Il ‘Peer Specialist’ in Salute Mentale: quando la propria esperienza diventa una competenza preziosa
Radioweb RADIO32
intervista al dott. Marcello Maviglia.
di Edgardo Reali – Radio 32
segnalato da Marina Trincheri di Mondovì (CN)
via whatsapp – 27/11/2023 ore 14:12
Intervistiamo il dott. Marcello Maviglia, psichiatra e specialista in tossicodipendenza, ricercatore nel contesto dei determinanti sociali della salute mentale, attivista e
promotore dei principi che facilitano il Recovery degli individui. Il Supporto tra pari, così come il lavoro di rete attorno alla persona con disagio mentale svolto da operatori ed educatori
qualificati, riduce i ricoveri ospedalieri e le istituzionalizzazioni. Perché? Perché il supporto alla persona con disagio mentale, vista nella sua globalità, fa la differenza.
La prossimità e la tempestività nella gestione delle crisi emotive fanno la differenza.
Nel lavoro in salute mentale conta la qualità, ma anche la quantità e la possibilità di esserci al momento giusto. E la qualità del supporto ‘di chi ci è passato’ può divenire una grande
risorsa.
Per comprendere a pieno in contenuti dell’intervista è bene soffermarsi su alcuni concetti chiave: ‘recovery’, ‘guarigione sociale’, ‘supporto tra pari’.
Cosa si intende per Recovery in Salute Mentale?
La definizione più accreditata di recovery afferma che essa è “un processo profondo e unico di cambiamento delle attitudini, valori, sentimenti, obiettivi, abilità e ruoli. Sentirsi realizzati vivendo una vita soddisfacente, piena di speranza nonostante le limitazioni causate dalla malattia. Recovery comporta lo sviluppo di nuovi significati e apprendimenti nella vita di una persona che cresce e si sviluppa oltre gli effetti catastrofici della condizione patologica” (Anthony, 1993).
Tale concezione nasce e si sviluppa, per la prima volta, grazie al fondamentale lavoro del dott. Franco Basaglia e della sua equipe, prima a Gorizia e poi a Trieste, lavoro che dimostra come si possa affrontare la ‘malattia mentale’ in modo totalmente diverso, mettendo al centro la persona e non la malattia, focalizzandosi sul rispetto dei suoi diritti, sul dialogo, sul mantenimento di una qualità di vita, che il manicomio non consentiva, aggravando di fatto la condizione di salute delle persone con disagio mentale grave, attraverso l’istituzionalizzazione, portatrice di per sé di gravi disagi e compromissioni.
L’INTERVISTA CONTINUA
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