LA STORIA DI RECOVERY DI FEDERICA (Susanna Brunelli)

 

“Fuggire allo scoperto” allo scopo di  cercare l’unica via di fuga possibile in quel momento, ma un segnale che arriva all’improvviso ha fatto sì che la sua debolezza si trasformasse in forza e l’utopia diventasse realtà, con la sua Intelligenza, senso di responsabilità e la sua grande sensibilità che contraddistinguono questa bella anima che ha voglia di crescere.

(Susanna Brunelli)

Ricevuto via whatsapp lunedì 14 agosto 2023, ore 17:24

 

“In questo mondo non ci sono né felicità né infelicità,

esiste solo il confronto tra una condizione e l’altra, ecco tutto.

Solo chi abbia provato l’estremo dolore è in grado di percepire l’estrema felicità.

Bisogna aver voluto morire, Maximilien, per sapere quanto è bello vivere.”

Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo

La storia di Recovery di Federica

Compagna di viaggio, partecipante al percorso formativo EX – IN (1)

Mi chiamo Federica, ho 35 anni e vengo da una cittadina dispersa nelle nebbie della bassa pianura padana famosa per la produzione di riso e per le zanzare.

Sono la terza di quattro figli: con i miei due fratelli maggiori, un fratello e una sorella, ho rispettivamente 11 anni e 5 di differenza, e 2 anni “in più” rispetto alla mia sorellina più piccola.

Ho vissuto un’infanzia serena, nonostante i problemi di economici e i numerosi incidenti – anche gravi- sul lavoro di mio padre, che lavorava sui pali dei telefoni per ditte in sub appalto che non conoscevano la parola “assicurazione”. Il sogno dei miei genitori era comprare casa: nel 2001, dopo l’ennesimo fallimento e riassunzione di mio padre presso la stessa azienda ma con nome diverso, sembrava che finalmente ci fosse la possibilità di realizzarlo. Io avevo appena finito le medie: ho sempre amato la scuola, anche se ho sempre subito atti di bullismo.

(...)

LA TESTIMONIANZA DI FEDERICA CONTINUA

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Note

(1)  EX – IN è una iniziativa che nasce dal progetto europeo EXperienced –INvolvement (1) che ha come obiettivo il coinvolgimento e l’inclusione nel lavoro dei servizi di salute mentale, e non solo, di persone ‘esperte per esperienza’ per aver vissuto un’esperienza di sofferenza psichica come utenti dei servizi di salute mentale.

 

Tratto da: https://mad-in-italy.com/2023/08/la-storia-di-recovery-di-federica/

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Commenti: 6
  • #1

    Marco (giovedì, 17 agosto 2023 20:33)

    Lavoro come educatore fin dal millennio scorso e mi sono sempre chiesto perchè non è possibile allargare la cerchia dei possibili candidati ad iniziative come EX - IN a opratori che come me lavorano da decenni in psichiatria. Sono convinto che se mi fosse data la possibilità di spogliarmi del ruolo di pedina-esecutore degli interventi della psichiatria potrei mettere a disposizione la mia pluriennale esperienza, anche personale, a tutti coloro che vengono in contatto direttamente o indirettamente con questo mondo. Nel mio ruolo attuale sono vincolato dalla condizione di sudditanza della cooperativa o associazione che lavora alle dipendenze dell'ASL.

  • #2

    Gianfranco (venerdì, 18 agosto 2023 09:19)

    Caro Marco anche io sono un operatore (infermiere) che ha lavorato 44 anni in Ospedale, di cui 19 in reparto psichiatrico. Penso però che questi percorsi formativi siano rivolti a chi ha passato una esperienza di sofferenza, di malattia psichica e che da quella esperienza ha tratto la forza di capirsi e di riuscire ad impadronirsi nuovamente della propria vita, in modo pieno anche se, a volte, con alcuni limiti. Limiti che abbiamo tutti a causa del passare degli anni, o di una malattia che lascia postumi o limitazioni (ad esempio una brutta frattura, una celiachia, un diabete, ecc.). Lasciamo che chi è vittima dello stigma psichiatrico possa vivere e recuperare la propria autonomia con un confronto fra pari, con l'auto-mutuo-aiuto. Rispettiamoli e confrontiamoci con loro dai nostri rispettivi ambiti, pronti tutti ad aprirci all'altro senza voler prevaricare ma invece disposti ad imparare.

