DIPENDENZA DA SOCIAL NETWORK: intervista al Ministro Schillaci

Dipendenza da social network tra i giovani. Schillaci: “È una nuova emergenza sanitaria. Ma vanno ben utilizzati, non demonizzati”

 

DA quotidianosanità

 07/02/24 01:37

In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro della Salute non nasconde la sua preoccupazione sulle dipendenze dei giovani dai social network e propone “pop up che allertino gli utenti quando l’uso dei social supera un certo tempo”. Ma aggiunge: “Vanno ben utilizzati, non demonizzati. È infatti innegabile che queste piattaforme offrono ai giovani strumenti per creare, mantenere o sviluppare relazioni interpersonali anche nel mondo reale. Piattaforme e scuole ci aiutino”. 

 

“Mezzo milione di giovani nel nostro Paese è dipendente dai social network. Una nuova emergenza sanitaria, che si manifesta anche con la sempre più preoccupante diffusione dei disturbi alimentari, ai quali recenti studi attribuiscono oltre quattromila morti l’anno tra i ragazzi sotto i 24 anni. Dopo gli incidenti stradali è ormai questa la prima causa di morte tra i nostri giovani. Una strage silente, di fronte alla quale non possiamo restare indifferenti”.

In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro della Salute Orazio Schillaci non nasconde la sua preoccupazione sulle dipendenze dei giovani dai social network. Un’emergenza appunto.

“I divieti in Rete non hanno senso – ha commentato il Ministro – ma serve chiedere uno sforzo ai colossi del web in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, più di uno studio ha fatto suonare il campanello d’allarme sul rischio di dipendenza da videogiochi per oltre un ragazzo su dieci o sul cyberbullismo, che colpisce una fetta simile degli studenti”.

“Si tratta di un fenomeno - ha proseguito - che numerosi studi correlano all’aumento dei disturbi mentali sempre più diffusi, non solo nella nostra generazione Z, ma anche in quella Alpha. Ossia, tra i nati dopo il 2012. Non a caso definiti anche ‘screenagers’ per il tempo che trascorrono davanti agli schermi di pc, tablet e smartphone”.

 

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Tratto da:

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=119995&fr=n

 

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