Il sito di MenteInPace ha la funzione di informare soprattutto sulle iniziative dell’Associazione che, a Cuneo, cerca di creare momenti di aggregazione e divertimento per superare la solitudine e l’emarginazione di chi soffre di malattie mentali coinvolgendo loro familiari, operatori dei Servizi di Salute Mentale e cittadini sensibili alle tematiche inerenti lo stigma.
Ma oltre a questo ha anche la funzione di pubblicare materiale vario (articoli, documenti o informazioni su iniziative) inerente il tema della salute mentale in particolare e, più in generale, un corretto stile di vita il più possibile armonioso con gli altri e con l’ambiente.
Abbiamo però cercato di fare un “salto di qualità”, pur nel nostro piccolo e senza eccessive illusioni. Provare a creare un gruppo che gestisca il sito, dando la possibilità a chi di solito non ha voce o non viene preso in considerazione di esprimersi. Non è facile perché, oltre allo stigma della società “normale” nei confronti della malattia mentale, c’è anche l’auto-stigma. Credersi cioè incapaci di dire cose che interessino gli altri.
Per questo, per due settimane, il sito ha avuto un calo delle visite giornaliere (da 107 del 12 ottobre, data dell’ultima riunione del gruppo a 79 del 24 ottobre) dovuto al fatto che nel blog non si sono più pubblicati articoli, informazioni o altro. Perché questo? Perché il materiale che ci arrivava da utenti, da altre associazioni o da mezzi di comunicazione on-line abbiamo voluto che venisse valutato dai componenti del gruppo che gestisce il sito. Questo gruppo, composto in maggioranza da utenti, si riunisce ogni quindici giorni. Da una riunione all’altra viene fornito a tutti il materiale che arriva e nella riunione successiva si decide cosa pubblicare. A questo gruppo si affiancano altri utenti o familiari di altre città (Aosta, Verona, Iseo, Milano, Parma) che ci hanno conosciuti e che collaborano con il sito.
Speriamo che questo cambiamento funzioni. Magari potrà essere utile utilizzare altre modalità di comunicazione oltre alla scrittura perché non a tutti piace scrivere. Si potrebbero utilizzare brevi video, ad esempio. Potrà anche essere utile allargare il gruppo ad altre realtà ed altre tematiche, cercando comunque di mantenere l’obiettivo di dare voce a chi non ha voce. Queste tematiche potrebbero essere inerenti alle problematiche dei migranti, degli omosessuali, dei detenuti, delle donne, delle minoranze etniche o religiose.
Ne parleremo tra di noi cercando di non accelerare i tempi e di non strafare, convinti però che se dare voce a chi non ha voce richiede tempo si basa anche sulla fantasia, la creatività, la voglia di fare e, anche, di rischiare. Sapendo però che ciò è divertente e finché ci si diverte facendo cose utili vale la pena continuare.
Gianfranco Conforti
Volontario MenteInPace
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