Capita di perdere le parole. Non parlo del disturbo afasico e cioè di quel disturbo derivante da un danno cerebrale più o meno progressivo come un ictus, un trauma cranico, un tumore o un’encefalite. Parlo della perdita o della riduzione della capacità di comunicare per una chiusura in sé stessi, per una difficoltà a farsi capire o accettare dagli altri. In altre parole parlo di coloro che non vengono ascoltati perché sono ai margini come, ad esempio, chi ha un disturbo mentale o è in carcere o vive altre situazioni stigmatizzate.
L’indifferenza della “Normalità” nei confronti della devianza e della marginalità colpisce chi ha una modalità comunicativa difforme dalle regole, oltre che chi pone richieste, temi, visuali che disturbano il flusso nevrotico (e dispotico) della vita di tutti i giorni, dettato da regole assurdamente veloci, consumiste, competitive.
Nel mondo della psichiatria italiana c’è un Movimento, diffuso a livello nazionale, che si chiama “Le Parole Ritrovate”. È nato a Trento e mette insieme decine di associazioni che si muovono per una psichiatria di comunità, che unisca operatori, utenti e familiari (oltre che cittadini sensibili al tema della salute mentale) nel cosiddetto fareassieme e cioè nella cooperazione per migliorare la qualità dei servizi. Ogni anno questo Movimento organizza (oltre ad eventi locali) un Incontro Nazionale. Nel primo incontro del 1993 vollero chiarire il perché del loro nome:
“Non si tratta semplicemente di dare la parola a chi non l’ha sinora avuta, si tratta piuttosto di ritrovare assieme le parole…”
L’Associazione “MenteInPace-Forum per il ben-essere psichico” di Cuneo sostiene il Movimento “Le Parole Ritrovate” avendo, a suo tempo, contribuito in modo considerevole alla raccolta di firme per il Disegno di Legge di iniziativa popolare promosso da questa rete di associazioni. Inoltre fa parte dell’elenco di associazioni che richiesero la presenza di un rappresentante di “Le Parole Ritrovate” alla 2^ Conferenza Nazionale promossa dal Ministero della Salute nei giorni 25 e 26 giugno 2021 ed al “Tavolo sulla Salute Mentale” istituito in seguito dal suddetto ministero.
Questa premessa serve per chiarire il senso che ha una pagina autogestita del sito internet di MenteInPace. Questa pagina si chiama “Le Pillole di Vincenzo” ed è gestita da un volontario di MenteInPace che, da oltre un anno e tutti i giorni, invia una sua riflessione su vari argomenti. La invia, ogni mattina (per un periodo la inviò anche due volte al giorno, il che fa supporre che gli faccia piacere farlo), scritta a mano in stampatello e fotografata. Viene poi scritta al computer, rispettando pedissequamente quanto scritto dall’Autore.
Mi ricordo con che timidezza e dolcezza mi diede il suo primo scritto, la sua prima “pillola”. Si riferiva alla nevicata del 7 Febbraio dell’anno scorso. Ricordo che ne aveva fatte altre copie da inviare ai giornali. Più avanti, in modo disilluso, tranquillo ed autoironico, mi disse che nessuno l’aveva considerato. Solo sul sito www.menteinpace.it era riuscito a trovare ascolto. Ecco: dare ascolto. La cosa più difficile da fare. Ma anche, penso, la cosa più utile se vogliamo impostare le nostre relazioni in modo umanamente valido. Prestare attenzione ad una persona può sembrare poco, vista la complessità dei problemi che ci troviamo di fronte. Ma per quella persona è tutto.
Dovremmo mantenere questa attenzione, per evitare di entrare negli ingranaggi della “Normalità”, che non ci fanno vedere chi è ai margini.
Dare importanza a chi importanza non ha (senza esagerazioni che risulterebbero false e potrebbero avere l’effetto contrario), in questo mondo fatto di apparenza, può essere, se non rivoluzionario, “terapeutico” per chi viene preso in considerazione.
Ecco che allora si riescono a ritrovare le parole per esprimersi.
Gianfranco Conforti
Volontario di MenteInPace
Scrivi commento
dida cavadini (mercoledì, 03 aprile 2024 17:20)
Considerazioni emozionanti e profonde..per aperture infinite....
Grazie. Dida