IL VENTALOGO DI SUSANNA - 14
LA COMUNITA’ ALLOGGIO NON E’ L’ANTICAMERA
DELLA CASA DI RIPOSO PER ANZIANI
Molte comunità sono ridotte a luoghi in cui tutto si muove lentamente con ritmi cadenzati dall’assunzione della terapia, sigarette e caffè, ravvivati da qualche uscita, visita parenti e poco più, intanto le rette crescono e il tempo passa, c’è chi ha fatto “carriera” ed è passato dal CTRP all’appartamento protetto, poi trasferito in altri tipi di comunità alloggio e infine arrivati a 65 anni il rischio è di essere spostato in un’altra struttura per persone di età avanzata o addirittura la casa di riposo, provvedimenti presi facendo valutazioni più tecniche organizzative che per il bene della persona dimenticando o abbandonando il progetto riabilitativo limitandosi ad accertarsi che la persona sia compensata chimicamente.
In queste strutture che a seconda della professionalità e la saturazione dell’operatore vige una modalità operativa ghettizzante che non considera le richieste lecite della persona residente, ad esempio una cosa semplicissima come dare una maglia in caso un utente riferisca di avere freddo, come se non considerasse che anche una persona con disturbo mentale possa essere in grado di utilizzare i suoi sensi e di riferire un legittimo disagio assolutamente risolvibile.
Atteggiamenti che tolgono DIGNITÀ’ alla persona dovrebbero essere rivisti e anche denunciati dai famigliari che vengono a conoscenza di questi episodi che apparentemente potrebbero essere banali ma a maggior ragione visto le condizioni pesano, non essendo in grado di potersi difendere.
Nelle comunità dei giovani o negli appartamenti protetti qualcuno riferisce che c’è poca partecipazione attiva.
Susanna Brunelli
Verona
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Maria. L (lunedì, 10 gennaio 2022 17:36)
Gli appartamenti protetti dovrebbero essere sottoposti a verifica seria e puntuale circa lo operato degli operatori delle cooperative dove prevale la attenta assunzione del farmac