  • #3

    Susanna Brunelli (venerdì, 18 agosto 2023 09:45)

    Ciao Marco , sono Susanna , sono una partecipante al progetto EX IN e se vorrai potrai vedere i miei articoli su questo sito dei vari moduli fatti fino ad ora che sono 9 per capire come funziona e il motivo per cui è cosi eccezionale, proprio perchè è solo ed esclusivamente per persone che hanno vissuto in prima persona un disagio psichico che ha segnato la loro vita, è basato proprio sulla propria storia personale dove si entra in relazione con se stessi e i compagni di corso, cosa unica nel suo genere, se vuoi confrontarti o saperne di più scrivimi a susi.brunelli@gmail.com
    Io sono di Verona

  • #4

    Federica (venerdì, 18 agosto 2023 17:24)

    Ciao, sono Federica, faccio parte della formazione Ex-in e quella che è postata qui è la mia storia. Sono felice del fatto che ci siano operatori che desiderano aprirsi al mondo degli esp, ma ci terrei a fare due precisazioni:
    -1: Ex-In è un corso di formazione per esperti in supporto tra pari nato dal progetto Europeo Leonardo del 2008, non un gruppo di auto-mutuo aiuto. Come esp, abbiamo fatto delle scelte che ci hanno portato a voler mettere a disposizione la nostra esperienza per poter aiutare altri ad affrontare il loro percorso. La formazione mette al centro il sapere esperienziale condiviso, che nasce sì dalle nostre storie ed esperienze, ma anche da basi teoriche ( con riferimenti alla letteratura scientifica e normativa nazionale ed internazionale) e strumenti che vengono forniti durante il percorso formativo con lo scopo di formare una figura professionale. Al momento qui in Italia non è ancora riconosciuta, ma ci stiamo lavorando con la rete esp nazionale. I gruppi di auto-mutuo aiuto sono altra cosa; non formano figure professionali. Gli esp formati però sono in grado di condurre un gruppo Ama.
    Se volete approfondire questa pubblicazione del WHO sul peer support work può esservi utile https://www.who.int/publications/i/item/9789240025783
    2- la formazione Ex-in prevede quello che è chiamato il "tandem"dei formatori: ossia un operatore esperto per esperienza formato sul modello Ex-in, ed un operatore che ha fatto solo la formazione per diventare formatore. Quindi l'esp fa 2 formazioni ( Ex-In + Ex-in per formatori); l'operatore "classico" ( educatore, infermiere, sociologo e altri) invece fa solo quella per formatore.
    Al momento non so di formazioni per diventare formatore Ex-In o i requisiti che vengono chiesti agli agli operatori per accedervi, i nostri attuali formatori hanno fatto il corso ad Amburgo, in Germania.
    Un saluto a tutti!

  • #5

    Gianfranco (domenica, 20 agosto 2023 09:25)

    Cara Federica,
    grazie per le precisazioni. Mi hai chiarito le idee e sono convinto che se veramente si vuole avere una relazione terapeutica noi operatori (psichiatri, infermieri, educatori, ecc.) dobbiamo aumentare l'ascolto di chi deve emergere dalla sua condizione di stigmatizzazione e sudditanza, dando loro la parola non solo per parlare dei propri sintomi o delle proprie storie ma anche per concordare la strategia per migliorare il più possibile la propria condizione, sino a raggiungere, se possibile, la tanto citata recovery. Grazie ancora. Sì, ho sbagliato a sminuire il vostro percorso come un auto-mutuo-aiuto. Ma sbagliando si impara e io ne ho tanto bisogno.

  • #6

    Federica (domenica, 20 agosto 2023 09:55)

    Ciao Gianfranco! Non hai sminuito nulla, anzi. Il fatto che Ex-in e i gruppi ama siano due cose diverse, non toglie valore a nessuna delle due. Vorrei che il sentito dire fosse che ci sono più operatori che la pensano come te sulla relazione terapeutica, purtroppo chiunque abbia avuto a che fare con la psichiatra si trova ad avere a che fare con barriere che poco hanno a che fare con l'incapacità o la mancanza di competenze, ma di mancanza di opportunità e di una cultura che stigmatizza e molto paternalistica nel considerarci "cause perse". Il problema è che molti finiscono per crederci e rinunciano a tutto, e la relazione terapeutica ( in ambito psichiatrico e dei servizi) dove gli operatori sono sempre meno, diventa un mero dispensario di farmaci. Gli esp e gli operatori come te che credono nella alleanza terapeutica basata sulla parità devono diventare parte di un cambiamento. Ci vorrà tempo ma sono ottimista, se si lavora insieme c'è la possiamo fare. Non scusarti! E comunque tutti abbiamo bisogno di imparare, sempre e comunque. Un abbraccio!

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Renzo De Stefani

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Valori e pratiche orientate alla “Recovery”

Erikson editore

 

La Psichiatria del fareassieme è un manuale di salute mentale molto diverso dai testi che di solito si trovano sull’argomento: non ci sono capitoli sulla psicopatologia, sui principali disturbi psichici, sui trattamenti più in voga. L’approccio del fareassieme mette al centro, nei fatti e non solo nelle parole, utenti e familiari. Medici, operatori, utenti, familiari e cittadini sono coinvolti alla pari nei percorsi di cura e nella co-progettazione e co-produzione di tutte le attività, i gruppi e le aree di lavoro del Servizio. Un approccio dove si impara a «pensare e a lavorare» assieme, valorizzando la presenza, il sapere esperienziale, le risorse di tutti.

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