TESTIMONIANZE DALL'INCONTRO NAZIONALE DI PAROLE RITROVATE

Testimonianze dall'Incontro nazionale di "Parole Ritrovate"

Roma 10-12 novembre 2022

 

DA renzodestefani48@gmail.com

me 23/11/22 - 13:27

 

Il 10-11-12 Novembre 2022 viene organizzato il convegno nazionale di Parole ritrovate a Roma, quindi io e altre 10 persone partiamo il 10 Novembre verso Roma con 2 pulmini, il viaggio va bene,arriviamo a Roma alle 13:00, scarichiamo le valigie e prendiamo le chiavi delle stanze, poi partiamo per andare nella sala del convegno, ma arrivando alle 15:00 non siamo riusciti ad intervenire, come da programma,e nel primo giorno ci sediamo nella sala ascoltando, gli ultimi interventi.

Nel secondo giorno, all’inizio del convegno vengono chiamati a parlare delle persone, e nello stesso momento chiamano a prepararci noi, Tiziana ed io, …. e nell’attesa io rifletto su cosa dire, alla fine ci chiamano e saliamo, io decido di parlare seduto e senza molta difficoltà racconto la mia storia di malattia, parlo della nostra associazione, e del corso per facilitatori che inizierà a Parma, il tutto mi riesce quasi naturalmente, dopo di me parla Tiziana che racconta la sua storia, anche emozionandosi un po’ verso la fine. Comunque va bene tutto … ci dicono che siamo stati bravi e poi torniamo ad ascoltare.

Nel pomeriggio interviene un nostro compagno ed io registro tutto l’intervento per poi elaborare un video.

Nel terzo giorno riesce ad avere un po’di spazio l’educatore, e fa un breve discorso, che registro, successivamente come atto finale ci posizioniamo sopra e sotto al palco, una cinquantina di persone, con una maglietta bianca e una lettera sopra in modo da scrivere la frase, “Le Parole Ritrovate per una buona salute mentale”. Foto finale annessa.

Nei tre giorni di convegno gli interventi più positivi e belli a mio parere sono stati due, un gruppo che ha preparato una canzone, l’ha fatta mettere in ascolto e contemporaneamente, con le braccia alzate, ascoltavano e un po’ cantavamo. Mi è piaciuto perché trasmetteva una volontà di libertà, e una serenità interiore già raggiunta.

L’altro intervento bello è stato un gruppo corale che cantava un testo, e questo l’ho registrato perché era un gruppo bello che, come l’altro gruppo, trasmetteva emozioni positive.

Al contrario un altro intervento, che ha me a dato emozioni negative, è stato quello di un familiare che ha parlato del TSO utilizzando come esempio il “Daspo sportivo”, proponendo di creare un nuovo metodo, per fare in modo che chi non si reca alle visite abbia ”l’obbligo” di farlo, e nel caso non si presenti può essere “punito” … riflessione a mio parere inapplicabile, perché una punizione non credo aiuti a fare capire alla persona che la visita è utile, ma potrebbe metterla in difficoltà e non aiutarla a migliorare.

Gli altri interventi sono stati interessanti, erano tutti interventi che se ascoltati con attenzione, potevano fornire idee e nuove soluzioni, uno spunto su cui riflettere e alla fine riutilizzarlo per te stesso

Io credo sia stato utile ascoltare gli interventi. 

In questi tre giorni oltre al convegno abbiamo visitato Roma sia di giorno che di notte, abbiamo utilizzato la metropolitana per andare in centro, e camminato molto, la cosa più utile è stato passare questi tre giorni insieme ad amici, ma la cosa più bella è essere riuscito a farlo con naturalezza e senza maschere, quindi la vacanza “lavorativa” è stata bella ed è stato un altro esercizio per non interrompere l’allenamento.   

