FARE RETE SERVE: la risposta della Regione Piemonte alle associazioni

Ai sottoscrittori la lettera alla Regione Piemonte sulle questioni emerse in relazione allo schema di contratto proposto ai gestori delle residenze psichiatriche 

 

A tutti gli interessati

 

DA nerina.dirindin@unito.it

5/8/2022 16:31

 

Carissimi,

vi allego la risposta ricevuta (via PEC) dalla Regione Piemonte in relazione alla lettera che abbiamo inviato il giorno 8 luglio (che allego per completezza).

Credo si debba esprimere un apprezzamento per l'attenzione dell'Amministrazione regionale alle nostre osservazioni e per i contenuti della lettera.

 

Prendere "buona nota" e dare "conformemente indicazione alle aziende sanitarie" è un primo passo importante, anche se non è sufficiente.

Il percorso avviato è significativo e penso che tutti ci impegneremo a proseguirlo con convinzione.

 

Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a tale primo risultato e auguro un agosto di serenità.

 

Alla prossima occasione

 

Nerina Dirindin

 

LETTERA INVIATA ALLA REGIONE

sottoscritta da diverse Associazioni del Piemonte

(tra cui MenteInPace) e da operatori e cittadini

 

All’Assessore a Sanità, Lea, edilizia sanitaria, L.G. Icardi

Al DG Mario Minola

Al Difensore Civico Regionale, P. Baldovino

e pc.: Al Presidente della Giunta, A. Cirio

 

Torino, 8 luglio 2022

 

La nuova regolamentazione delle strutture residenziali psichiatriche, approvata dalla Giunta regionale del Piemonte (Dgr 84/2021), sembra aver messo fine - grazie ad alcuni miglioramenti introdotti – alle lunghe polemiche e alle battaglie legali, inducendo le forze politiche, i gestori, le associazioni e gli enti locali a scendere dalle barricate e a sostenere il provvedimento.

Ma spesso il diavolo si annida nei dettagli, nelle procedure che possono contraddire in pratica quello che l’Amministrazione ha solennemente affermato in linea di principio. La delibera sottolinea infatti molto opportunamente il principio della libertà di scelta del paziente, la necessità di combattere lo stigma, il modello del budget di salute e dei percorsi personalizzati.

Ebbene, date queste premesse teoriche si fa fatica a comprendere come possano comparire, nello schema di contratto proposto ai gestori (con la Determinazione Dirigenziale della Direzione Sanità Welfare DD1040/A1414D/2022 del 14 giugno) disposizioni clamorosamente dissonanti.

Ad esempio l’obbligo della struttura di comunicare “senza ritardo” alle “autorità di pubblica sicurezza” l’allontanamento non autorizzato dell’utente. Proprio così. Alle autorità di pubblica sicurezza. E si badi bene: non solo degli utenti sottoposti a restrizioni giuridiche, o in condizioni cliniche preoccupanti, ma di qualunque utente, evidentemente considerato in una sorta di “libertà vigilata d’ufficio” per il semplice fatto di trovarsi in una struttura residenziale psichiatrica.

Al di là delle evidenti implicazioni stigmatizzanti, sono da considerare anche le conseguenze pratiche che comporterebbe l’assunzione di un simile obbligo da parte delle strutture residenziali: innanzitutto in termini di rapporto terapeutico con i pazienti (che magari ricorrono più volte ad allontanamenti non concordati nelle fasi di costruzione di una relazione di fiducia; e trattare tali comportamenti come fenomeni di “pubblica sicurezza” avrebbe conseguenze devastanti sul percorso di cura); ma anche in termini legali (è discutibile che segnalare sempre e comunque alle forze dell’ordine l’allontanamento di un libero cittadino da un luogo di cura dove si trova per libera volontà, senza precise motivazioni cliniche, sia legittimo).

