Cari ragazzi, care ragazze
è ormai un mese che non vi vedo più in giro tra i corridoi, nelle aule, nei cortili, sulle scale della scuola, che nessuno di voi mi saluta o viene a trovarmi per fare quattro chiacchiere o per beccarsi una ramanzina.
E questo per ragioni che nessuno avrebbe mai potuto immaginare neanche due mesi fa. Non ve le ripeto, queste ragioni: già tutto il giorno è scandito da notizie, immagini e restrizioni che ci costringono a ricordarle. Vorrei, invece, dirvi alcune cose che secondo me, meritano la vostra attenzione.
La prima è che, come avete potuto vedere, nella vita niente è immutabile, niente è scontato, niente è un diritto acquisito per sempre: fino a ieri era normale e forse anche un po' noioso, uscire a fare due passi con gli amici, andare a scuola, avere tutte le comodità o vivere in miseria.
Oggi non è più così, domani chissà...
Allora, contrariamente a quello che molti dicono, attaccarci alla routine, continuare a vivere come se niente fosse successo è insensato: sarebbe una negazione dell’evidenza, un mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, per non vedere.
La verità è che ogni giorno è un dono, un piccolo miracolo. Anche i giorni brutti, che ci insegnano che possiamo farcela ad arrivare fino a sera, che siamo più forti delle situazioni avverse. Quindi, vi invito caldamente a resistere e, nello stesso tempo, a credere fortemente che, una volta usciti da tutto ciò, nulla potrà più essere la solita routine, il solito trantran quotidiano.
Il primo motivo l’ho già detto.
Il secondo è che se riusciremo a stare nelle situazioni senza farci sopraffare dallo sconforto, pian piano crescerà la fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità di adattamento e sopravvivenza e sicuramente saremo più forti, decisi e, spero, più umani. Dopo questa esperienza, mi auguro vivamente che cambi – e non solo per voi giovani... – l’ordine delle cose importanti e al primo posto balzi l’impegno di ciascuno nella cura reciproca e nella salvaguardia della vita in ogni sua forma, il coltivare gli affetti, la solidarietà, la compassione, l’empatia. Anche lo studio, perché c’è bisogno della vostra intelligenza e del vostro intuito per rendere questo nostro pianeta un posto più vivibile, per evitare altre catastrofi irrimediabili. E quando parlo di studio parlo anche e soprattutto dello studio di voi stessi: approfittate di questo tempo per prendervi cura e dare voce ai vostri sentimenti, alle vostre aspirazioni, ai vostri sogni. Per fare le cose che non avete mai trovato il tempo di fare: suonare uno strumento, scrivere una poesia, un diario, dipingere una tela o un semplice foglio, costruire un modellino di lego o quel che vi pare. Prendetevi cura di voi stessi, soprattutto voi maschi, concedendovi anche il tempo di piangere e di sentirvi fragili. Ricordatevi che il coraggio non è assenza di paura ma agire nonostante la paura per superare l’ostacolo e fare ciò che è giusto non solo per sé stessi ma per tutti.
Un ultimo suggerimento: cercate di mantenervi di buon umore, di guardare le situazioni anche dal lato comico. Ridere fa bene alla salute, fa affrontare meglio le difficoltà, allenta la tensione e lo stress. Non è vero, come dice il proverbio popolare che il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi. E’ invece segno di saggezza, di resilienza, di forza d’animo. Vi aiuta a sopportare questa notte boreale, a mantenere la speranza e la voglia di vivere sempre accesa. Pensate a quelle grandi opere come il Decamerone, le Mille e una notte e tante altre ancora nate nei momenti più tragici per l’umanità e destinate a fare passare la nottata in allegria e in compagnia di una voce, di un racconto, di un canto.
In bocca al lupo, carissimi. E con la speranza di rivedervi presto, vi abbraccio tutti
La vostra preside
Patrizia Venditti
(volontaria di MenteInPace)
Scrivi commento