Presso l’Istituto
di Istruzione Superiore "Sebastiano Grandis" di Cuneo la nostra Associazione “MenteInPace – Forum per il ben-essere psichico” ha incontrato le studentesse
e gli studenti delle classi V^E e V^F. L’incontro, organizzato da Valentina Fida, educatrice professionale e componente dello staff del CSV (Centro Servizi per il
Volontariato – Società Solidale OdV) per quanto riguarda il settore “Scuola Giovani & Volontariato”, è stato richiesto a seguito del 1° Salone per il Volontariato svoltosi lo scorso
anno.
A presentare MenteInPace c’erano il Presidente Filippo Manti, in collaborazione con i volontari Andrea Castellino, Cinzia Dalmasso, Rossana Costa-Giani, Beatrice Durbano e Gianfranco Conforti, i
quali (essendo in MenteInPace da più tempo) hanno parlato delle loro esperienze.
Filippo ha iniziato chiedendo ai presenti chi, secondo loro, erano gli iscritti a MenteInPace. Questo per valutare qual’era la loro percezione di un’associazione come la nostra, che è formata da
utenti, familiari, operatori (o ex operatori del Dipartimento di Salute Mentale di Cuneo) e cittadini sensibili alle tematiche del superamento dei pregiudizi nei confronti della malattia
psichiatrica.
In seguito, grazie al supporto tecnico-informatico di Andrea, si sono proiettate delle slides in cui vi erano delle testimonianze di utenti. Le parole ricorrenti erano “paura” (degli
altri, di uscire), “angoscia”, sentirsi in “prigione”, “fuga”. Toccante la testimonianza di Alessio, ragazzo affetto dalla Sindrome Hikikomori, il quale, per descrivere il suo riuscire ad
emergere da tale chiusura patologica, ha citato una frase di Friday for Future: “nessuno di noi è così forte come tutti noi insieme”.
Beatrice, forte della sua esperienza d’insegnante, ha voluto chiedere ai presenti che cos’é per loro il disagio mentale ed ha scritto sulla lavagna ciò che le studentesse e gli studenti dicevano.
Queste sono alcune definizioni: solitudine, distacco dalla realtà, difficoltà a relazionarsi con gli altri, emarginazione ed autoemarginazione, paura che genera ansia, scarsa autostima, senso
d’inferiorità, tormento interiore, evitamento.
Proprio sul termine “solitudine” si sono accentuati tre possibili caratteristiche:
·solitudine come malessere, sensazione di vuoto anche in mezzo agli altri;
·solitudine positiva, come lo stare bene con sé stessi;
·solitudine ricercata come rifugio, perché con gli altri si sta male.
Vengono presentate due esperienze personali di malattia, come sono state vissute dagli interessati.
La prima è insorta durante una gita scolastica a Barcellona, all’età di 18 anni. Durante il viaggio il ragazzo
si sentiva come se fosse un agente segreto, si sentiva isolato dagli altri. Al ritorno a casa trovava difficile anche solo farsi una doccia. Probabilmente, questo è il suo vissuto, ciò può essere
dipeso dal fatto che si sentiva in procinto di “varcare la soglia” (proprio così l’ha definita, offrendo un’ottima immagine metaforica) che porta all’età adulta, alle responsabilità, alla ricerca
di un lavoro. Molto interessante è stata la capacità, che lo ha reso più forte e consapevole delle sue possibilità, di vedere le cose in positivo, il classico “bicchiere mezzo pieno”. Sentirsi
accolto, in mezzo a gente che non lo giudica, lo carica positivamente.
La seconda riguarda, sempre intorno ai vent’anni, una delusione amorosa. Molto utile, anzi fondamentale, è
stato il ruolo della famiglia, che ha sempre creduto in lei. Ciò che creava sofferenza era, in particolar modo, il giudizio su sé stessa, quel senso d’inadeguatezza, la paura che gli altri ce
l’avessero con lei. Una frase toccante è stata quando ha affermato: “non pensate male di noi perché siamo come voi”.
Oltre al sostegno della famiglia sono stati ricordati i ruoli fondamentali d’aiuto delle strutture territoriali
del Dipartimento di Salute Mentale come il Centro Diurno o del volontariato. A riguardo è stata ricordata l’importanza di non sottovalutare il malessere, specie se prolungato nel tempo e di non
vergognarsi nel chiedere aiuto.
In chiusura Beatrice ha chiesto ai presenti: “per voi è cambiato qualcosa dopo questo incontro? Avete ancora
paura della malattia mentale?”.
Filippo ha invitato a “non aver paura della paura”. Occorre razionalizzarla, capirla e trasformarla da
sentimento di evitamento, di fuga, in sentimento di comprensione ed accoglienza.
È stata una bella esperienza che ci auguriamo sia stata arricchente. Per noi lo è stato sicuramente. Per questo
ringraziamo chi ha organizzato l’incontro, le professoresse ed i professori, le studentesse e gli studenti per la partecipazione e l’attenzione.
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Video Spot di MENTEINPACE
ADRENALINA PURA!!
regia di
Andrea Castellino
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regia di
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ZONA FRANCA
è un laboratorio di inclusione sociale, in cui si sperimentano forme alternative di partecipazione,
protagonismo ed espressione.
È ideato e prodotto dalla Cooperativa Proposta 80
in collaborazione con l’Associazione Culturale Kosmoki
e dagli
utenti del Servizio di Salute Mentale del Dipartimento di Salute Mentale di
Cuneo.
Collaborano al progetto Città di Cuneo, Cooperativa Momo,
La Psichiatria del fareassieme è un manuale di salute mentale molto diverso dai testi che di solito si trovano sull’argomento: non ci sono capitoli sulla
psicopatologia, sui principali disturbi psichici, sui trattamenti più in voga. L’approccio del fareassieme mette al centro, nei fatti e non solo nelle parole, utenti e familiari.
Medici, operatori, utenti, familiari e cittadini sono coinvolti alla pari nei percorsi di cura e nella co-progettazione e co-produzione di tutte le attività, i gruppi e le aree di lavoro del
Servizio. Un approccio dove si impara a «pensare e a lavorare» assieme, valorizzando la presenza, il sapere esperienziale, le risorse di tutti.
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