Un discorso analogo vale per la clausola che definisce l’obbligo per le strutture residenziali di stipulare una polizza di responsabilità civile. A differenza del testo della Dgr (nel quale si parla genericamente di “danni agli utenti o a terzi” prodotti da “fatti accidentali o imputabili a negligenza, imprudenza o imperizia”) il contratto afferma senza mezzi termini che l’assicurazione debba valere per “i danni causati da utenti ad altri ospiti agli operatori, a terzi e alle cose”. Non vengono nemmeno menzionate altre fattispecie di responsabilità civile; evidentemente si dà per scontato che solo gli utenti possano “fare danni” e che la struttura residenziale ne debba rispondere a prescindere. Non è nemmeno specificato a quali tipi di danni ci si riferisca, arrecati in quali circostanze e in quali contesti. Le persone con disturbo mentale non possono essere considerate a priori irresponsabili, potenzialmente pericolose e coperte, in caso di danno, dalla responsabilità dei loro “custodi”.

 

Ci auguriamo che i tecnici della Regione riconoscano l’errore e che l’Assessorato lo corregga prontamente.

Le condivisibili intenzioni proclamate dalla Dgr non possono essere smentite da una determina dirigenziale.

 

Ringraziando per l’attenzione, si porge distinti saluti.

 

Nerina Dirindin – economista – coordinatrice del Laboratorio di Capacitazione del progetto “Salute mentale e advocacy nelle comunità

Associazione Accordo - Associazione Scientifico - Culturale di Coterapia A.P.S

Associazione AMAndoli odv

Associazione APS LuovodiColombo

Associazione Insieme

Associazione MenteInPace - Forum per il ben-essere psichico - Cuneo

Associazione Per contare di più ODV – Biella

Associazione Più Diritti – Settimo Torinese

Associazione Psicopoint APS

Associazione Sportello Ti Ascolto

Associazione Vivamente

Fondazione Casa dell'Ospitalità

 

Anna Maria Accetta - psicologa

Marco Aimone- artista

Sergio Amati - pensionato

Donatella Aralda – iscritta all’Associazione Lotta alla Sofferenza Psichica

M. Antonella Barbagallo – associazione Vivamente

Simona Barberio - educatrice

Luciano Barbero - psichiatra

Viviana Cariani - infermiera

Elisa Bechon - psichiatra

Maria Antonietta Binetti - psichiatra

Esther Di Biase - Fondazione Casa dell'Ospitalità

Enrico Di Croce – psichiatra

Valeria Fassio - medico

Andrea Ferrero - psichiatra

Orietta Ferro – associazione Psicopoint

Maura Formica – associazione Più diritti

Maria Grazia Giannichedda - presidente Fondazione Franco e Franca Basaglia

Camilla Ghirardini - psichiatra

Chiara Giorgietti Prato - impiegata

Claudia Giraudo - psichiatra

Caterina Greco - consigliera comune Torino

Antonello Lanteri - psichiatra

Alessandro Malaffo - infermiere

Carla Martinetto - psichiatra

Teresa Nicolini - familiare e socia della Associazione Insieme

Paola Parini – associazione Accordo

Giulio Pascali - architetto

Lea Piscitelli - pensionata

Rossana Rosso - psichiatra

Marta Saroldi - psichiatra

Sileci Saverio – associazione LuovodiColombo

Pietra Selva Nicolicchia - regista

Marina Sticca - infermiera

Virginia Tigli – utente CSM

Riccardo Tiraferri - psichiatra

Luca Tonti - operaio

 

RISPOSTA DELLA REGIONE PIEMONTE

Alla Dott.ssa Nerina Dirindin

                                            e .p.c.    

All’Assessore Regionale alla Sanità Regione Piemonte

                                                         Dottor Luigi Genesio Icardi

Al Presidente della Regione Piemonte

                                                         Dottor Alberto Cirio

Trasmissione via: PEC

 

OGGETTO:    

Contratto ASL/Strutture residenziali psichiatriche accreditate della Regione

Piemonte.

 

Con   riferimento   alla   segnalazione   relativa   all’oggetto   dell’8/07/2022,   Protocollo

Regionale   n.   27231   del   18/07/2022,   si   comunica   che   si   è   preso   buona   nota   delle osservazioni pervenute e si è conformemente data indicazione alle aziende sanitarie.

 

Ringraziando per la collaborazione, si porgono cordiali saluti.

 

Visto

Il Dirigente del Settore

“Regole del SSR nei rapporti con i soggetti erogatori”

dr.ssa Silvia MARTINETTO

(firmato digitalmente)

               Il Vicario della Direzione

          dr. Franco Ripa

(firmato digitalmente)

 

Corso Regina Margherita, 153 bis

10122 TORINO

 

Tel. (011) 432.3837

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