Giuseppe Patorniti

Presidente di Lettera 27 – Parma

                                                                                                                                   

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Per me è stata una esperienza positiva, mi ha aperto la mente sotto questo aspetto, giornate intense e costruttive, quello che mi è piaciuto particolarmente è stato il collegamento col Brasile e il Giappone perché ci ha fatto conoscere l’esperienza di Paesi così lontani e quello che fanno per confrontarsi con la realtà italiana

Elisa Marri Prato

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Da: monica rinaldi <monica.mar.rinaldi@gmail.com>
Data: 20 novembre 2022, 19:28:55 CET

Sono una mamma che ha partecipato per la prima volta alle "Parole ritrovate" , ho provato tante emozioni e descriverle è difficile, almeno per me, non so usare bene le parole, mi sembra che non raccontino fino in fondo il sentire, comunque ci proverò.

Pensando alle cose belle quello che più mi ha emozionato sono stati i racconti delle persone più o meno giovani che hanno narrato con semplicità e sincerità le loro storie, condividendo periodi brutti e belli della loro vita e della loro malattia, momenti che non sapevano affrontare e che sembravano insuperabili invece con forza e tenacia hanno intrapreso una strada per uscire da quel buio e tanti ora sono diventati, pazienti esperti, ed aiutano quelli che ancora sono nella disperazione,

Nel raccontarsi una donna ripeteva spesso il verbo ASCOLTARE, questo mi ha molto colpito e mi ha fatto riflettere di come è importante sentirsi ascoltati e diceva anche che dapprima non si sentiva all'altezza di aiutare gli altri ma poi ha capito che bastava ascoltarli per renderli contenti.

Penso che sia proprio vero, quanto sembra facile ascoltare a volte però può diventare faticoso, pesante e complicato se non ascolti con il cuore...ecco lei ascoltava con partecipazione vera e la persona davanti lo sente ed è questo l'importante.

La cosa più brutta che ho ascoltato e mi ha fatto male come un pugno nello stomaco è stata la contenzione, devo confessare che non sapevo bene cosa fosse, ora so cos'è e sono molto dispiaciuta che ancora in Italia sia praticata, è una pratica orribile, crudele e disumana non dovrebbe proprio esistere, per fortuna ho anche ascoltato uno psichiatra che è riuscito ad abolirla dal suo ospedale...si può fare anche senza e questo da speranza.

Voglio concludere dicendo, questi tre giorni sono stati impegnativi, ho ascoltato tante realtà narrate da persone che hanno vissuto e vivono il disagio mentale, medici, educatori, volontari, familiari ed ho colto che tutti insieme, ognuno facendo la propria parte si può migliorare la vita dei ragazzi e adulti che inciampano nella malattia mentale, si può fare, ho colto tanta forza e speranza nei loro racconti...perché noi non la dovremmo avere...

Monica Rinaldi - Prato

 

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Da: imara artero <imara.artero@gmail.com>
Inviato: mercoledì 16 novembre 2022 22:19

Caro Renzo, car* tutt*, 

sono Imara e sono una neofita del mondo di Parole ritrovate. 

Un mondo che mi ha incuriosita fin da subito, che sapeva di buono, raccontato da persone decisamente interessanti. 

Si parlava di sane emozioni, buone pratiche, percorsi di cura condivisi, parole piene, speranza…fiducia…fareassieme…concretezza. 

Mi chiedevo se davvero potesse esistere una realtà così, qui sulla Terra, nel nostro presente, e non si trattasse invece di UFE con la vocale sbagliata.

Ci sarà da fidarsi? È reale? 

Così ho letto, ho ascoltato, ho condiviso, ma soprattutto ho cominciato a sperimentare cosa significhi credere e fare assieme!

Tutto diventa possibile, si sprigiona una ENERGIA vitale che mette in comunicazione Giappone, Brasile, Italia, India, America, tante anime con tanti codici linguistici differenti, ma tutti con una lingua in comune, che permette di capirsi anche senza vocabolario. Il dolore si trasforma, diventa il nostro traduttore simultaneo e ci permette di entrare in comunicazione col mondo, nostro e di chi ci è accanto. 

Il 22 esimo Incontro nazionale de “Le parole ritrovate” mi ha donato un’emozione entusiasmante, la voglia di fare!

Fare insieme a tutti quanti voi!

Un caro abbraccio a tutt* 

Imara Artero – Torino

 

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Da: nadia boccara <nadiaboccara@gmail.com>
Inviato: venerdì 18 novembre 2022 13:09

Carissimi, sono stati tre giorni fantastici. Affetto e intelligenza. Spero che mi aiuti a continuare il cammino intrapreso.

