PROGETTO EX-IN: INTERVENTI DURANTE LA CRISI (Susanna Brunelli)

Settembre 2023

INTERVENTI DURANTE LA CRISI 10/12 , PROGETTO EX-IN        (Susanna Brunelli)  

resoconto MODULO 10/12

svoltosi nei giorni dal 19 - 22 luglio  2023

Un modulo ad alto contenuto emozionale e introspettivo

 

DA susi.brunelli@gmail.com

28/9/2023 16:40

A  menteinpace@libero.it  

 

Sono fuori in giardino,  mentre aspetto  gli altri, i miei amici colleghi; pace e  uccellini che cantano, è bello e mi sento in armonia con il tutto, la temperatura è tiepida con una leggera brezza, sono quasi le 18, mi godo questo momento settembrino, i colori sono cambiati, sono colori caldi, autunnali, il mio amico scoiattolo non è presente in questo  momento ma sarà sicuramente nei dintorni,  ho fame ! Ecco che arrivano un po’ alla volta! Baci, abbracci e tante chiacchere ! C’eravamo lasciati a Luglio con pausa ad Agosto, c’è qualche novità in arrivo … si cena e si  và a dormire presto per essere pronti il giorno seguente ed affrontare il modulo 10

Bene ! E’ arrivata la mattina del 20 settembre, un numero importante che mi ricorda molti avvenimenti, tra cui il mio compleanno,  il mese prossimo il 20 del 10 (ottobre), festeggerò all’ ultimo giorno di tirocinio 80 ore  il mio sessantesimo compleanno, ma come oggi di sei anni fa, nel 2017, come racconto  nel primo “giro flash” ho tirato i remi in barca come si suol dire e fu l’inizio della mia profonda crisi,  guarda caso è il tema di questo modulo.   Ricordo molto bene come mi ritrovai di punto in bianco a passare le consegne a mia sorella più giovane di me di 13 anni, la situazione che stavo vivendo non era più tollerabile per me, come se si fosse sgretolato tutto quello che avevo cercato di tenere su fino a quel momento, ho aspettato che lei tornasse dalla vacanza in Sicilia per lasciarmi andare, basta la mia anima ha detto basta ! Da li,  18 mesi di puro inferno senza sosta, un periodo di crisi esistenziale, che comprendeva; malattie, lavoro, stato economico, famiglia, addii …. tutto nello stesso contenitore rimasto vuoto a causa di un buco  che si era creato, talmente grande da far scivolare giù anche me, sempre più giù, un buio dove non vedevo la via per uscire, ma neanche la cercavo, non ero in grado di cercare, spenta e  molto spaventata da quello che mi stava succedendo, paura allo stato puro, talmente forte che la sentivo quasi solida, come se si fosse materializzata, d’altronde siamo fatti di energia e l’energia può diventare talmente densa da sentirla come una presenza fisica.

Non credo che qualcuno o qualcosa avrebbe potuto fermare la crisi, niente ha potuto arginare quello che stavo vivendo, dovevo passare da li, attraversare l’ADES, era strettamente necessario  “stare”, vivere tutto quello che stavo vivendo, minuto per minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese,  pazzesco a ripensarci ma estremamente necessario per ritrovare me stessa, non avrei mai pensato di riuscire ad uscire da li, forse proprio la “resa” mi ha permesso di concludere quella fase vittoriosamente, ne farmaci, ne psicoterapia, niente e nessuno sentivo cosi importante da farmi rimanere in vita, ero attratta dal fondo, ma dall’alto avevo tante mani allungate verso di me, sapevo che c’erano ma non riuscivo a sentire nulla, il dolore e la sofferenza erano  più forti anche dell’amore che provavo quando ero stata in grado di sentirlo, sapevo che amavo la vita ma era come se avessi perso la memoria emozionale

IL TEMPO , la medicina più efficace;  non và tagliato, accorciato, affrettato, neanche allungato, c’è un tempo per ogni cosa, La Bibbia lo spiega molto bene in Ecclesiaste 3: 1-15 :

1. Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.

3. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare.

