Kagoshima con cui da anni abbiamo un rapporto di stretta collaborazione. Ai baci e agli abbracci via etere, accompagnati da Mai, splendido traduttore e accompagnatore di decine di giapponesi in Italia, ci siamo goduti un video davvero straordinario (tanto più considerando che il Giappone è terra drammaticamente ferma ai manicomi) che ci ha accompagnato attraverso i vari reparti di Laguna, una Casa editrice dove lavorano in prevalenza utenti della salute mentale e in altre iniziative che hanno messo in campo in nuove dimensioni lavorative della città di Kagoshima. Si considerano ESP giapponesi, nostri fratelli ‘minori’, e sentirli raccontare le loro storie di ritorno alla vita è stata un’emozione grandissima e di imprese di questo tipo ne vorremmo vedere tante in Italia! Gli amici giapponesi hanno assunto l'approccio del fareassieme di Parole ritrovate e ci hanno proposto di organizzare assieme a loro, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del 2024, un incontro di Parole ritrovate italo-giapponese collegando la città di Kagoshima con una o più realtà italiane dove incontrare via etere alcune centinaia di italiani di Parole ritrovate. Una proposta che ha suscitato un grande entusiasmo tra i presenti a Pavia e su cui abbiamo già cominciato a lavorare! Grazie amici giapponesi, ci avete regalato un’ora che difficilmente dimenticheremo.

A chiudere, il Progetto India, a Kochi nel Kerala, l'ultimo nato delle avventure internazionali di Parole ritrovate. Il Progetto, presentato da Lamberto Scali storico accompagnatore del progetto, ha dato vita in una struttura di 3000 mq, messa a disposizione delle Suore Domenicane di Prato, ispiratrici e responsabili del progetto, all’accoglienza di 50 donne che usciranno da un tragico manicomio e alla sede di un Centro di salute mentale territoriale sul modello italiano e unico modo per contrastare il proliferare dei manicomi. Dopo tutti i ritardi causati dal Covid ora siamo ai nastri di partenza e salvo imprevisti, nel gennaio 2024 una delegazione italiana si recherà a Kochi per inaugurare la struttura e impostare il lavoro del Centro di salute mentale, una novità assoluta per la realtà di Kochi e dello stato del Kerala! Meraviglioso!!!

 

Renzo De Stefani

Referente nazionale del movimento “Le Parole Ritrovate”

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Commenti: 1
  • #1

    Diana Vanessa Pugliese di Frosinone (giovedì, 19 ottobre 2023)

    Per me è stato il primo anno del Convegno di Parole Ritrovate ed è stata una bellissima esperienza che mi ha dato non solo la partecipazione nel farmi ascoltare e di ascoltare ma di trovarmi in una bellissima grande famiglia allargata, grazie mille per ciò che fate

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