Nadia Boccara per Habita – Roma

 

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Da: luca dal bianco <lucadalbianco2@gmail.com>
Date: ven 18 nov 2022 alle ore 17:43

Cari amici, l'incontro delle parole ritrovate a Roma è stato un evento bellissimo. Interventi vari e tutti importanti. Mi ha colpito oltre al clima di sentita solidarietà e speranza, la testimonianza di gioia e condivisione di tante persone che sono riuscite a ritrovare benessere, serenità e dignità nella propria vita. Come lo zaino che hanno portato alcuni amici di Sondrio, o forse di Gubbio non mi ricordo, ci metto dentro le coraggiose camminate per la via francigena fino a Roma e il cammino di San Benedetto, lo sport, le impressionanti immagini dei carcerati delle Filippine, il simpatico collegamento con la casa editoriale e gli amici del Giappone, le testimonianze brasiliane, il coro, la band, la musica artistica, il coraggioso intervento di una cara amica dottoressa, e le foto dei splendidi quadri di persone che hanno vissuto brutte esperienze di recovery, ma nonostante tutto c'è l'hanno fatta, il tutto incorniciato dallo storico scenario di una città eterna unica al mondo che ho avuto il piacere di visitare e di viverla intensamente. Lo zaino è bello pieno, ma non mi pesa affatto, anzi mi è molto prezioso e carico di significati e buone idee che come utente facilitatore non vedo l'ora di mettere in pratica.

Grazie. 

Luca Dal Bianco – Ritrovarsi Thiene  

 

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Anche questa volta è stata un'emozione partecipare alle Parole Ritrovate. Il palco con le luci, i microfoni e tutti che ti ascoltano, mette in soggezione chi, come me, non ci è abituato e non sa parlare davanti a agli altri. Questo però è un palco diverso. Qui ognuno può salire e raccontare la propria esperienza. Le persone portano la propria sofferenza, che solo loro conoscono, e la condividono con gli altri; con gli occhi bagnati di lacrime e la voce rotta dal pianto ognuno parla della propria vita. Ascolto commossa, l’esperienza di un medico che ci racconta del suo impatto con la patologia: il suo mondo si ribalta, la malattia lo devasta, perde il ruolo, non riesce più ad essere un padre e un marito per la sua famiglia, la gente lo guarda in modo diverso. La sua vita è stravolta. Ascolto questo fiume di sofferenza e mi domando come possano le persone trovare la forza per andare avanti. Sento però che essere lì a raccontare il proprio dolore è parte dell’accettazione della malattia; significa riuscire a riconoscere il proprio malessere, a non nasconderlo, a concedersi il diritto di stare male, a non avere paura di mostrare agli altri anche questa parte di sé. Sento, ascoltando queste esperienze di dolore, il bisogno di condivisione mio e di chi è sul palco. Il tuo stare male è una parte che esiste ed è una parte anche di me, e voglio conoscerlo e prendermene cura, non posso dare valore ad altro se non mi prendo cura della sofferenza che mi mostri. Ognuno di noi ha diritto a riconoscersi questa parte e mostrarla agli altri.

Luciana Alessi, Polisportiva Aurora Prato

 

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La nostra associazione “Il fare assieme” l’ha condiviso da subito e seguito da sempre con interesse. Sono oramai passati 12 anni che fra Trento e tutte le altre provincie d’Italia, noi c’eravamo all’appello. Presenti e capire quel tassello in più, che può fare la differenza per delle buone pratiche.

A Roma è stata una giornata di vero protagonismo per gli utenti, le recovery molto sfaccettate, ad ognuno il proprio vestito. Nel silenzio l’ascolto ha rinvigorito la voglia di condivisione, alcuni più bravi di altri nel raccontarsi, il rivedersi nelle storie dell’altro/a. Nell’ascolto, riaffiorare ferite che sembravano rimarginate, qualche lacrima, rabbia nel sentirle ancora proprie, nel rivivere quel periodo triste e alla fine sorridere, nel pensare: finalmente, è stata lunga ma c’è l’ho fatta.

