Il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Ma l’Italia, culla del più potente e riuscito esperimento di liberazione dei malati di mente, non solo rinnega sistematicamente la propria riforma e le proprie radici di patria dei diritti riconosciuti ai malati di mente ma, quotidianamente, svilisce, depotenzia, definanzia il servizio pubblico di salute mentale.
10/10/2023 - 11:20
Dal 1992, per iniziativa della World Federation for Mental Health, il 10 ottobre si celebra la giornata mondiale della salute mentale. La giornata è dedicata ogni anno a un tema diverso e quest’anno il titolo delle celebrazioni è “La salute mentale è un diritto umano universale”. Già nel 1998 la giornata era stata dedicata ai diritti umani (Mental Health and Human Rights era il tema del 1998) ma quest’anno l’enfasi della giornata è sulla idea forte della salute mentale come diritto fondamentale.
In sostanza, si tratta di ribadire due aspetti di tale diritto: il diritto di ogni cittadino a godere della salute mentale e il diritto a ricevere cure che restaurino la salute mentale quando essa sia compromessa. Dunque, questo 10 ottobre celebriamo il diritto per tutti alla salute mentale: per coloro che per la povertà, per l’esclusione sociale, per la mancanza di accesso alla educazione e ai servizi sanitari, per le condizioni di precarietà esistenziale legate a ogni crisi umanitaria sia essa causata da eventi naturali oppure dall’uomo, per tutti insomma, perché tutti hanno diritto a mantenere la propria salute mentale.
Ma, anche, celebriamo il diritto di coloro che la salute mentale l’hanno compromessa. Il diritto a ricevere cure umane, efficaci, giuste, accessibili. Sono anni ormai che i rapporti dell’ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite denunciano il permanere di stigma e discriminazione nei confronti delle persone con qualunque tipo di sofferenza psicosociale e soprattutto denunciano la sistematica violazione dei loro diritti umani e civili, proprio nei luoghi che dovrebbero essere dedicati alla loro cura. Non dimentichiamo, inoltre, che le persone che sono diagnosticate con un disturbo mentale hanno una speranza di vita ridotta di più di dieci anni rispetto a soggetti che non soffrono di alcun disturbo mentale. E tale ridotta speranza di vita non si deve al disturbo mentale in sé bensì alle condizioni in cui queste persone vivono e vengono curate dai sistemi sanitari.
Psichiatra,
professore ordinario di Global Health alla Università di Lisbona,
nato a Genova e allievo di Franco Basaglia
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Tratto da:
https://www.saluteinternazionale.info/2023/10/salute-mentale-celebrare-o-lottare/
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