DEISTITUZIONALIZZAZIONE. L’eredità della riforma psichiatrica (Università di Torino)

UNIVERSITÀ DI TORINO

Dipartimento Studi storici

 

DA Davide Tabor

3/5/2024 10:24

  menteinpace@libero.it  

 

Gentilissim*,

 

si segnala il seminario 

Deistituzionalizzazione. Applicazione, effetti ed eredità della riforma psichiatrica italiana (1961-2022),

 

8-9 maggio 2024
ore 9.30-18
Sala lauree Terracini (Palazzo Nuovo)
Via S. Ottavio 20, Torino
Link per partecipazione online

Pw:D eHist
Numero riunione: 27940482869

 

 

Il programma e la locandina al link: 

https://www.dipstudistorici.unito.it/do/avvisi.pl/Show?_id=93wf

 

Sarà possibile partecipare in presenza e a distanza.

Si chiede la cortesia di far circolare.

 

Cordiali saluti,

 

Davide Tabor e Daniela Adorni

 

Il percorso italiano per la deistituzionalizzazione degli ospedali psichiatrici ha rappresentato un unicum che, anche grazie all’approvazione, nel maggio 1978, della legge n. 180 – ribattezzata “legge Basaglia” e assorbita nello stesso anno dalla legge n. 833 istitutiva del Servizio sanitario nazionale –, ha reso l’Italia il cuore di un confronto internazionale sulla gestione e sulla cura del disagio mentale e sul reinserimento sociale e territoriale dei soggetti vulnerabili e psichicamente fragili, con influenze rilevanti sul funzionamento e sulla fisionomia delle varie “istituzioni totali”, dai manicomi alle carceri, dagli istituti per minori a quelli per le donne, dai centri per disabili a quelli per gli anziani.

Ciò che riassumiamo con il termine deistituzionalizzazione non è stata infatti solo chiusura dei manicomi, ma è stata soprattutto una proposta politica e sociale, misurata sul terreno delle pratiche, volta a ridefinire i rapporti di potere tra autorità e soggetti più deboli in favore di questi ultimi, o meglio, in senso più lato, a riformulare la relazione tra gli individui e la società. Non a caso Franco Basaglia parlava di  «rovesciamento istituzionale», in quanto «La polemica al sistema istituzionale esce dalla sfera psichiatrica, per trasferirsi alle strutture sociali che lo sostengono, costringendoci a una critica della neutralità scientifica, che agisce a sostegno dei valori dominanti, per diventare critica e azione politica» (L’istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico , Einaudi 1968).

Deistituzionalizzazione diventava dunque una parola chiave, come ricordava Franco Rotelli, noto collaboratore di Basaglia e poi direttore dei servizi psichiatrici triestini, secondo il quale il «problema diventerà non la “guarigione” ma la “emancipazione”, non la riparazione ma la riproduzione sociale della gente, altri direbbero il processo di singolarizzazione e ri-singolarizzazione» (Quale psichiatria? Taccuino e lezioni, Edizioni Alphabeta Verlag 2021).

Siamo sempre più convinti che il lavoro terapeutico sia questo lavoro di deistituzionalizzazione volto a ricostruire le persone come attori sociali, a impedirne il soffocamento sotto il ruolo, il comportamento, l’identità stereotipata e introiettata che è la maschera sovra determinata di malati. Che curare significhi occuparsi, qui e ora, di far sì che si trasformino i modi di vivere, sentendo la sofferenza del paziente, e che insieme si trasformi la sua vita concreta quotidiana (Quale psichiatria? Taccuino e lezioni, Edizioni Alphabeta Verlag 2021).

I processi di deistituzionalizzazione 

Il seminario intende approfondire con un approccio interdisciplinare le modalità di applicazione e gli effetti della riforma psichiatrica italiana sul breve, sul medio e sul lungo periodo, le caratteristiche delle varie esperienze territoriali, il ruolo degli attori istituzionali e del terzo settore, le eredità della riforma psichiatrica. Esso mira ad analizzare il rapporto tra il processo di deistituzionalizzazione e il mutamento generale dei modelli e delle pratiche di cura e di presa in carico delle persone in difficoltà, sofferenti o malate nei servizi sociali e assistenziali, internate o recluse, ben oltre il confine della malattia mentale.

La categoria di deistituzionalizzazione è dunque interpretata e discussa a partire dai dibattiti e dai cambiamenti che hanno coinvolto, dagli anni Sessanta in avanti, la psichiatria, le istituzioni per minori, per donne e per disabili, le carceri, gli ospedali psichiatrici giudiziari e le rems, le strutture per gli anziani, ecc. L’obiettivo è ricostruirne le varie definizioni e interpretazioni alla luce delle diversificate pratiche ed esperienze, di analizzarne il cambiamento nel tempo col mutare dei contesti di riferimento e di capire l’utilizzo e l’utilità della categoria della deistituzionalizzazione nelle odierne politiche e pratiche di cura e di presa in carico delle persone sofferenti e in difficoltà.

 

Il seminario rientra tra le azioni del PRIN 2022 Narrazione e cura. La deistituzionalizzazione del sistema manicomiale in Italia: storia, immaginario, progettualità (dal 1961 a oggi)Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali – Università di Cagliari, Dipartimento di Studi Storici – Università di Torino, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – Università di Pisa

 

 

Per info scrivere a davide.tabor@unito.it

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