L’esempio come messaggio di vita quella dello zaino, è stato di facile comprensione. Riempirlo di sole cose importanti che ci servono veramente e ci sono indispensabili per la sopravvivenza e lasciare fuori tutto il resto, evitando di non far confusione. In alternativa il peso come zavorra, ci fa piegare sempre più, rischiando di precipitare nel baratro più profondo, che poi sarà più faticoso risalire.

A mio parere il racconto di ognuno ha fatto smuovere una consapevolezza in ciascuno per futuri ESP.

Anch’io come familiare ho imparato ad ogni incontro di portarmi a casa qualcosa, l’accettazione della malattia e il non avere aspettative, imparando ad elaborare ogni singolo giorno per poter vedere il bicchiere sempre mezzo pieno per proseguire più serena e fiduciosa, che prima o poi qualcosa in meglio cambierà.

Donatella Beoni - Porte sempre Aperte - Garbagnate Milanese

 

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Il gruppo di utenti (8), familiari (1), operatori (5) e volontari (3) dell'area Nord dell'Umbria - Città di Castello e Gubbio- che ha partecipato al Convegno di Parole Ritrovate a  Roma si è incontrato subito dopo per confrontarsi condividendo impressioni e riflessioni:

·         ha colpito tutti la ricca partecipazione di utenti, familiari e associazioni, provenienti da tante diverse località italiane e non solo! A conferma che il Movimento Parole Ritrovate è vivo e attivamente presente: in particolare è apparso a tutti che  il supporto fra pari e gli ESP sono ormai una realtà e anche molto diffusa.

·         la generosità di chi ha presentato la propria testimonianza ha permesso a molti giovani del gruppo e familiari di riconoscersi nelle storie di recovery e trarne "ottimismo e speranza"- come ha commentato una madre di Gubbio. In particolare ha colpito, tra tante,  la storia di Valentina, la pittrice di Roma e le storie dei ragazzi di Sondrio.

·         l'orto di Giovanni e altri contributi a più voci hanno dato lo spunto a volontari del nostro gruppo di attivare progetti analoghi in loco.

·         ha colpito la rabbia di tanti familiari e associazioni nei confronti dei servizi che a tutt'oggi non li considerano risorse, con una pericolosa deriva verso la scissione.

·         purtroppo ha colpito anche la scarsa presenza degli  operatori dei servizi, senza i quali non c'è fareassieme !

·         dai libri presentati  e dal decalogo di buone pratiche presentato da De Stefani è stato tratto lo spunto da parte delle associazioni locali per organizzare la formazione di utenti, familiari e  volontari nel 2023.

·         chi è intervenuto direttamente sul palco ha riscontrato un clima molto accogliente in sala, ha percepito un ascolto attento che ha favorito la testimonianza anche di chi aveva paura di non farcela!

Quindi grazie, grazie, grazie !!!

 

 

Utenti, familiari, operatori e volontari dell’Area Nord dell’Umbria – Città di Castello e Gubbio.

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Commenti: 2
  • #1

    Eliana Lorini Prato (lunedì, 05 dicembre 2022 14:45)

    Semplicemente bello, toccante che da tanta voglia a chiunque di fare qualcosa di positivo per aiutare chi ha bisogno,,,,

  • #2

    Beatrice MenteInPace Cuneo (martedì, 13 dicembre 2022 22:00)

    Tutte testimonianze toccanti, preziose, veritiere, che fanno riflettere ed invitano ad andare avanti con più fiducia e serenità, senza troppe false aspettative.
    "Concedersi il diritto di star male" ha scritto qualcuno, proprio così! Solo accettando la propria malattia, non temendo di raccontarla, si può trovare la forza per non soccombere.
    Mi è sembrata molto azzeccata e significativa la metafora dello zaino da riempire delle sole cose importanti ed indispensabili per la sopravvivenza, lasciando fuori tutto il resto... Un consiglio da seguire, senza dubbio, che vale proprio per tutti.
    Aleggia in tutti questi racconti un soffio di dolorosa Verità ma anche di Speranza.
    Un grande grazie a tutti!

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