La medicina “Tempo h 24” a rilascio prolungato con emivita  18 mesi ha funzionato e io sono qua’ a testimoniarlo, è stata dura risalire e toccare le mani che erano rivolte verso di me fino a  riabbracciare tutto ciò che mi apparteneva ma come dice qualcuno : Grandi battaglie, grandi vittorie ! Questo è valso per me ma le crisi sono di vario genere e per ognuno richiede strategie diverse, trovare il contesto giusto che permetta di vivere la crisi è determinante

La lettura della crisi dal mio punto di vista è l’inizio di una risoluzione di un conflitto generato da qualcosa che  ha procurato un forte stress, un trauma, uno shock emotivo, questo processo porta ad una trasformazione e ad un cambiamento radicale, un cambio di paradigma che se non viene risolto si ripresenterà, o cambi l’evento o cambi il percepito !

La crisi arriva per darci una opportunità di cambiamento

Da dove deriva questo termine? Crisi deriva dal greco antico κρίσις, “discernimento, separazione, giudizio” ma anche “punto di svolta”, a sua volta dal verbo κρίνω, “separare, scegliere, decidere”.

Girandomi indietro mi rendo conto di quanto lavoro ho fatto su di me e quanto studio dopo aver superato la crisi, la mia vita ha trovato un nuovo senso, tutto cambia , tutto è in movimento.

 

Tornando al modulo, questa volta la storia di Recovery è toccata a Simona e a Federico, ancora una volta rimango toccata dai  loro racconti,  impregnati di sofferenza ma anche di tanta forza vitale, la vita spinge sempre e c’è chi riesce a bucare il suolo e a rinascere, grazie infinite anche per il loro per il “dono”.

Questo modulo è stato programmato  verso la fine del percorso formativo in quando essendo molto coinvolgente a livello emotivo siamo più preparati ad affrontarlo, in effetti ci ha tenuti tutto il tempo impegnati ad elaborare concetti, strategie per affrontare e gestire la crisi, capirne il significato e comprenderne il senso, inevitabile far riferimento alle nostre storie personali e la nostra esperienza che ci ha portati alla risoluzione

Un brainstorming di parole e termini per definire la crisi scritti sulla lavagna ci ha fatto comprendere quanti aspetti sono legati a momenti di crisi, emerge comunque in sintesi che la crisi è una grande opportunità di crescita e di cambiamento se la si sa gestire e affrontare, tutto ha un senso e uno scopo  

Il lavoro individuale, di coppia e di gruppo fino al confronto in plenaria è utilissimo per ottenere un concetto ampio e condiviso, si parla di fattori scatenanti, di segnali premonitori, delle varie tipologie di crisi e come intervenire durante le sue fasi, per capirne infine il senso e dare valore all’esperienza

Tra gli strumenti il Coping,  ad esempio, a partire dalla fine degli anni Settanta  e nei primi Ottanta , il Coping è stato concepito come una risposta a eventi stressanti/negativi esclusivamente esterni , in seguito, si è affermata maggiormente l’idea che il coping si volgesse tanto agli stressor del mondo esterno quanto a quelli del mondo interno, quindi una interazione tra fattori ambientali e individuali

Fattori come il tempo elemento principe, l’ ascoltare e accompagnareflessibilità e  tolleranza dell’ incertezza , ne parlerò tra in po’ quando toccherò il tema del dialogo aperto

Nel mezzo del  secondo giorno una pausa allegra per alleggerire il clima che inevitabilmente rischia di appesantirsi, ci è stato proposto dalla nostra carissima formatrice un balletto di gruppo, con passi molto semplici, in cerchio prendendoci per mano, accompagnati da una musica rinascimentale, idea molto carina prima di passare all’argomento seguente; i vari tipi di contributo che può dare un ESP per gestire una crisi

Non si poteva inoltre evitare l’argomento  SUICIDIO,  un fenomeno tutt’oggi complesso che porta a riflessioni di vario genere e a interrogativi che rimangono privi di risposte certe, in un contesto occidentale la morte è ancora argomento tabù, una serie di fattori sono legati a questi tragici eventi che mutano a seconda della cultura, del periodo storico, degli aspetti religiosi, filosofici   e contestuali, un atto discutibile per qualcuno, per altri un’ atto di coraggio per porre fine alla sofferenza insopportabile, di vigliaccheria secondo qualcun altro, in altri casi considerato come atto di protesta

Platone ed Aristotele consideravano questo gesto come una fuga dalla realtà, mentre lo stoicismo lo mette su un piano di difesa delle proprie convinzioni, Seneca come massima espressione di libertà, invece nella società greco - romana  rappresentava un forte espressione di protesta, per il  Cristianesimo un atto da condannare e non degno di sepoltura in terra consacrata.

Ho scritto un articolo a parte qualche tempo fa e se qualcuno fosse interessato questo è il link ;

https://www.menteinpace.it/2022/11/16/la-vita-e-la-morte-susanna-brunelli/

 

Leggo sul sito  “Liberi di intendere e di volare “ ; Il suicidio è un tabù ancora oggi: è necessario sdoganarlo e comprenderlo, così da poter agire sulle cause sociali e psicologiche.

 

 

Siamo arrivati all’ultimo giorno, la presenza del dott. Salamina ci fa sperimentare ”l’ open dialogue

Una simulazione con protagonisti alcuni di noi che rappresentano  un caso preso dalla realtà di una persona che si è offerta a simulare la sua storia di crisi

Il Dialogo aperto  - un metodo innovativo, già sperimentato nei paesi scandinavi, con esiti positivi, scientificamente provato, per affrontare l’esordio della patologia psichiatrica grave, ed in particolare gli esordi psicotici. Si tratta dell’”open dialogue” che, attraverso un progetto di sperimentazione in cinque province italiane, vuole verificare l’applicabilità di tale modello al nostro contesto socio-culturale. Tale progetto, in collaborazione con il CNR, è partito nel 2015. Le prime basi negli anni 70’ a partire da  Milano,  in Italia dalla scuola Sistemica familiare

Consiste nel far partecipe attivamente la persona che manifesta un sintomo, un disagio, un comportamento,   in modo che possa essere ascoltata e possa  esprimersi senza giudizi da parte di chi ascolta,   in un contesto in cui  si trovano coinvolte tutte le figure significative nella vita della persona “sintomatica”,  il gruppo terapeutico formatosi si manifesta attraverso il proprio percepito frantumando il concetto di verticalità terapeutica dove c’è qualcuno che decide,  chi,  cosa, come, quando…..Ci si sofferma a riflettere, il focus non è più trovare una soluzione a tutti i costi, affrettata, immediata  e ritenuta necessaria ma si da spazio e tempo  all’ascolto attivo, è importante non preoccuparsi di spegnere i sintomi del disagio, che sono i segnali che permettono di comprendere l’unica verità che non si sa, non avere l’arroganza di sapere ma la disponibilità a costruire insieme un percorso, è necessario  rimanere nella “tolleranza dell’incertezza”  senza necessariamente avere  fretta di agire, cioè avere la capacità di “stare” senza agire,  ognuno con la propria responsabilità

Quindi, non si parla della persona ma si parla con la persona diretta interessata, per costruire insieme una verità

Lo slogan è : NIENTE DI NOI , SENZA DI NOI !

 

Il gioco di ruolo che abbiamo messo in scena è stato molto interessante , molto reale, abbiamo potuto sperimentare le dinamiche che si instaurano tra le figure di riferimento del gruppo terapeutico ;  medico , operatore , esperto in supporto tra pari, i membri della famiglia, le amicizie e la persona al centro. Ognuno con il suo percepito, la tensione si stempera man mano che la persona in questione sente che si può fidare, che non  c’è oppressione ma la volontà da parte di tutti di comprendere e di trovare soluzioni, è un processo che richiede il tempo necessario e la pazienza individuale, consapevoli che il rispetto è la base per un risultato degno, facendo il meglio che si può con quello che si ha !

Ecco ! Siamo arrivati alla conclusione del decimo modulo, l’undicesimo  di 12 sarà ad ottobre dal 12 al 15, con “INSEGNARE E APPRENDERE “ da li passerò direttamente a Trento fino al 20, il giorno del mio compleanno,  per fare le altre 40 ore di tirocinio

Ora mi devo impegnare a finire il portafoglio e  terminare quello che ho lasciato in sospeso , ce la farò ! Ne sono certa

Come di consueto faccio riferimento ad una canzone, questo giro appena sfornata l’ultima di Vasco Rossi intitolata “ Gli sbagli che fai “ , come dice il Blasco; Perché io sono quello che sono …grazie a tutto quello che ho fatto …anche …. Soprattutto agli sbagli. Ne valeva la pena ? SI !!!

E rifarei tutto … tutto quello che ho fatto ……in questa mia straordinaria vita spericolata e ….supervissuta

Lo stesso vale per me ! Grande Vasco Rossi !

La frase più bella del testo : “ PRENDIMI PER MANO E RACCONTAMI CHE NIENTE E’ IMPOSSIBILE

 

Susanna Brunelli

susi.brunelli@gmail.com

per informazioni sul Progetto Ex-In rivolgersi a Susannna

 

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